Mentre la bozza del documento finale di Cop26, pubblicata nella notte, esaminata dai governi e già bocciata da ambientalisti e attivisti, il focus della giornata a Glasgow sono stati i trasporti. Si è parlato di come arrivare al più presto a un mercato delle auto completamente a zero emissioni e di come decarbonizzare i settori dei trasporti dove è più difficile tagliare le emissioni, cioè quello marittimo e quello aereo.
Nella giornata è stata firmata anche la Clydebank Declaration per creare rotte decarbonizzate fra i porti. E alcuni rappresentanti delle case automobilistiche si sono impegnati a produrre solo auto a zero emissioni entro il 2040. L’evento più significativo è stato l’impegno da parte di Cina e Stati Uniti di cooperare per il raggiungimento degli obiettivi degli accordi di Parigi.
20.17 – Kerry: “Limitare insieme le emissioni di metano”
Cina e Usa, ha detto Kerry, hanno concordato di “lavorare insieme per limitare le emissioni di metano”. L’impegno della Cina di creare “un piano d’azione nazionale completo e ambizioso sul metano” avrà un “effetto significativo” sulla crisi climatica, ha detto l’inviato Usa per il clima. Gli Stati Uniti e la Cina “non mancano di differenze, ma sul clima, la cooperazione è l’unico modo per portare a termine questo lavoro”, ha proseguito.
20.10 – L’Onu: “L’accordo Usa-Cina è un passo importante verso la giusta direzione”
L’accordo annunciato da Cina e Stati Uniti per rafforzare le loro ambizioni climatiche è “un passo nella giusta direzione”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Accolgo con favore l’accordo odierno tra Cina e Stati Uniti di lavorare insieme per intraprendere un’azione climatica più ambiziosa durante questo decennio”, ha affermato su Twitter, sottolineando che affrontare la “crisi climatica richiede collaborazione e solidarietà internazionali”.
19.56 – Kerry. “Le due maggiori economie del mondo ora lavoreranno insieme con maggiori ambizioni”
L’inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, afferma che è stato raggiunto un “accordo di base per cooperare nella lotta al cambio climatico”
19.11 – Annuncio congiunto Cina e Stati Uniti: “Ci impegniamo a lavorare insieme per rafforzare gli accordi di Parigi”
I due maggiori emettitori al mondo di gas serra, rilasceranno una dichiarazione congiunta sul miglioramento dell’azione per il clima entro il 2030, ha affermato la delegazione cinese. Secondo il programma del sito web dell’agenzia per il clima delle Nazioni Unite, la Cina e gli Stati Uniti terranno conferenze stampa separate e consecutive.
19.00 – Corridoi marittimi puliti, c’è l’adesione di 19 Paesi
Una coalizione di 19 Paesi ha aderito alla Dichiarazione di Clydebank per i corridoi marittimi puliti, il primo quadro in assoluto per creare corridoi di navigazione oceanica a emissioni zero. Lo rende noto Ocean Conservancy rilevando che “è un ottimo primo passo per ripulire i nostri porti, le comunità portuali e il settore marittimo, ma il Clyde Framework lascia spazio a tattiche di ritardo e scappatoie per i combustibili fossili”
18.36 – Descalzi, Eni: “In uno spirito democratico, i processi passano attraverso il bla bla bla”
Intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, alla terza edizione de “L’Alfabeto del futuro” (il tour GEDI news network per raccontare l’innovazione) l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha risposto così alla domanda se l’attivista svedese Greta Thunberg ha ragione a parlare di “bla, bla, bla” senza risultati a Cop26: “La democrazia è fatta di bla bla bla, i processi democratici avvengono parlandone. Non tutti hanno la convinzione di cambiare. In uno spirito democratico, i processi passano attraverso il bla bla bla”
18.24 – Johnson ai leader: “Non ci sono scuse per non agire”
“Non si può stare con mani in mano mentre il mondo è nel caos. Non ci sono scuse per non agire”, ha detto premier britannico Boris Johnson rivolgendosi ai leader mondiali
18.07 – Johnson: “Vicini a porre fine al cambiamento climatico antropogenico”
“Qui a Glasgow il mondo è più vicino che mai a segnare l’inizio della fine del cambiamento climatico antropogenico”, ha continuato Boris Johnson. “Ora è a portata di mano alla Cop26 in questi ultimi giorni. Dobbiamo solo raggiungerlo insieme e afferrarlo”, ha aggiunto.
18.03 – Johnson: “L’obiettivo è tenere in vita il target del tetto di 1,5 °C”
I negoziati della Cop26 sono in dirittura d’arrivo dice Boris Johnson, dopo gli incontri avuto oggi a Glasgow, in veste di capo del governo che ha la presidenza della conferenza. Il traguardo “è in vista”, ha detto il premier britannico, ma “dobbiamo essere più ambiziosi” per raggiungere l’obiettivo che “deve essere raggiunto: tenere in vita” il target del tetto degli 1,5 gradi in più rispetto all’era pre industriale indicato dagli Accordi di Parigi. Un obiettivo “possibile”, ha detto, ma che non esclude “il rischio di fallimento che sarebbe colossale”.
