È dedicata ai giovani la quinta giornata della Cop26 di Glasgow. Youngo, il comitato giovanile dell’Unfccc (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), presenta la sua Dichiarazione per il clima per poi confrontarsi con leader politici ed esperti. Al Kelvingrove Park il consueto sciopero del clima del venerdì di Greta Thunberg: 100mila giovani attivisti in marcia per chiedere ai capi di governo dei Paesi più potenti di intraprendere un’azione concreta contro la crisi climatica. In programma l’incontro dei ministri dell’Istruzione, al quale parteciperanno anche il ministro italiano Patrizio Bianchi e il suo collega della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

19,05 Cingolani: “L’evento giovani Youth4climate sarà permanente”

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato a Cop26 che il forum dei giovani si svolgerà ad ogni Cop.  “L’Italia e’ orgogliosa di

annunciare che il viaggio di Youth4Climate non finira’ qui. Vogliamo trasformare questa esperienza in una piattaforma permanente e stabile per facilitare il coinvolgimento dei giovani di tutto il mondo con i rappresentanti del governo e i principali stakeholder per discutere le sfide e le soluzioni per far progredire l’azione per il clima. Dalla protesta alla proposta, insomma. Noi lo chiamiamo Youth4Climate Forever”

18.00 – Cingolani: “Dar voce ai giovani: ‘da protesta a proposta’”

Dare spazio ai giovani in modo che possano passare “dalla protesta alle proposte”. È l’idea del ministro Roberto Cingolani, che ha quindi annunciato la trasformazione dello Youth Climate 2021 che si è svolto a Milano a settembre in “un forum annuale” riservato alle giovani generazioni che vogliono “sentirsi rappresentate” e potersi esprimere.

17.21 – Greta Thunberg: “È chiaro a tutti che la Cop26 è un fallimento”

Non usa mezzi termini Greta Thunberg dal palco di Glasgow, accusando i leader e i potenti del mondo di “sapere bene” ciò che stanno facendo: “bei discorsi” per nascondere “parole vuote e bla bla bla”.

(reuters)

La giovane attivista svedese denuncia la conferenza sul clima in corso in Scozia come quella che ha “escluso di più” le voci dal basso, dice che non si può affrontare la minaccia del cambiamento climatico “con gli stessi metodi” che hanno portato il mondo a doverla affrontare e accusa i delegati di far leva su “cavilli e statistiche incomplete” per salvaguardare “il business e lo status quo”.

17.16 – Vanessa Nakate: “L’inazione dei leader distrugge l’ambiente”

“Quanto dovrà passare prima che i leader delle nazioni capiranno che la loro inazione distrugge l’ambiente? Siamo in una crisi, un disastro che avviene ogni giorno. L’Africa è responsabile del 3% delle emissioni storiche, ma soffre il peso maggiore della crisi climatica. Ma come può esserci giustizia climatica se non ascoltano i Paesi più colpiti? Noi continueremo a lottare”, ha detto Vanessa Nakate.

(afp)

15.11 – Il ministro sottacqua

Un videomessaggio con l’acqua alla cinta. È la scelta scenica di Simone Kofe, ministro di Tuvalu, stato insulare dell’oceano Pacifico, uno di quelli più a rischio a causa del cambiamento climatico.

14.19 – John Kerry: “Progressi autentici, mai visti cosi tanti soldi per il clima”

L’inviato speciale degli Stati Uniti sul clima John Kerry ha parlato di “progressi autentici”, rilevando “un maggior senso d’urgenza a questa conferenza, un maggior senso dell’obiettivo”. Ha detto, secondo Bbc, di non aver mai visto così tanto “vero denaro” messo sul tavolo così presto in un vertice dedicato all’emergenza climatica, nonostante esistano “dei punti interrogativi” su parte di quelle somme. “È una svolta, ben oltre ciò che molti ritenessero possibile”, ha concluso.

13.18 – Le mamme contro i governi: “Lo smog fa ammalare i nostri figli”

Una delegazione di madri, in rappresentanza di quasi 500 gruppi di genitori provenienti da 44 Paesi, ha consegnato una lettera al presidente della Cop26 Alok Sharma, chiedendo la fine del nuovo finanziamento dei combustibili fossili per il bene della salute dei loro figli e del loro futuro.

La delegazione era guidata dalla britannica Rosamund Adoo-Kissi-Debrah che ha perso la figlia di nove anni Ella, a causa di una grave asma legata all’inquinamento atmosferico. Ad accompagnarla anche diverse mamme provenienti da India, Brasile, Sud Africa, Polonia e Nigeria.

