Quarta giornata di Cop26 a Glasgow incentrata sull’energia pulita. “Il 90% dei Paesi del mondo ha ora un obiettivo di zero emissioni. Quando il Regno Unito ha preso la presidenza della Cop26, era il 30%”, ha detto il presidente della Cop26, Alok Sharma. Per Boris Johnson il G20 di Roma ha dato “segnali incoraggianti di buona volontà” da parte dei vari Paesi – “inclusa la Cina” – sul taglio di emissioni necessario a mantenere l’obiettivo dell’accordo di Parigi; ma resta “molta strada da fare” per garantire il risultato, perché anche un aumento di 2 °C sarebbe “una tragedia” per il Pianeta.

17.53 – 23 Paesi si impegnano ad eliminare il carbone dalla produzione di energia

Almeno 23 stati si sono impegnati per la prima volta ad eliminare il carbone dalla loro produzione di energia. Fra questi Indonesia, Vietnam, Polonia, Corea del Sud, Egitto, Spagna, Nepal, Singapore, Cile e Ucraina. In una “Dichiarazione per la transizione globale dal carbone all’energia pulita”, i paesi si sono anche impegnati ad aumentare l’energia pulita e a garantire una transizione giusta dal carbone.

16.58 – Tagliare 1,4 milioni di tonnellate di CO2 per raggiungere le emissioni zero nel 2050

“Raggiungere zero emissioni nette al 2050 comporta tagliare le emissioni globali di CO2 di circa 1,4 milioni di tonnellate ogni anno in media”, ha detto il professor Pierre Friedlingstein, dell’Exeter Global Systems Institute, presentando il rapporto del centro studi Global Carbon Project sulle emissioni 2021.

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16.29 – Ue: “Nucleare sia sicuro e neutro per il clima”

 “Molti dei nostri Stati membri hanno il nucleare nel loro mix energetico e la cosa più importante per la Commissione è garantire che l’uso della tecnologia nucleare sia conforme agli standard di sicurezza”, ha dichiarato Jacob Werksman, capo-negoziatore per la Commissione europea alla Cop26. L’atteso atto legislativo Ue sulla cosiddetta tassonomia, ha spiegato l’alto funzionario Ue, “serve a dare informazioni sugli investimenti che permettono ai consumatori di scegliere tra investimenti energetici verdi e investimenti energetici che non sono sostenibili e questo includerà una valutazione sul gas naturale e l’energia nucleare e sulla loro collocazione tra fonti verdi o non verdi”. Tuttavia, ha sottolineato Werksman, “voglio ricordare a tutti che l’approccio della Commissione europea alla sfida della riduzione delle emissioni è di raggiungere tecnologie neutre” cioè che non emettono gas serra “quindi non abbiamo uno standard per dire se l’energia nucleare è abbastanza verde per perseguire la nostra politica sul clima o meno”.

14.59 – Gli attivisti si incollano all’asfalto

(reuters)

A Londra gli attivisti di Insulate Britain si sono incollati all’asfalto di fornte a Westminster, a Londra, e hanno bloccato l’accesso a Parliament square.

14.43 – Ue: “possiamo contenere il riscladamento globale entro 1,9° entro fine secolo”

I funzionari dell’Unione europea ritengono che gli impegni presi a Glasgow possano contenere il riscaldamento globale ad 1,9 gradi entro la fine del secolo, un miglioramento rispetto alle previsioni prima dei cruciali colloqui in Scozia.

14.18 –  La protesta di Extinction rebellion

(reuters)

13.48 – Italia: “Dopo il 2022 stop ai sussidi alle fonti fossili non abbattute”

“Porremo fine a ogni nuovo sostegno pubblico diretto per il settore energetico delle fonti fossili non abbattute alla fine del 2022, tranne in limitate e chiaramente definite circostanze, che siano coerenti con un limite di riscaldamento di 1,5 gradi e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, si legge nel documento firmato dall’Italia insieme ad altri 24 soggetti tra stati e istituzioni (fra i quali gli Stati Uniti).

13.11 – Onu: “759 milioni di persone senza elettricità”

“La produzione energetica è responsabile di due terzi delle emissioni di gas serra, ma al mondo 759 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica e 2,6 miliardi non hanno sistemi puliti per cucinare. Dobbiamo tagliare drasticamente le emissioni, ma dobbiamo anche fornire a tutti entro il 2030 energia pulita ed affidabile”, ha detto la rappresentante speciale dell’Onu per l’energia sostenibile Damilola Ogunbiyi.

12.31 – Onu: “Con +1,5° impatti già irreversibili”

Ci sono prove che indicano che l’obiettivo di rimanere entro +1,5 gradi centigradi entro fine secolo sarà probabilmente mancato, ma anche se lo centriamo alcuni impatti del cambiamento climatico sono già irreversibili e ci accompagneranno per molti decenni. Quindi occorre adattarsi. È il monito dell’Agenzia per l’ambiente dell’Onu (Unep) nella sesta edizione dell’Adaptation Gap Report 2021: The Gathering Storm (Rapporto 2021 sul gap di adattamento: la tempesta in arrivo) presentato alla Cop26 in cui rileva che le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici stanno crescendo ma i finanziamenti e l’attuazione sono molto indietro.

12.30 – Onu. “Finanziamenti scarsi ai Paesi in via sviluppo”

I costi stimati per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo sono da cinque a dieci volte superiori agli attuali flussi finanziari pubblici (quasi 80 miliardi nel 2019) e i dati disponibili indicano che il divario finanziario per l’adattamento si sta ampliando. È quanto emerge dall’Adaptation Gap Report 2021 dell’Unep secondo cui i nuovi costi – rispetto a quelli del rapporto del 2016 – solo per i Paesi in via di sviluppo si avvicinano alla parte più alta della forchetta 140-300 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 e 280-500 miliardi di dollari all’anno entro il 2050.

