Terza giornata di Cop26 a Glasgow incentrata sulla finanza per il clima: i leader mondiali hanno lasciato il posto a rappresentanti degli Stati, delle aziende e delle istituzioni finanziarie perché discutano di come la finanza pubblica e privata possa intervenire per contribuire al mantenimento del riscaldamento globale sotto 1,5 gradi.

 

I capi di Stato sono tornati a casa con due accordi in tasca: la riduzione delle emissioni di metano entro il 2030 e un impegno sulla deforestazione, firmato anche dal brasiliano Jair Bolsonaro. Da segnalare l’impegno del capitale privato per le energie rinnovabili. Ma per i giovani e gli attivisti non è abbastanza.

Il riassunto della seconda giornata

 

16.20 – Caos alla Cop26, l’organizzazione di scusa

Delegazioni troppo numerose a Glasgow. A sollevare il caso del caos logistico è un giornalista del quotidiano britannico Daily Mail, sottolineando la questione se le rappresentanze di alcuni Stati alla conferenza sul clima non siano eccessive. Il Brasile ha una delegazione di 400 persone, la Turchia di 300, mentre gli Stati Uniti hanno solo 200 persone. Il presidente della Cop26, Alok Sharma, ha glissato sulla risposta, dicendo che può parlare solo della Cop britannica, e ha girato la questione alla segretaria della Unfccc, l’agenzia dell’Onu per il clima, che organizza da oltre vent’anni le Cop. “Ci sono pratiche diverse in ogni Paese per le delegazioni – ha risposto Patricia Espinosa -. Alcuni includono anche membri del Parlamento e della società civile. L’intenzione comune è creare sinergia ed entusiasmo nel Paese, per tradurre gli impegni in azione”.

15.30 – La finanza scopre il clima

“A questa Cop26 ho visto un grande cambiamento nel sistema finanziario, che ha capito che il cambiamento climatico è un grande rischio e che gli investimenti vanno fatti in un modo sostenibile. C’è un cambiamento visibile”, ha commentato la presidente della Cop26, Patricia Espinosa, sottolineando il cambio di passo. “Spero che alla fine della Cop26 potremo arrivare all’obiettivo di attivare nel 2022 il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno”, ha aggiunto.

15.16 – Il 90% dei Paesi abbraccia l’obiettivo zero emissioni

“Il 90% dei Paesi del mondo ha ora un obiettivo di zero emissioni. Quando il Regno Unito ha preso la presidenza della Cop26 era solo il 30%”, ha gioito Alok Sharma, il presidente della Cop26.

14.24 – La protesta rossa per porre fine all’uso dei combustibili fossili

(afp)


I membri della Red Rebel Brigade, una troupe artistica internazionale, si sono esibiti fuori dalla Royal Concert Hall per esortare alla cautela finanzieri e governi sulle promesse di miliardi per abbandonare i combustibili fossili e aiutare le nazioni vulnerabili a sopravvivere ai cambiamenti climatici fatte durante il vertice.

14.15 – Il presidente di Microsoft: “Serve un nuovo ecosistema digitale per misurare le emissioni”

Il presidente di Microsoft Brad Smith, intervenendo al Web Summit di Lisbona, ha auspicato la nascita di uno standard digitale per la raccolta globale e automatica di dati sulle emissioni. “Se non si misura un certo aspetto o problema, difficile che poi si riesca a gestirlo”, ha dichiarato dal palco dell’Altice Arena. “Ecco perché abbiamo bisogno un nuovo ecosistema digitale dedicato a questo scopo”. Secondo Smith la tecnologia per farlo ancora non esisterebbe, ma ha ricordato che due anni fa non esisteva nemmeno un vaccino per fermare la pandemia mentre oggi molti Paesi stanno uscendo dallo stato d’emergenza

14.07 – Johnson: “Siamo alla resa dei conti sul target di 1,5 gradi”

Secondo Boris Johnson il G20 di Roma che ha preceduto la Cop26 ha dato segnali incoraggianti di buona volontà”da parte dei vari Paesi – inclusa la Cina” – ul taglio di emissioni necessario a mantenere l’obiettivo del surriscaldamento della Terra entro il tetto di 1,5 gradi, ma nei negoziati di Glasgow resta molta strada da fare per garantire il risultato, perché anche un aumento di 2 gradi sarebbe una tragedia per il Pianeta.

13.56 – Un’alleanza da 130mila miliardi di dollari per il clima

La coalizione di banche e fondi per il clima Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), lanciata ad aprile dall’inviato dell’Onu su clima e finanza Mark Carney, ha raccolto al momento l’adesione di oltre 450 aziende, che rappresentano 130mila miliardi di dollari di asset, il 40% dei capitali finanziari mondiali. Al momento del lancio, Gfanz comprendeva aziende per 70.000 miliardi di dollari. Gli aderenti si impegnano ad adottare linee guida basate sulla scienza per raggiungere 0 emissioni di carbonio alla metà del 2050, e a fornire obiettivi intermedi al 2030.