18.00 – Johnson: “Se falliremo, ci meriteremo le critiche”
“Il mondo sa in che caos è il nostro Pianeta” e se falliremo a Glasgow, “ci meriteremo le critiche” che arriveranno, ha detto il premier britannico.
17.57 – Johnson: “Negoziati difficili e poco tempo”
I negoziati alla Cop26 a Glasgow sono “diventati duri con pochi giorni rimasti c’è un enorme quantità di cose da fare”. Lo ha sottolineato il premier britannico, Boris Johnson in conferenza stampa.
17.13 – Sharma: “Nella notte ci aspettiamo testi quasi definitivi”
Il presidente della Cop26, Alok Sharma, ha riferito di aspettarsi la pubblicazione nella notte dei “testi quasi definitivi” su un accordo tra i Paesi partecipanti al vertice sul clima in corso a Glasgow. A quel punto, convocherà “di nuovo tutti i gruppi, i partiti e gli osservatori alle 11 domani in plenaria per ascoltare i punti di vista”.
16.55 – Sharma: “Voglio chiudere venerdì”
“Ho ancora l’intenzione di chiudere la Cop26 alla fine di venerdì. Tutti devono fare compromessi”, ha detto Alok Sharma, presidente della Cop26.
16.34 – L’Iran non siglerà gli accordi se restano le sanzioni
L’Iran non ratificherà l’Accordo di Parigi sul clima fino a quando resteranno in vigore le sanzioni decise nei confronti di Teheran. Lo ha dichiarato, citato dall’agenzia di stampa Irna, Ali Salajegheh, capo del Dipartimento per l’Ambiente iraniano. Anche “se l’Iran completasse il suo processo di adesione all’accordo di Parigi, non sarebbe in grado di attuarlo o di goderne i benefici a causa delle sanzioni. Come può quindi impegnarsi a rispettare questo trattato?”, dice Salajegheh.
15.09 – Johnson: “Progressi significativi, ma c’è molto da fare”
“Tutti i Paesi, quasi 200 di loro, hanno fatto progressi significativi negli ultimi giorni ma c’è ancora molta strada da fare”, dice in un video postato su Twitter il premier britannico, Boris Johnson, arrivato al vertice della Cop26 a Glasgow.
The Environment Act will deliver the most ambitious environmental programme of any country on earth.
It will clean up our air and protect our rivers.
Alongside our net zero target, we’re setting an example for the rest of the world to follow at @COP26. pic.twitter.com/PKnp8unolJ
— Boris Johnson (@BorisJohnson) November 10, 2021
12.34 – Oxfam delusa: “La bozza è debole”
Prime reazioni scettiche da parte di alcune delle ong impegnati sul fronte della tutela ambientale e della giustizia sociale nel mondo alle bozze di documento. Fra i primi a reagire c’è Oxfam, che in una nota denuncia il contenuto del testo come “debole” e insufficiente sull’ampiezza e la tempistica degli impegni previsti per il contenimento delle emissioni carboniche cui viene imputata la minaccia del surriscaldamento della Terra. “La bozza – taglia corto Oxfam – è troppo debole e fallisce nell’obiettivo di dare una risposta all’emergenza climatica che minaccia già ora milioni di persone costrette a vivere in una condizione di caldo senza precedenti e spinte verso un’ulteriore povertà”. Secondo l’ong, nel documento “manca un impegno chiaro e non ambiguo verso il traguardo di fissare non più tardi dell’anno prossimo una più ambiziosa riduzione dei target di riduzione delle emissioni previsti entro il 2030”.
12.00 – Anche sei case automobilistiche promettono di elminare i motori a diesel e benzina entro il 2040
Sei tra le maggiori case produttrici di automobili, oltre a 30 Paesi, regioni e proprietari di flotte, si sono impegnati a eliminare le auto con motore endotermico: l’accordo dovrebbe sostanzialmente segnare l’inizio della fine per i veicoli alimentati a benzina, diesel e gas entro il 2035 nei mercati-chiave e entro il 2040 nel resto del mondo. Dovrebbe aderire al patto un gruppo che insieme rappresenta quasi un quarto delle vendite a livello globale: la svedese Volvo, le statunitensi Ford Motor Co e General Motors Co, Mercedes-Benz, la cinese BYD e Jaguar Land Rover. Volvo si era già impegnata a produrre solo auto elettriche entro il 2030. Il fatto che comunque all’accordo non abbiano aderito la Cina, il più grande mercato automobilistico al mondo, e gli Stati Uniti, l’economia più importante e il secondo mercato automobilistico del pianeta, solleva dubbi sull’effettiva efficacia dell’intesa.
11.51 – “Siete in debito con noi”
Continuano le proteste a margine della Cop. Alcuni attivisti manifestano mostrando dei cartelli: “Siete in debito con noi” e ” I diritti umani non sono negoziabili”.