12.12 – L’Italia firma lo stop ai sussidi per i combustibili fossili

L’Italia firma insieme a oltre 20 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, l’impegno a porre fine a nuovi sostegni pubblici diretti al settore energetico internazionale dei combustibili fossili che non abbiano misure di abbattimento delle emissioni entro la fine del 2022, tranne in circostanze limitate e chiaramente definite, che siano coerenti con il limite di riscaldamento di 1,5 C e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

?? NEWS: #COP26 is consigning coal to history

? 23 countries are making new commitments to phase out coal power, including 5 of the world’s top 20 coal power generators.

? Planned new coal generation pipeline globally has fallen by 76% since the Paris Agreement in 2015.

— COP26 (@COP26) November 4, 2021

11.48 – L’Ue chiede più trasparenza dalla finanza green

I mercati dei Green bond (obbligazioni verdi) e delle obbligazioni sostenibili “hanno visto un importante aumento di volume e hanno dimostrato di essere una solida fonte di finanziamento” ma “è necessario continuare a lavorare allo sviluppo di standard per aumentare la trasparenza”. È quanto si legge in un rapporto della Commissione Ue presentato dalla commissaria Mairead McGuinness. Sui fondi collegati a questioni ambientali e sociali (Esg), la Commissione raccomanda una migliore accessibilità dei dati per consentire informative comparabili e interoperabili a livello internazionale.

11.31 – Gre Guevara sui muri di Glasgow

Su un muro di Glasgow, vicino a un negozio di dischi, è apparso un disegno interessante: Greta Thunberg raffigurata come l’iconica immagine di Ernesto Che Guevara.

11.17 – I jet privati nel mirino

Scoppia la polemica per l’uso dei jet. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è presentata a Glasgow a bordo di un jet privato. Una scelta che stride non poco con l’agenda green dell’Ue. Ma la polemica vera è un’altra e l’ha tirata fuori il quotidiano britannico The Telegraph: von der Leyen ha usato il jet privato 18 volte su 34 viaggi ufficiali fatti finora, di cui uno tra Vienna e Bratislava per una distanza, tra il decollo e l’atterraggio, di cinquanta chilometri. “Un’ora di treno”. Anche Boris Johnson è finito sotto tiro da parte del Daily Mirror: tabloid filo-laburista, secondo cui il premier Tory sarebbe rientrato a Londra martedì sera proprio da Glasgow, in fretta e furia, anche lui a bordo di un volo privato; e lo avrebbe fatto per partecipare a una cena non istituzionale dove era stato invitato presso un club di ex colleghi giornalisti.

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10.52 – La protesta dei Pikachu

Manifestanti vestiti da Pikachu hanno protestato contro i finanzaimenti al carbone del Giappone

(reuters)

10.24 – I tritoni intrappolati nelle reti da pesca

Gli attivisti di Ocean Rebellion vestiti da tritoni morti per cattura accidentale aggrovigliati nelle reti da pesca, hanno protestato nei gradini del Primo Ministro della Scozia per chiedere di mantenere vivo l’oceano e di vietare immediatamente a livello globale la pesca a strascico distruttiva.

(reuters)

9.30 – 190 Paesi e organizzazioni internazionali si impegnano a non utilizzare più il carbone

“La fine del carbone è all’orizzonte”, ha affermato il ministro per gli Affari economici e l’Energia del Regno Unito Kwasi Kwarteng. Ben 190 fra nazioni e organizzazioni internazionali che utilizzano assiduamente il carbone come fonte di energia si sono impegnati ad abbandonare il combustibile fossile. I firmatari hanno promesso di abbandonare il carbone entro il decennio del 2030, per quanto riguarda le econome più sviluppate, e nel decennio del 2040, per quanto concerne i Paesi a basso reddito.

8.20 – Boom delle emissioni

La crisi economica causata dalla pandemia è stata solo una parentesi per il clima e adesso le emissioni globali di CO2, il principale gas responsabile dell’effetto serra, sono tornate a livelli altissimi, anzi il rimbalzo delle emissioni globali è stato “più forte del previsto”. L’allerta arriva da uno studio realizzato dal Global carbon project, pubblicato in occasione del summit internazionale sul clima.


La pandemia aveva fermato gran parte del mondo e le economie fortemente dipendenti dai combustibili fossili, provocando nel 2020 uno spettacolare calo del 5,4% delle emissioni totali. Ma nel 2021, con il ritorno a pieno ritmo all’industria e agli investimenti fortemente inquinanti, le emissioni dovrebbero rimbalzare del 4,9% e avvicinarsi a meno dell’1% al record assoluto del 2019.

7.30 – Obiettivo emissioni zero

“Il 90% dei Paesi del mondo ha ora un obiettivo di zero emissioni. Quando il Regno Unito ha preso la presidenza della Cop26, era il 30%”. Lo ha detto a Glasgow il presidente della Cop26, Alok Sharma. Per Boris Johnson il G20 di Roma ha dato “segnali incoraggianti di buona volontà” da parte dei vari Paesi – “inclusa la Cina” – sul taglio di emissioni necessario a mantenere l’obiettivo dell’accordo di Parigi; ma resta “molta strada da fare” per garantire il risultato, perché anche un aumento di 2 gradi sarebbe “una tragedia” per il Pianeta.