Le città, le regioni e l’ambiente edificato sono i temi dell’undicesima giornata della Cop26 di Glasgow. È la penultima della conferenza e l’ultima a tema. Ma è probabile che l’attenzione sarà catalizzata dalle trattative fra gli Stati sulla bozza di documento finale. L’obiettivo, dice la presidenza britannica, è “tener vivo il target di 1,5 gradi”.
Nella notte è stata diffusa la bozza di documento sulla trasparenza, cioè sulle regole comuni che, secondo l’Accordo di Parigi, gli Stati devono osservare per comunicare i loro progressi nella decarbonizzazione. In plenaria il presidente della Cop26 Alok Sharma ha incontrato i ministri che ciascuno Stato ha delegato a seguire la Cop. L’Italia è stata rappresentata dalla Ue.
Fra i negoziatori, il clima è positivo. Nonostante la complessità dei dossier e la difficoltà delle decisioni politiche da prendere, viene rilevata la voglia di tutti di arrivare a risultati concreti. L’accordo annunciato fra Stati Uniti e Cina su azioni comuni per il clima è stato un segnale rassicurante.
19.55 Cingolani: bozza di comunicato finale ma non è detto che si finirà domani
“Sarebbe bello che i lavori si chiudessero domani” come previsto, “però ci può stare anche che ne venga una notte di negoziazione. Si vedrà nella giornata di domani quali sono le probabilità di chiudere in serata o di dover andare a sabato”. Così il ministro Cingolani in un videocollegamento all’evento “L’economia del futuro”. “C’è già una bozza di quello che potrebbe essere il comunicato finale, ma ci sono anche sempre molte novità nelle ultime ore” ha detto il ministro della transizione ecologica.
19.12 monta il pessimismo. Guterrez (Onu): l’obiettivo +1,5 °C è “in fin di vita”. Sharma: “Il tempo sta per scadere”
(Ansa) L’obiettivo di mantenere l’aumento medio della temperatura del Pianeta entro gli 1,5 gradi è “in fin di vita”. Non cerca scappatoie sui negoziati in corso, alla Cop26 a Glasgow, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres; eppure quando mancano ormai poche ore alla chiusura del vertice mondiale sui cambiamenti climatici auspica che, “fino all’ultimo momento, la speranza sia mantenuta viva”.
Nonostante l’accordo di collaborazione sui target tra Usa e Cina, giudicato comunque come un passo importante, Guterres non vede una chiusura positiva per i lavori della Conferenza: non produrranno “molto probabilmente” gli impegni di riduzione di CO2 necessari a rimanere al di sotto della soglia degli 1,5 gradi.
Gli fa eco il presidente della Cop26, Alok Sharma: “Il tempo per prendere decisioni sul cambiamento climatico sta per scadere”.
19.01 – Glasgow: attivisti sgonfiano le gomme ai Suv per ‘violazione climatica’
Circa 60 Suv parcheggiati per le strade di Glasgow si sono ritrovati con le gomme a terra. Una protestadegli attivisti che hanno accusato queste auto di ‘violazione climatica’. “Se i suv fossero un Paese – recita il volantino lasciato sui vetri delle auto – nel 2018 sarebbero stati il settimo paese per emissioni”. “Usa i mezzi pubblici o auto più piccole”, conclude il volantino.
NEW: activists have deflated the tires of around 60 4X4s in a Glasgow’s west end in protest at the cars high levels of emissions. according to the International Energy Agency SUVS were the 2nd largest contributor to the increase in global carbon emissions after power 2010-2018 pic.twitter.com/FsDLLO37Gq
— huck (@HUCKmagazine) November 11, 2021
18.32 – Guterres: “promesse vuote finché si finanziano le emissioni”
Finché i governi continuano a finanziare progetti basati sull’utilizzo di carbone e gas, le promesse sul taglio delle emissioni sono “senza valore”. Lo ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha anche osservato come si siano fatti molti progressi nel corso della conferenza, ma che questi “non guardano abbastanza avanti”. Il segretario generale ha fatto appello ai governi delle nazioni più ricche di “mostrare l’ambizione necessaria” nel combattere la crisi climatica, aggiungendo che “non ci si può accontentare”. “Ogni Paese, ogni città, ogni azienda, ogni istituzione finanziaria deve ridurre radicalmente, in modo credibile e verificabile, le proprie emissioni e decarbonizzare i propri progetti a partire da ora”.
