Dopo l’appello all’azione per fare fronte alla crisi climatica da parte dei giovani che hanno protestato ieri a Glasgow, – scontenti degli esiti del summit – tornano le manifestazioni di piazza in tutto il mondo. Da Parigi a Sydney, passando per Londra, Nairobi e il Messico, con più di 200 gli eventi dei movimenti per l’ambiente. La mobilitazione per la “giustizia climatica” insiste per misure immediate in aiuto alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, le più colpite dagli eventi catastrofici legati al riscaldamento globale.

Today hundreds of thousands all over the world marched for the climate, sending a clear signal to people in power at #COP26 to protect people and planet. Our so-called “leaders” aren’t leading – THIS is what leadership looks like! #UprootTheSystem

??: Glasgow, Oliver Kornblihtt pic.twitter.com/v9zbicTGcb

— Greta Thunberg (@GretaThunberg) November 6, 2021

19:00 – Greta: “Se questa è la leadership del mondo”

“I nostri cosiddetti leader non stanno affatto guidando”, ha tuonato Greta Thunberg su Twitter, puntando ancora una volta il dito contro l’inazione dei protagonisti di Cop26, i governi. L’attivista svedese, che oggi ha deciso di non parlare dal palco di Glasgow durante le manifestazioni di protesta, richiama all’ordine i potenti per “proteggere il mondo”.

18:00 – Vanessa Nakate: “Un altro mondo è possibile”

La giovane attivista ugandese per l’ambiente torna a parlare dal palco di Glasgow nella seconda giornata delle manifestazioni per il clima. “Le parole dei leader non sono accompagnate dai fatti”, “basta con questi vertici senza significato, servono azioni concrete”; e servono “adesso”, ha detto rivolgendosi alla folla a chiusura della grande marcia ambientalista di protesta, denominata Day of Action, contro i risultati giudicati deludenti della Cop26 che oggi ha inondato  la città scozzese come altre città del mondo. In gioco “non ci sono delle statistiche”, ma il futuro degli “esseri umani”, ha aggiunto Nakate sottolineando in particolare la minaccia del riscaldamento terrestre sull’Africa. “Insieme siamo forti – ha concluso invocando una leadership dal basso – e possiamo far sì che il cambiamento avvenga. Un altro mondo è possibile”. Gli organizzatori della manifestazione, fa sapere la Bbc nel frattempo, hanno informato che Greta Thunberg ha deciso di non intervenire dal palco.

15:30 – Glasgow, 100mila in corteo sfidando il maltempo

Migliaia di persone si sono radunate in strada a Glasgow sfidando pioggia e vento in un corteo che attraversa la città per chiedere soluzioni ecologiche ed eque alla Cop26. I gruppi che hanno convocato il Global Climate Justice Day sperano di riunire circa 100mila persone. La marcia è iniziata a Kelvingrove Park alle 12. I media britannici citano al momento solo tensioni limitate con la polizia, presente in forze a Glasgow, con alcuni fermi di ricercatori di Scentist Rebellion che si erano incatenati sul George V Bridge bloccando il ponte.


Promossa da piattaforme ambientaliste, indigene, sindacali e femministe, tra le altre, la manifestazione vede la partecipazione di attivisti come Leonidas Iza, della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador, o Verònica Gago, della piattaforma argentina Ni Una Menos.

Cop26, dalla Groenlandia a Glasgow: un iceberg per ricordare la crisi climatica


In un’atmosfera che si preannuncia festosa, malgrado il grande spiegamento di forze di polizia e le cattive condizioni meteo i manifestanti marceranno per circa cinque ore fino a raggiungere il Glasgow Green Park. Parallelamente oggi prosegiono le manifestazioni in 200 città in tutto il mondo, da Seul a Rio de Janeiro, passando per Manila, Città del Messico, Lisbona, Los Angeles e Nairobi.

15:00 – Sharma: “Capisco la rabbia di Greta”

“Capisco totalmente la frustrazione e la rabbia dei giovani” attivisti impegnati in piazza nella battaglia contro il cambiamento climatico, non senza polemiche nei confronti dei leader del mondo e della Cop26 in corso a Glasgow. Lo ha detto il presidente britannico dell’evento, Alok Sharma, nel briefing di giornata, incalzato sulle parole di Greta Thunberg, che ha denunciato la conferenza come un cumulo di “bla bla bla” destinato al “fallimento”. Parole a cui Sharma non ha risposto direttamente, ammettendo peraltro come la conferenza di Parigi del 2015 sia stata solo una conferenza “delle promesse” e come Glasgow debba proprio per questo diventare una conferenza dei fatto: di “attuazione” degli impegni.