12.00 – Inizia lo sciopero

“Cosa vogliamo? Giustizia climatica!”. “Il popolo unito mai sarà sconfitto”. “People have the power”. Sotto questi slogan è iniziato al Kelvingrove Park lo sciopero del clima di Fridays for Future, con la partecipazione di Greta Thunberg e Vanessa Nakate.

“Voi ve ne fregate ma io no”: a Glasgow scendono in piazza i giovani attivisti per il clima

A Glasgow, durante la quinta giornata del vertice sul clima incentrata sui giovani, il consueto sciopero del clima del venerdì di Greta Thunberg: 100mila giovani attivisti in marcia per chiedere ai capi di governo dei Paesi più potenti di intraprendere un’azione concreta contro la crisi climatica

Migliaia di persone, prevalentemente ragazzi, si sono raccolte nei viali del parco. L’obiettivo è marciare fino alla centrale George Street, dove parleranno Greta e Vanessa. Il cielo è coperto, non piove e l’atmosfera è festosa, con i ragazzi che innalzano cartelli che che chiedono azione per il clima. In testa al corteo ragazzi delle popolazioni indigene dell’Amazzonia, con i tipici copricapo di penne colorate.

11.56 – Allevi lancia il suo video per Cop26

Proprio quando i grandi della terra parleranno di giovani e di educazione alla cittadinanza, Giovanni Allevi lancerà in anteprima mondiale a Glasgow il videoclip del brano “Our Future”.

11.33 – Il principe Carlo incontra Vanessa Nakate

Il principe Carlo strizza l’occhio alla protesta ambientalista sul dossier dei cambiamenti climatici. E lo fa – dopo aver parlato in prima persona alla CoP come al vertice G20 di Roma e spronato i leader ad accelerare il passo – diffondendo sui suoi profili social le immagini di un incontro avuto ieri sera con Vanessa Nakate, attivista ugandese. I due hanno parlato “del ruolo che i giovani possono svolgere per assicurare la salute del pianeta alle prossime generazioni”.

09.26 – Il ministro dell’Istruzione britannico assegna un premio ai giovani attivisti per il clima

I ragazzi che protestano contro il cambiamento climatico nel Regno Unito saranno premiati con il riconoscimento dedicato al principe Filippo, marito di Elisabetta II. Il ministro dell’istruzione britannico Nadhim Zahawi, che assegnerà il premio durante la manifestazione organizzata dall’attivista svedese Greta Thunberg.

07.25 – Greta Thunberg: “Questa non è più una conferenza sul clima. È il festival del greenwashing”

“Questa non è più una conferenza sul clima. È un festival del greenwashing per i Paesi ricchi. Una celebrazione di due settimane di affari come al solito e bla bla”, ha denunciato Greta Thunberg su Twitter.

#COP26 has been named the must excluding COP ever.

This is no longer a climate conference.

This is a Global North greenwash festival.

A two week celebration of business as usual and blah blah blah.

— Greta Thunberg (@GretaThunberg) November 4, 2021

01.06 – Impronta carbonio super-ricchi 30 volte target 1,5°

L’impronta di carbonio dell’1% più ricco della Terra è 30 volte più grande di quella necessaria per stare sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale dai livelli pre-industriali (obiettivo massimo dell’Accordo di Parigi). Lo rivela una ricerca commissionata dalla ong Oxfam e realizzata dall’Institute for European Environmental Policy (IEEP) e dallo Stockholm Environment Institute (SEI).

Per rispettare il target di 1,5 gradi, ogni persona sulla Terra dovrebbe emettere una media di 2,3 tonnellate di CO2 all’anno fino al 2030, che è circa la metà della impronta climatica media di ciascuna persona sulla Terra. Ma la metà più povera della popolazione globale nel 2030 emetterà di gran lunga meno di quanto richiesto dal target di 1,5 gradi. L’1% più ricco della popolazione e il 10% supereranno questo livello rispettivamente di 30 volte e di 9 volte. Alcune persone dell’1% più ricco dovrebbero ridurre le loro emissioni del 97% rispetto a oggi per raggiungere questo livello.

Ma un aspetto positivo secondo la ricerca è che il 40% della popolazione nel mezzo fra il 10% più ricco e il 50% più povero taglierà le proprie emissioni del 9% dal 2015 al 2030. Questo 40% è formato da popolazioni di Cina e Sudafrica che fra il 1990 e il 2015 hanno visto l’aumento più alto delle emissioni pro capite.