Al via le case green europee. “Energy Performance of Building Directive” è la direttiva approvata dal Parlamento europeo il 14 marzo che prevede una serie di obblighi per riqualificare, dal punto di vista energetico, il 15% degli immobili più inefficienti. Un progetto ambizioso che ci accompagnerà fino al 2050. Dopo il voto, la direttiva proseguirà il suo cammino nel negoziato finale previsto a giugno con gli Stati membri per concordare il testo definitivo.
Anche se molto criticata, la direttiva arriva su un piatto d’argento per affrontare il cambiamento climatico, ridure la dipendenza dai fossili e limitare le fatture per il consumo di energia elettrica. Gli edifici che non sono efficienti dal punto di vista energetico saranno rinnovati per guadagnare classi di merito nella scala di “prestazione energetica”, che ordina gli immobili dalla A (buono) alla G (cattivo).
Tipi di immobili e scadenze
- Gli edifici residenziali in classe G dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.
- Gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere la classe E e D rispettivamente entro il 2027 e 2030.
Gli ZEB (zero emission building)
- Dal 2028, tutti i nuovi edifici saranno a emissioni zero e dovranno disporre di impianti fotovoltaici.
- Dal 2026, invece, quelli occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici.
Gli interventi
Le prestazioni energetiche di un edificio possono essere migliorate con lavori di isolamento e un sistema di riscaldamento e di raffrescamento più green.
La ristrutturazione degli impianti di riscaldamento comporta la sostituzione o l’ammodernamento del generatore di calore e può riguardare anche altri elementi dell’impianto di riscaldamento, quali i sistemi di pompaggio, l’isolamento delle tubature, i comandi o le unità terminali, quali radiatori o ventilconvettori.
L’uso efficiente del calore di scarto dei sistemi di produzione di acqua calda per uso domestico rappresenta un’opportunità significativa di risparmio energetico. Sapendo che la maggior parte dell’acqua calda consumata proviene dalle docce, la raccolta del calore dagli scarichi delle docce negli edifici potrebbe essere un modo semplice ed efficace.
La direttiva prevede di bandire gli impianti di riscaldamento alimentati da fonti fossili per tutti gli edifici nuovi o ristrutturati. Sono fatti salvi gli impianti ibridi e quelli che possono utilizzare anche energie rinnovabili. Questa è una possibilità per utilizzare caldaie a gas hydrogen ready, ossia caldaie certificate per bruciare sia gas fossile sia idrogeno, in futuro.
Esistono diverse possibilità per coprire, a partire da fonti rinnovabili, il fabbisogno energetico di un edificio efficiente: rinnovabili in loco con impianti solari termici, geotermici o fotovoltaici, pompe di calore, energia idroelettrica e biomassa, rinnovabili fornite dalle comunità dell’energia rinnovabile o dalle comunità energetiche dei cittadini, teleriscaldamento e teleraffrescamento alimentati da fonti rinnovabili o dal recupero del calore di scarto dalle acque reflue, dall’acqua calda per usi igienici o dall’aria e energia rinnovabile fornita dalle reti energetiche.
Quando ristrutturare
Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati al momento della vendita, della ristrutturazione dell’edificio oppure prima dell’ingresso di un nuovo inquilino.
Le deroghe
È prevista una deroga del 22% del parco immobiliare con la possibilità di escludere edifici religiosi, edifici con valore storico o sottoposti a vincoli architettonici, le seconde case o casa vacanza (che sono abitate meno di 4 mesi), e le abitazioni con una superficie inferiore a 50 metri.
Sanzioni
Non sono previste sanzioni a livello europeo. Saranno gli stati membri a stabilirne la misura e la pertinenza.
Piani nazionali
Gli Stati membri avranno il compito di redigere un piano nazionale per assicurare che il patrimonio edilizio sia interamente ristrutturato secondo i nuovi parametri di efficienza energetica della direttiva europea. Nei piani nazionali di ristrutturazione gli Stati dovranno includere regimi di sostegno e misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti, oltre che istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero.
Chi paga?
A livello europeo, saranno disponibili i seguenti panieri finanziari: il dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), i fondi post-Covid, i fondi d’investimento, i fondi strutturali, il fondo sociale per il clima. La novità arriva dalla Banca Europea degli Investimenti che si sta riqualificando in una banca climatica, e quindi – a detta dell’eurodeputato irlandese Ciarán Cuffe, relatore principale della direttiva – fornirà finanziamenti a basso tasso d’interesse.