Cop26, da Glasgow a Seul: i cortei per il clima invadono le città del mondo

Migliaia di persone si sono radunate in strada a Glasgow nella sesta giornata della Cop26, sfidando pioggia e vento, in un corteo che attraversa la città per chiedere soluzioni ecologiche ed eque alla Cop26. In un’atmosfera che si preannuncia festosa, malgrado il grande spiegamento di forze di polizia e le cattive condizioni meteo i manifestanti marceranno per circa cinque ore fino a raggiungere il Glasgow Green Park. Anche il resto del mondo scende in piazza per il clima: manifestazioni in 200 città, da Seul a Rio de Janeiro, passando per Manila, Città del Messico, Lisbona, Los Angeles e Nairobi. LA GIORNATA IN DIRETTA

Quanto alle accuse sulla credibilità dei finanziamenti per 100 miliardi di dollari annunciati entro il 2030 per sostenere entro la transizione verso la sostenibilità necessaria a frenare il riscaldamento del pianeta anche nei Paesi poveri, Sharma ha assicurato che essi saranno regolati dal “piano più trasparente” mai delineato al riguardo dalla comunità internazionale.

14:00 – Extinction Rebellion blocca il ponte di Glasgow

Gli attivisti di Extinction Rebellion sfilano per le strade di Glasgow, dove prosegue il blocco del ponte King George V, nei pressi della stazione centrale.  “La Cop ha fallito, la gente deve entrare nella resistenza civile!”, scrivono in un tweet. Mentre a Bruxelles sono stati effettuati diversi fermi da parte delle forze dell’ordine che presidiavano l’area attorno a rue de la Loi (area antistante il centro e vicino al quartiere europeo) dove si stava svolgendo una manifestazione non autorizzata per protestare a favore del clima.

13:00 – Idris Elba al fianco degli agricoltori

L’attore britannico Idris Elba e sua moglia, la modella Sabrina Dhowre, hanno partecipato a un panel alla Cop26 per sottolineare l’importanza di aiutare i piccoli produttori a far fronte al riscaldamento globale. La coppia ha partecipato al summit esprimendo sostegno al Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo. Elba ha detto di voler evidenziare i pericoli di interruzione delle catene alimentari globali, perché i piccoli produttori sono particolarmente colpiti dal cambiamento climatico: l’80% del cibo consumato nel mondo, ha detto, è prodotto da agricoltori su piccola scala. “La conversazione sul cibo è qualcosa che deve essere veramente amplificata, e io ho una gran parlantina”.

11:00 – L’Italia per le aree marine protette

Altri 10 Paesi si sono impegnati a considerare area protetta almeno il 30% delle loro riserve marine (l’obiettivo 30by30). Si tratta di Bahrain, Giamaica, St Lucia, Sri Lanka, Arabia Saudita, India, Qatar, Samoa, Tonga, Gambia e Georgia.

L’obiettivo “30by30” è stato posto dalla “Global Ocean Alliance”, un accordo internazionale promosso dal Regno Unito.

Anche l’Italia ne fa parte. Con i nuovi ingressi, i paesi aderenti salgono a 69. I membri della Global Ocean Alliance sono Albania, Antigua e Barbuda, Armenia, Australia, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Belgio, Belize, Benin, Cabo Verde, Cambogia, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Croazia, Cipro, Danimarca, Dominica, Ecuador, Fiji, Finlandia, Francia, Gabon, Georgia, Germania, Guatemala, Guinea, Guyana, Honduras, Israele, Italia, Giamaica, Giordania, Kenya, Kiribati, Lussemburgo, Maldive, Mauritania, Micronesia, Monaco, Montenegro, Nicaragua, Nigeria, Niue, Norvegia, Palau, Panama, Portogallo, Qatar, São Tomé and Príncipe, Samoa, Arabia Saudita, Senegal, Seychelles, Spagna, Corea del Sud, Sri Lanka, St Kitts and Nevis, St Lucia, Svezia, Gambia, Togo, Tonga, Trinidad e Tobago, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Vanuatu.

9:30 – Un’alleanza da 4 mld di dollari per l’agricoltura sostenibile

Quarantacinque governi, guidati dal Regno Unito, si impegnano oggi a investire complessivamente 4 miliardi di dollari in azioni per proteggere la natura e passare a sistemi agricoli più sostenibili, nella giornata della conferenza dedicata alla natura e all’uso della terra. Lo rende noto in un comunicato l’Unfccc (la convenzione dell’Onu sul clima, che organizza le Cop).

