Aerei con una sezione no-kids, una sorta di premium-economy nella parte frontale dei jet, separata dal resto della cabina e – manco a dirlo – la cui ammissione e concessa con sovrapprezzo e dove non sono ammessi “under 16”. L’iniziativa – una delle primissime in Europa – è della compagnia turco-olandese Corendon Airlines, che la metterà in opera, come primo atto, nei suoi voli che collegano Amsterdam con la nazione costitutiva olandese caraibica di Curaçao, a cominciare da novembre.
L’ennesimo atto sul tema della querelle che vede opposte le famiglie con prole da un lato e gli altri gruppi o individui dall’altro – e che ha già visto divampare polemiche ovunque nel mondo, Italia inclusa, allorquando un albergo o un ristorante hanno esposto il fatidico divieto propone un nuovo atto.
La compagnia – che non vola in Italia ma offre rotte tra Mitteleuropa e Caraibi, o tra questa e il Mediterraneo, o tra Mediterraneo prossimo e relativamente remoto, che in qualche modo potrebbero intercettare l’interesse – e la carta di credito – di qualche vacanziero nostrano – ha annunciato qualche giorno fa l’intenzione di creare una sorta di sottoclasse, separata da una paratia o da una tenda, allo scopo di isolare 93 posti regolari, e nove con uno spazio extra per le gambe, dei 432 sedili disponibili negli Airbus A350 impiegati per raggiungere dalla prima città olandese l’isoletta al largo del Venezuela. Nella nascente zona “solo adulti” non potrà entrare come detto chi non ha ancora compiuto i 16 anni. Il sovrapprezzo sarà di 45 euro per accedere ai posti regolari, 100 euro per quelli con più spazio.
Secondo quanto scrive la compagnia nel suo sito web, l’iniziativa avrà il duplice effetto positivo di garantire un ambiente più silenzioso a chi viaggia senza bambini, e di non costringere i genitori di bambini soprattutto molto piccoli a continue azioni calmanti allo scopo di evitare il pianto o i capricci soprattutto dei più piccoli, in particolare in un volo che dura 10 ore.
Brett Snyder, agente di viaggio conosciuto negli Stati Uniti e non solo per il suo blog Cranky Flier (trasvolatore irritabile), ha detto all’agenzia di stampa Associated Press di essere convinto che la nuova offerta abbia un target. “Per una compagnia come Corendon, scelta per lo più dal turismo ‘di piacere’ e quindi con cabine ad alto tasso di famiglie con bambini piccoli, posso immaginare che ci siano persone disposte a pagare un extra per stare lontani da quei nuclei familiari e avere più pace e silenzio”.
Tuttavia – aggiunge – le persone nel fondo della zona adulta potrebbero continuare a sentire i bimbi che piangono – “per cui il tutto potrebbe rivelarsi non dissimile da quanto accadeva ai vecchi tempi della zona fumatori, in cui chi si trovava più vicino a quell’area sentiva comunque l’odore delle sigarette”.
Scott Keyes, fondatore del sito di ricerca Going, è convinto che la tariffa extra che Corendon si accinge a praticare sia abbastanza bassa da attirare molti acquirenti, e comunque da generare un ulteriore indotto in termini di visibilità. “Le giovani compagnie aeree ‘leisure’ hanno bisogno di campagne marketing forti per uscire dal gruppo – spiega – Provare qualcosa di nuovo e generare notizia è un valore aggiunto per un vettore di cui altrimenti si parlerebbe poco”.
Corendon non è la prima compagnia in assoluto a sperimentare voli con aree kid-free. Scoot, una low cost di Singapore, vende a sua volta sezioni dove non sono ammessi under 12. Nel 2012, Malaysia Airlines aveva estromesso i bambini sotto i 12 anni dalla classe economica nel ponte superiore dei suoi A380, ma era stata poi costretta a una parziale ritirata, e a dichiarare che, nel caso il numero di bambini nel ponte inferiore fosse stato troppo elevato, avrebbe ammesso il loro accesso al piano più alto. Air Asia tuttora ammette, sui suoi voli, una quota massima – non meglio precisata – di bambini.