C’è la voglia di far rivivere una foresta dal grande valore storico, ma c’è anche la necessità di contrastare i disastri degli incendi e mitigare le ondate di calore che negli ultimi anni hanno spossato Atene. Il progetto per la riforestazione dell’area boschiva di Capo Sounio, vicino al paese di Agios Konstantinos a nord della capitale greca, ha così un grande significato simbolico e un enorme valore scientifico. A pochi chilometri dalle Termopili, la foresta di Lario è stata una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’Atene di Pericle del V secolo avanti Cristo, ma proprio le sue ricchezze minerarie sono state anche la sua sfortuna. Lo sfruttamento selvaggio delle vene argentifere e del piombo, unito agli incendi, hanno portato la foresta a un punto di non ritorno: da sola, anche se non ci fossero più incendi e venisse interdetta qualsiasi attività, la zona resterebbe brulla, perché il suolo è troppo depauperato perché possa crescere qualcosa.

Nella deforestazione di Sounio c’è anche un po’ di storia italiana, poiché a contribuire in maniera significativa alla morte dell’area boschiva ha contribuito nel secolo scorso, quando le vene argentifere erano ormai esaurite, anche una società mineraria italo-francese, la Roux-Serpieri-Freyssinet. Acquisiti i diritti di estrazione del piombo, per accelerare i lavori sugli antichi pozzi minerari la società incendiò querce, carrubi e alberi di Giuda che crescevano sulle alture, fino al mare. Infine, due anni fa, il colpo fatale, quando due degli incendi peggiori del decennio hanno bruciato i pochi alberi rimasti dopo un altro drammatico rogo del 2012.

 

Un caso emblematico di “Nature based Solutions”

“La foresta non poteva più rigenerarsi naturalmente – ci dice Nicos Georgiadis, responsabile dei progetti di riforestazione per il WWF greco – così dallo scorso novembre abbiamo avviato un progetto con 300 volontari, nostri esperti e dell’agenzia forestale locale, ricercatori di enti statali, per piantare nell’area circa 15.000 alberi e arbusti. Non si tratta soltanto di far rivivere la foresta, ma di renderla più resistente ai roghi: “L’obiettivo comune è salvare l’area contribuendo alla creazione di una nuova foresta che sarà più resistente agli incendi e, allo stesso tempo, migliorerà significativamente la biodiversità, proteggendo le attività umane adiacenti e aumentando le possibilità turistiche”.

La foresta di Sounio diventa così un caso emblematico di NbS, Nature based solution, cioè soluzioni che basano il loro approccio sugli ecosistemi. Spiega Georgiadis: “La scelta dell’area specifica non è stata casuale, si è basata su uno studio preparato dal WWF Grecia per le aree interessate da incendi nel 2021. Questo studio ha mappato tutte le aree che potrebbero necessitare di interventi umani per la loro rigenerazione, prendendo in considerazione e combinando 6 parametri (tipo/specie di vegetazione, sovrapposizioni di incendi, pendenza, esposizione, altitudine e sfondo geologico). In ogni caso, al di là di tutti gli elementi che fanno di Lario il sito ideale per questo tipo di progetti, l’area ha anche un grande valore culturale ed è di forte interesse archeologico. Questo rimboschimento è stato pianificato ed eseguito tenendo conto della protezione dei reperti archeologici numerosi nella zona”.

Una delle nuove piante messe a dimora (Foto WWF Grecia)
Una delle nuove piante messe a dimora (Foto WWF Grecia) 

Per mitigare le ondate di calore

C’è poi la necessità di interventi per mitigare il riscaldamento globale e le emissioni di CO2 in un Paese e una capitale, Atene appunto, che ha fatto registrare ondate di calore record. “Gli ecosistemi forestali creano generalmente un microclima speciale all’interno dei loro confini – conferma l’esperto del WWF -. Inoltre, sono anche regolatori del clima in un raggio che supera di gran lunga i limiti della loro diffusione, quindi la foresta di Agios Konstantinos ha una ricaduta sul clima di Atene. Oltre alla loro funzione di deposito di carbonio, le foreste agiscono come filtri naturali, ripulendo l’atmosfera circostante dalle microparticelle. Ogni foresta vicina a un’area residenziale densamente popolata come quella di Atene contribuisce in modo cumulativo a quanto detto sopra. Se anche la rinascita di Sounio da sola potrebbe non portare a un effetto significativo sul microclima di Atene, la riforestazione vista su un’ampia scala di ripristino degli ecosistemi forestali circostanti può fare la differenza”.

Per far rivivere un bosco ci vogliono però decenni e una volta messe a dimora nuove piante ci vuole una grande cura. L’area resta poi a rischio di incendi e per questo la scelta di cosa piantare è fondamentale. Il Distretto Forestale di Lavrio, con scienziati dell’Istituto degli Ecosistemi Forestali Mediterranei (IMFE) e del WWF Grecia ha preparato uno studio proprio per l’area in questione, suggerendo le specie di piante più adatte da mettere a dimora in punti specifici anche all’interno della zona interessata.

“Nell’area – sottolinea Georgiadis – è stato applicato un approccio innovativo alla piantumazione, con un mix di conifere e specie di latifoglie, soprattutto querce robinie e carrubi (rispettivamente il 30% e il 70%) che già si trovavano nella foresta in precedenza. Nessuna pianta è stata piantata a caso, ogni albero e gruppo di piante è stato scelto sulla base di un piano dettagliato, che ha tenuto conto della morfologia, del suolo, dell’orientamento e dell’inclinazione di ogni sottoregione da ripristinare”.

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Ora si tratta di curare le piantine e aspettare i risultati sull’ecosistema. “Si prevede che la varietà e la mescolanza di queste diverse specie, con un’enfasi sulle latifoglie, porterà non solo a un miglioramento della biodiversità e all’esaltazione del valore estetico della nuova foresta, ma anche a rendere la foresta più resistente agli incendi, – conclude l’esperto del WWF – limitandone sia l’intensità che la diffusione, dando così tempo prezioso per la soppressione degli incendi boschivi in una fase iniziale”.