Le aziende stanno ponendo sempre maggior attenzione alle tematiche di sostenibilità cercando di fare coincidere la propria strategia con le attese da parte del consumatore. Quest’ultimo sta cambiando fortemente le proprie abitudini convergendo verso un “new normal” che comprende maggiore propensione al digitale (52% degli intervistati nel rapporto Coop 2021), maggior consumo di prodotti Healthy (38%), smart working (36%), attenzione alla convivialità a casa e alla cucina (38%), soft mobility, maggior tempo dedicato alla persona (lettura , famiglia e cura di sé).

Le aziende hanno pertanto, specialmente in ambito sostenibilità, iniziato una rivisitazione profonda della propria strategia di prodotto e del proprio rapporto con l’ambiente col fine ultimo di rendere consistente e monitorabile il contributo dato dall’azienda. Il tutto in linea con le scadenze in ambito regolatorio e di climate change che sono diventate più serrate e di più prossima applicazione.

Stanno nascendo pertanto all’interno delle aziende dei meccanismi di controllo e di “control tower” in ambito di sostenibilità che hanno l’obiettivo di creare degli strumenti, basati sugli Analytics, volti alla piena integrazione dei dati che si trovano in azienda all’interno delle diverse funzioni aziendali in “silos” non sempre condivisi. Tali dati sono la fonte di elaborazioni e visualizzazioni intuitive ed evolute che facilitano la misurazione delle metriche legate agli Esg.

Il processo che le aziende stanno mettendo in atto consiste nel:

  1. definire delle metriche, degli indicatori di performance, degli obiettivi, e algoritmi utili a monitorare le performance e la progressione sul raggiungimento della strategia di sostenibilità definita;
  2. analizzare e fare sinergia tra tutte le fonti e insiemi di dati esistenti in azienda per accelerare le viste cross funzionali che descrivano il comportamento dell’azienda sulle tematiche di sostenibilità.

Il risultato atteso dalle aziende è quello pertanto di accelerare l’esecuzione della propria strategia di sostenibilità condividendo giorno per giorno i progressi fatti, identificando le azioni che possono semplificare il percorso o migliorarlo e cercando infine di creare delle connessioni fra iniziative con indicatori quanto più trasversali possibile.

EY ha colto la profonda trasformazione in atto e ha definito un framework di lavoro che stanno adottando le aziende per definire gli skills e le capabilities necessarie a condurre la trasformazione, i pilastri costitutivi e il valore generato:

  • capabilities abilitanti: linee direttrici delle trasformazioni di business, tecnologie abilitanti, strategia e reporting necessario, conoscenza necessaria dentro l’organizzazione, modalità di comunicazione interna ed esterna, impatto sull’organizzazione, impatti fiscali;
  • pilastri della trasformazione: descrizione della trasformazione, strumenti e value case, ingaggio e comunicazione esterna e interna;
  • valore generato: definizione del valore sostenibile generato sul lungo termine, azioni concrete di generazione del valore in base ai dati raccolti, rafforzamento del posizionamento dell’azienda e del rapporto con il consumatore.

Nasce così il “concept” della sustainability control tower che si sviluppa a fasi successive, partendo inizialmente da esigenze base di reportistica e monitoraggio , per poi aggiungere funzionalità avanzate che permettano di:

  1. correlare in maniera avanzata gli indicatori di sostenibilità e le iniziative in corso con le evidenze che emergono dal mercato, dai motori di social listening, dall’apprezzamento del brand sul mercato con i dati interni all’azienda (e.g. consumo energetico ed emissioni create);
  2. creare scenari e previsioni in termini di valutazione di scenari potenziali che possono aprirsi in funzione delle condizioni di mercato, delle performance dell’azienda, dei trend futuri e facilitare cosi il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
  3. pianificazione e budgetting: iniziare dei percorsi di pianificazione strutturati e di budgetizzazione in ambito di sosteniblità che permettano di prendere azioni correttive basate su indicazioni che vengono dall’analisi dei dati piuttosto che dalle percezioni del management.