Estati più lunghe ed inverni sempre più miti possono favorire l’espansione di pulci, zecche ed altri parassiti amanti del caldo, che infestano anche i nostri animali domestici. A suggerirlo sono diverse indagini, che forniscono delle prime prove di questo fenomeno, ancora da approfondire. Un recente studio statunitense e un lavoro australiano, ad esempio, indicano che la crescita della temperatura ed un alto grado di umidità possono favorire una maggiore proliferazione e una più ampia distribuzione geografica delle pulci – allo stesso tempo, però, alcune specie potrebbero beneficiare di una riduzione delle precipitazioni in inverno.

Una ricerca condotta nel 2024 dall’Università della California a Davis pone l’attenzione sull’aumento del rischio di malattie infettive trasmesse da vettori, fra cui zecche, zanzare e pulci. Gli autori, che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Jama, segnalano casi di malattie trasmesse dalle zecche agli animali o all’essere umano anche nei mesi di gennaio e febbraio – evenienza in passato molto più rara – dato che la ‘stagione’ di questi parassiti inizia sempre prima. A supporto di questi dati c’è anche uno studio dell’Università pedagogica di Cracovia in Polonia, che sottolinea che i cambiamenti climatici stanno già giocando un ruolo significativo nella crescita delle popolazioni di questi parassiti e nella trasmissione di agenti patogeni. Questi primi dati sarebbero confermati anche al di fuori della ricerca, nella pratica veterinaria.

Una questione di numeri

“L’aumento di oltre 1 °C delle temperature medie può certamente consentire alle pulci di poter sopravvivere in inverno anche all’esterno”, sottolinea Marco Melosi, Presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). “Negli ultimi anni, nelle stagioni ‘fredde’ episodi di questo genere sono risultati più frequenti, mentre in passato, negli anni e nei decenni scorsi, solitamente questo fenomeno non si verificava, oppure si registrava qualche caso limitato all’interno delle nostre abitazioni, che rimangono comunque riscaldate tutto l’anno”. I numeri non mentono. Pulci e zecche amano il caldo e l’umido e non resistono a lungo a temperature rigide – al di sotto di circa 7 gradi °C per le pulci e di 4 °C per varie specie di zecche, stando ai numeri medi riportati in alcune ricerche. In Italia, nella stagione invernale appena trascorsa 2023-2024, le temperature sono risultate più alte di 2,19 °C rispetto alle medie stagionali registrate nel periodo 1991-2020, secondo i dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che parla dell’inverno più caldo dal 1961. In media, raggiungevano pertanto circa 6,7 °C, un valore piuttosto alto se pensiamo che rappresenta la media invernale su tutto il territorio.

Attenzione tutto l’anno

A fronte di questi numeri, la prevenzione rimane l’arma più efficace che abbiamo. “La raccomandazione – sottolinea Melosi – è quella di utilizzare gli antiparassitari tutto l’anno e non più soltanto all’inizio e durante la bella stagione, come si consigliava in passato”. Non solo il cane ma anche il gatto, soprattutto se trascorre del tempo all’aperto, in giardino o nel terrazzo, dovrebbe essere adeguatamente protetto. Inoltre, anche per il micio che vive esclusivamente nell’appartamento qualche rischio c’è. “In qualche caso potrebbe capitare di portare le pulci in casa da fuori, attraverso le scarpe”, aggiunge l’esperto. “Consideriamo anche in questa situazione l’utilizzo regolare di antiparassitari, sempre chiedendo prima consiglio al veterinario”. 

Cambiano anche i comportamenti

Non cambia solo il clima, ma anche le nostre abitudini, dove gli spostamenti e i viaggi, che spesso coinvolgono anche i nostri animali, sono sempre più rapidi e frequenti. “Questi mutati comportamenti”, sottolinea Maria Chiara Catalani, medico veterinario, esperta di comportamento animale e membro dell’Anmvi, “combinati con gli effetti dovuti all’aumento delle temperature, possono senz’altro far sì che i nostri animali siano più esposti a questi e altri parassiti”. Non c’è alcuna controindicazione nel far stare all’aperto i nostri animali o nel portare i cani al parco o nella natura, come spiega l’esperta, se sono correttamente trattati. “Per cani e gatti può essere importante poter uscire in giardino e per il cane poter giocare o correre liberamente in questi spazi, come parte del loro benessere”, rimarca Catalani, “per cui la soluzione non è quella di evitare questi momenti e queste attività, soprattutto in vista dell’arrivo della stagione calda, ma di proteggere adeguatamente gli animali”.

Pulci e zecche, breve panoramica

Esistono oltre 2mila specie di pulci. Sono piccoli parassiti, di dimensioni da 1 a circa 3,3 millimetri, che colpiscono animali a sangue caldo nutrendosi del loro sangue. Le pulci amano il caldo e l’umido e difficilmente sopravvivono sopra ai 1500 metri o in ambienti a bassa umidità. Come le zecche, sono parassiti esterni che vivono sulle superfici esterne degli animali oppure nelle cavità facilmente accessibili, come naso, bocca e orecchie. Le pulci non hanno ali, ma zampe posteriori adattate per saltare con grande facilità: possono coprire una distanza pari a 100 volte le loro dimensioni. In questo modo viaggiano e attaccano rapidamente nuove “prede”. Fra le specie più rilevanti, dal punto di vista veterinario, c’è la pulce del gatto, Ctenocephalides felis, che è anche fra i principali parassiti del cane. Predilige gli animali, e solo più raramente, quando c’è un’infestazione ampia o fuori controllo, può arrivare ad attaccare le persone. Le pulci sono principalmente causa di fastidio per i loro ospiti, a causa del prurito e bruciore, e in casi meno frequenti possono essere causa di zoonosi, con un contagio che può avvenire in maniera diretta o indiretta – in quest’ultimo caso attraverso vettori, come appunto le pulci, o dal contatto con oggetti contaminati.

Passando alle zecche, ne esistono oltre 900 specie, di cui 36 rilevate in Italia. Anche queste sono piccoli parassiti di dimensioni variabili tra 1 millimetro e 1 centimetro circa. Succhiano sangue dall’ospite per vivere e riprodursi e, dopo il pasto, la loro dimensione aumenta. A differenza delle pulci, le zecche non saltano, ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale al quale aggrapparsi, incluso l’essere umano. Ricordiamo la specie Rhipicephalus sanguineus, o zecca del cane, che può infestare anche altri mammiferi e l’essere umano. Possono trasmettere malattie infettive anche rilevanti, fra cui la malattia di Lyme, che può avere conseguenze molto gravi. Per questo è importante prevenire l’attacco di questi parassiti oppure agire tempestivamente per eliminarli.