11.18 – Ispra: “Nel 2020 in Italia +1.54 °C, quinto anno più caldo da 1961”
Mentre a scala globale sulla terraferma il 2020 è stato l’anno più caldo della serie storica – con un’anomalia di +1.44 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990 – in italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, registrando un’anomalia media di +1.54 °C. A partire dal 1985, le anomalie sono state sempre positive, a eccezione del 1991 e del 1996. Il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto al valore normale; il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961. Sono alcune informazioni estratte dal XVI rapporto ‘Gli indicatori del clima in italia’, Realizzato dall’ispra in collaborazione e con i dati del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e delle altre reti di osservazione presenti sul territorio nazionale, che illustra l’andamento del clima nel corso del 2020 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in italia.
11.01 – Greta. “Onu dichiari emergenza globale su clima”
Greta Thunberg e altri giovani attivisti hanno predisposto una petizione legale destinata all’Onu per chiedere al segretario generale, Antonio Guterres, di dichiarare formalmente il problema del surriscaldamento globale come “emergenza climatica sistemica”. Lo riferisce The Guardian dopo aver preso visione del documento.
9.59 – Boris Johnson: “Fare il massimo per tenere il target su 1,5 gradi”
Fare il massimo per “agguantare” il target sul surriscaldamento terrestre non oltre il tetto di 1,5 gradi più dell’era pre-industriale. È l’appello di Boris Johnson, tornato a Glasgow. I negoziatori “sono agli ultimi metri, i più duri”, per cercare di “trasformare le promesse in azione sul cambiamento climatico… ma vi è ancora molto da fare”, ha ammesso il premier britannico: in gioco c’è più del destino “di qualunque singolo Paese”, occorre “unirsi per il pianeta”. “Abbiamo bisogno di eliminare tutti gli ostacoli se vogliamo mantenere l’obiettivo di agguantare gli 1,5 gradi”, il suo ultimo sprone.
9.17 – Il Regno Unito si impegna a far diventare tutto il trasporto pesante a emissioni zero entro il 2040
Tutti i nuovi veicoli pesanti nel Regno Unito saranno a zero emissioni entro il 2040: il governo britannico conferma l’impegno, combinato con l’eliminazione graduale nel 2030 di auto e furgoni a benzina e diesel. Il regno unito diventerà quindi “il primo paese al mondo a impegnarsi a eliminare gradualmente i nuovi veicoli pesanti non a zero emissioni che pesano 26 tonnellate o meno entro il 2035, e tutti i nuovi mezzi pesanti venduti nel regno unito saranno a zero emissioni entro il 2040”
8.49 – La direttrice di Greenpeace: “Questo accordo non è all’altezza del momento”
Jennifer Morgan, la direttrice di Greenpeace International, ha twittato: “La nuova bozza pubblicata oggi non è un piano per risolvere la crisi climatica, è un accordo per tenere le dita incrociate e sperare per il meglio. È una richiesta educata ai Paesi perché facciano, possibilmente, di più l’anno prossimo. Questo non è abbastanza”.
#COP26: The new draft final decision text published today is not a plan to solve the climate crisis, it’s an agreement that we’ll all cross our fingers and hope for the best. It’s a polite request that countries maybe, possibly, do more next year. That’s not good enough.
(1/2)
— Jennifer Morgan (@climatemorgan) November 10, 2021
“I negoziatori non dovrebbero nemmeno pensare di lasciare Glasgow finché non avranno raggiunto un accordo all’altezza del momento. Perché senza dubbio questo non lo è”.
Negotiators shouldn’t even think about leaving Glasgow until they’ve agreed a deal that meets the moment.
Because most assuredly, this one does not.
#COP26(2/2)
— Jennifer Morgan (@climatemorgan) November 10, 2021
I suoi tweet sono stati condivisi anche da Greta Thunberg.
8.18 – Greenpeace: “Bozza troppo debole”
L’accordo che è già stato ‘bollatò dagli ambientalisti come “eccezionalmente debole”. Grenpeace ha notato che il documento non riconosce che i combustibili fossili sono la causa principe della crisi climatica e non si impegna in azioni tangibili per porre fine alla dipendenza globale da carbone, petrolio e gas. Il piano sollecita migliori piani climatici per il 2030 da presentare entro la fine del 2022 in modo da raggiungere 1,5 C di surriscaldamento del pianeta e chiede una più rapida eliminazione graduale dei sussidi al carbone e ai combustibili fossili.
7.28 – Pubblicata la bozza del documento finale
È stata pubblicata nella notte dall’Unfccc la bozza del documento finale della Cop26. Per la prima volta tutti i partecipanti si impegnano per rinunciare al carbone e ai sussidi per i combustibili fossili. Tuttavia non entrano nei dettagli. E sono vaghe anche le altri parti, come il riferimento all’innalzamento della temperatura, i soldi ai Paesi in via di sviluppo e il taglio delle emissioni.