Le 10 foreste che inquinano: emettono più CO2 di quanta ne assorbano

Circa un quarto delle emissioni mondiali di gas serra viene dall’agricoltura, dalle foreste e da altri usi del terreno, e questo comporta la necessità di una riforma urgente del modo in cui si coltiva e si consuma il cibo, per fronteggiare il cambiamento climatico. I 4 miliardi di dollari investimenti pubblici che gli Stati si impegnano a mobilitare nell’innovazione agricola saranno spesi nello sviluppo di sementi resistenti al cambiamento climatico e in soluzioni per migliorare la salute del suolo, oltre che nel rendere disponibili queste innovazioni agli agricoltori di tutto il mondo.

L’impegno dei 45 Paesi comprende il sostegno di “Action Agendas”, approvate a livello internazionale, che fissano obiettivi che i governi gli agricoltori ed altri devono prendere attraverso riforme politiche ed innovazione. Sedici paesi lanceranno oggi una “Policy Action Agenda” e più di 160 soggetti aderiranno ad una “Global Agenda for Innovation in Agriculture”, per aprire la strada verso una agricoltura e un settore alimentare più resistenti e sostenibili.

8:30 – Deforestazione, l’Indonesia boccia l’accordo: “È ingiusto”

Oggi sarà anche affrontato il ruolo delle comunità indigene per l’azione climatica e come le loro conoscenze tradizionali possano combinarsi con le moderne tecnologie. Ma dall’Indonesia, uno dei Paesi con foreste pluviali, arriva un “no” all’accordo per la deforestazione.

Honestly, so disappointed at media.

The Amazonian youth from Brazil and Ecuador lead the entire march today in Glasgow and were up on the main stage for almost 30 minutes. Frontline people at the FRONT LINE. Yet no coverage. This is what invisiblization looks like. #COP26 pic.twitter.com/VaggARUA2C

— Helena Gualinga (@SumakHelena) November 6, 2021

A criticare i termini dell’obiettivo di porre fine alla deforestazione entro il 2030, sottoscritto a Glasgow dai leader di 131 Paesi che contengono oltre il 90% delle foreste della Terra, è il ministro dell’Ambiente Siti Nurbaya Bakar che in un post su Facebook ha affermato l’impossibilità di realizzare il target. “Non possiamo promettere ciò che non possiamo fare”, ha scritto il ministro, come riporta Bbc, definendo l’accordo “chiaramente inappropriato e ingiusto”. Nonostante il presidente Joko Widodo abbia firmato il Forest Pledge annunciato lunedì scorso a Glasgow, Siti Nurbaya Bakar ha affermato che lo sviluppo resta la massima priorità dell’Indonesia. L’accordo è stato il primo annuncio importante della Cop26 e promette di porre fine e invertire la deforestazione entro il 2030 mettendo sul tavolo circa 14 miliardi di sterline (19,2 miliardi di dollari) tra fondi pubblici e privati.

8:00 Glasgow torna in piazza. E il mondo non resta a guardare

 “Basta bla bla bla, passiamo all’azione” è uno degli slogan lanciati dai giovani in corteo a Glasgow, dove oggi sono attese 50mila persone che sfileranno di nuovo di fronte al centro congressi che ospita la Cop26. “E’ chiaro che la Cop26 è un fallimento”, ha detto ieri Greta Thunberg, l’attivista svedese che ha definito il summit il “festival del greenwashing”. Nella giornata dei lavori dedicata alla deforestazione e alla conservazione della natura, i movimenti per l’ambiente tornano quindi a ribadire che “non bastano le belle parole, ma servono progetti concreti”.

Cop26, Fridays for Future: “Se nelle stanze del potere non accade nulla siamo pronti a scendere in piazza”

Tante le sfide della Cop26 in un contesto di pandemia che nel mondo ha indebolito ancor di più i paesi Poveri, già vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. Ai tavoli del summit circa 200 delegazioni stanno studiando come limitare, come previsto dall’accordo di Parigi, il riscaldamento globale ben al di sotto di +2 °C, e se possibile a non più di +1,5 °C. Ogni decimo di grado in più di riscaldamento globale porta con sé ondate di calore, incendi o inondazioni. Secondo le ultime stime dell’Onu, il mondo si sta attualmente muovendo verso un riscaldamento “catastrofico” di +2,7°C. E secondo un recente studio, le emissioni globali di CO2, il principale gas serra, sono rimbalzate nel 2021 a livelli vicini ai record registrati prima della pandemia di Covid-19.