La Gfanz – che è composta da oltre 450 banche, assicuratori e gestori patrimoniali in rappresentanza di 45 paesi – potrebbe fornire fino a 100 trilioni di dollari di finanziamenti per aiutare le economie a passare alla neutralità carbonica nell’arco dei prossimi tre decenni. Tra i gruppi finanziari iscritti a Gfanz ci sono Hsbc, Bank of America e Santander.

12.22 – Onu: “Serve 1 trilione di dollari all’anno per i Paesi poveri”

Mille miliadardi di dollari, un trilione, per combattere la crisi climatica nei Paesi in via di sviluppo.  0200 questo l’ammontare degli investimenti necessari per l’inviato dell’Onu su finanza e clima Mark Carney. “È necessario che i progetti internazionali siano allineati con i progetti nazionali, con nuove strutture di finanza mista, piattaforme per portare insieme pubblico e privato”.

12.00 – La marcia delle comunità indigene

(afp)


Mentre allo Scottish Event Campus si discute della finanza per il clima, i membri di Minga Indigena, un collettivo di comunità indigene in tutto il Nord e il Sud America, ha organizzato una marcia e una cerimonia del fuoco sacro

11.31 – Onu: “I fondi dei governi per il clima moltiplicano quelli dei privati”

La Cop26 “tira una riga” sulla finanza per il clima, perché segna la presa di coscienza che “i finanziamenti dei governi devono servire da moltiplicatore dei finanziamenti privati”, ha detto l’inviato dell’Onu su clima e finanza ed ex governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney.

11.24 – Il ministro delle Finanze britannico: “Privati decarbonizzate la City”

Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze) di Boris Johnson, non ha dubbi: l’impegno del settore privato, accanto al pubblico, è vitale nella sfida ai cambiamenti climatici, sia in termini di risorse da investire nei progetti di un’economia più sostenibile, sia sotto il profilo dello sforzo che le aziende, big in testa, devono fare per smettere di contribuire alle emissioni di carbonio.

Today I announced the UK will be the world’s first Net Zero aligned financial centre.

We’re rewiring the financial system for net zero with over $130 trillion, around 40% of the world’s financial assets, now being aligned with Paris climate goals. #COP26https://t.co/2TTS3AxPio

— Rishi Sunak (@RishiSunak) November 3, 2021

Il governo britannico, ha annunciato Sunak, ha formalizzato i dettagli di un piano per spingere le grandi imprese e istituzioni finanziarie della City di Londra a “decarbonizzarsi”.

11.16 – Fondo monetario internazionale: “Giusto imporre il prezzo del carbonio”

Dopo Ursula von der Leyen anche Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale ed ex commissario europeo, si è schierata a favore del carbon pricing: “Crediamo che imporre un prezzo del carbonio a livello internazionale sia molto importante per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi e che 65 dollari al 2030 sia un prezzo equo e pragmatico”.

Kristalina Georgieva (afp)

10.38 – Anche la Russia risponde a Biden: “Agiamo seriamente”

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov risponde alle critiche che il presidente aericano Joe Biden ha rivolto alle Russia: “Non siamo d’accordo. Le nostre azioni contro il riscaldamento climatico sono coerenti, ponderate e serie”.

10.13 – La regina Elisabetta a Piccadilly

(ansa)

Un messaggio della regina Elisabetta è stato proiettato sul famoso schermo di Piccadilly square, a Londra. “Il tempo delle parole è diventato il tempo delle azioni”, si legge al fianco del volto della sovrana, una frase estrapolata dal suo discorso indirizzato alla Cop26, alla quale non ha potuto partecipare.

9.29 – Greta: sciopero venerdì e sabato

In un tweet Greta Thunberg ha lanciato lo sciopero per il clima di venerdì e una marcia per il clima sabato, a Glasgow.

Time is running out. Change won’t come from these conferences like #COP26 unless there is big public pressure from the outside.

Join the climate strike this Friday (Kelvingrove Park 11am), and the climate march Saturday (11.30am) to make your voice heard. Together we are strong. pic.twitter.com/BYoVHukkyM

— Greta Thunberg (@GretaThunberg) November 2, 2021

“Il tempo stringe e il cambiamento non verrà da conferenze come la Cop26, a meno che non ci sia una forte pressione dall’esterno” ha twittato l’attivista svedese. “Insieme siamo forti”.

8.20 – La risposta della Cina a Biden

I cinesi stanno cominciando a rispondere alle parole del presidente americano Joe Biden sull’assenza del leader Xi Jinping. “Non siamo noi quelli che si sono ritirati dagli accordi di Parigi”, twitta Zhang Jun, l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite. “Servono azioni concrete e non slogan vuoti”.

Clima, Biden: “La Cina vuole guidare il mondo e poi non viene a Cop26”

Intanto Xie Zhenhua, l’inviato per il clima a Glasgow, si dice abbastanza ottimista su un accordo “dopo anni buttati”.

Tackling global #climatechange needs more than “empty slogans” and big entourages, China’s senior envoy to the United Nations Zhang Jun says, amid criticism of Chinese President Xi Jinping’s failure to attend #COP26 climate talks in Glasgowhttps://t.co/OHLTsa82Lz

— TRF Climate (@TRF_Climate) November 3, 2021