Da oggi fino al primo novembre i governi di tutto il mondo si riuniranno a Cali, Colombia, per la sedicesima conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP16), con l’obiettivo di fare progressi sugli impegni concordati nel quadro globale per la biodiversità adottato nel 2022 durante la COP15. Greenpeace sarà presente all’incontro per chiedere di implementare correttamente e urgentemente questo accordo, che rappresenta una grande opportunità per proteggere e ripristinare ecosistemi fondamentali per la salute del pianeta, in modo equo e giusto.
“Stiamo per scoprire quanto i governi del mondo siano realmente intenzionati a fermare la drammatica perdita di biodiversità sul nostro pianeta. È il momento di mostrare le proprie carte: vedremo chi agirà concretamente e chi ostacolerà i progressi necessari. La COP16 è un momento decisivo”, ha dichiarato An Lambrechts, responsabile della delegazione di Greenpeace alla COP16.
“La lotta contro i cambiamenti climatici è strettamente legata alla protezione della natura. Le azioni previste dalle convenzioni sulla biodiversità devono andare di pari passo con quelle per la protezione del clima ed essere riconosciute come fondamentali per proteggere le persone e il pianeta. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi: i governi devono arrivare a Cali pronti a mantenere le promesse”.
Greenpeace chiede l’attuazione del quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal, che impegna i paesi a stanziare 20 miliardi di dollari entro il 2025, destinati a diventare 30 miliardi entro il 2030, garantendo l’accesso diretto ai finanziamenti a popoli indigeni e comunità locali.
Inoltre, secondo Greenpeace sarà essenziale arrivare a un accordo formale che metta in sinergia gli impegni assunti per la protezione del clima e quelli per la protezione della biodiversità, a livello internazionale e nazionale, e che riconosca la protezione dell’integrità degli ecosistemi come misura centrale. L’associazione ambientalista, infine, chiede l’implementazione ambiziosa delle strategie e dei piani nazionali per la biodiversità (NBSAPs) e la creazione di un meccanismo per l’identificazione e la protezione delle aree marine ecologicamente e biologicamente significative, che tenga conto degli interessi e dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Definire queste aree sarà cruciale per rispettare l’obbligo di proteggere il 30% degli oceani del mondo entro il 2030, così come previsto dal quadro globale sulla biodiversità di Kumming-Montreal, e per una rapida e positiva attuazione del nuovo Trattato ONU sugli oceani, una volta entrato in vigore.
Per mandare un messaggio chiaro ai governi in vista della COP16, nei giorni scorsi, attivisti e attiviste di Greenpeace hanno organizzato manifestazioni pacifiche in 13 paesi in tutto il mondo chiedendo di smettere di finanziare la distruzione della biodiversità e di proteggere e ripristinare la natura. A Cali, attivisti di Greenpeace Andino hanno srotolato uno striscione alto 70 metri con il messaggio: “Action for Nature, Now” (Azione per la Natura, Ora), un forte appello ai governi per un’azione globale urgente a tutela della biodiversità.