18.13 – La Santa Sede: “Bene gli impegni assunti dagli Stati”
La delegazione della Santa Sede “ha portato davanti ai partecipanti alla Cop26 le preoccupazioni del Papa per la casa comune, rimarcando il volto umano della crisi climatica, il suo impatto sui più poveri e quanti hanno fatto meno per provocarla”. Gli “ambiziosi impegni presi dagli Stati per limitare l’innalzamento della temperatura media globale a 1,5 °C sopra i livelli preindustriali e fornire le risorse finanziarie necessarie per farlo sono promettenti e anzi essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili”. La Delegazione della Santa Sede “apprezza gli impegni che gli Stati hanno assunto nelle loro dichiarazioni”.
17.06 – Vanessa Nakate: “È difficile credere alle vostre promesse, ma vi prego: dimostrateci il contrario”
“Ci sono state 25 Cop prima i questa. E ogni anno i leader vengono a queste negoziazioni sul clima con una serie di nuove promesse, impegni. E quando una Cop finisce, le emissioni continuano a salire. Quest’anno non sarà diverso”, ha detto l’attivista ugandese Vanessa Nakate parlando col segretario dell’Onu Antonio Guterres.
“Le promesse non fermeranno la sofferenza delle persone. Solo l’azione immediata e drastica ci porterà fuori dal baratro. È difficile credere ai vertici del business e della finanza quando non sono stati di parola in passato. Semplicemente non ci crediamo. Ma sono qui adesso per dire: dimostrateci che abbiamo torto. In realtà sono qui per pregarvi: dimostrateci che abbiamo torto”.
16.27 – L’appello dei climatologi: “Occorre agire immediatamente”
Oltre 200 climatologi hanno lanciato un appello affinché si agisca immediatamente e in maniera decisa contro il riscaldamento globale in questo momento “storico” per il futuro dell’umanità. “Noi climatologi – recita la lettera aperta – sottolineiamo la necessità di azioni immediate, forti, rapide, sostenibili e su larga scala per limitare il riscaldamento ben al di sotto dei +2 °C e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C. La Cop26 è un momento storico per le sorti del clima, delle società e degli ecosistemi perché le attività umane hanno già riscaldato il pianeta di circa +1,1 °C e le future emissioni di gas serra determineranno l’ulteriore riscaldamento”.
16.13 – Austria: “I negoziati potrebbero prolungarsi oltre il previsto”
La ministra dell’Ambiente austriaca Leonore Gewessler si sta preparando a uno o due giorni ulteriori di difficili negoziati, nonostante la conclusione di Cop26 sia ufficialmente in programma il 12 novembre. “Davanti a noi rimangono due giorni intensi, probabilmente almeno una notte intensa, o forse due”.
15.51 – Timmermans: “Il testo sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili deve rimanere”
Il testo sull’eliminazione graduale dei sussidi per i combustibili fossili deve rimanere nella versione finale delle conclusioni della Cop26, ha affermato il capo della politica climatica dell’Ue. “Deve essere parte della conclusione qui oggi”, ha detto riferendosi ai termini inclusi in una prima bozza di decisione pubblicata mercoledì. “Rimuoverlo sarebbe un segnale estremamente, estremamente brutto.”
15.36 – Timmermans: “Le politiche climatiche dell’Ue vanno oltre l’accordo Usa-Cina”
Il capo della politica climatica dell’Unione europea ha affermato che le ambizioni dell’Ue vanno “ben oltre l’accordo tra Usa e Cina” in fatto di politiche climatiche.
15.26 Timmermans: “Si può ancora completare il regolamento degli Accordi di Parigi”
Il regolamento per l’attuazione dell’accordo sul clima di Parigi del 2015 potrebbe ancora essere completato alla Cop26 di Glagow questa settimana, ha dichiarato Frans Timmermans, capo della politica climatica dell’Unione europea. “Penso che potremmo ancora completare il regolamento di Parigi. Ci consentirà di iniziare a realizzare ciò che è stato concordato sei anni fa in modo trasparente per tutti e responsabile per tutti”, ha detto.
Cop26, il cimitero di Extinction Rebellion: “In memoria di tutte le vittime della crisi climatica”
14.58 – Il presidente Sharma: “Tanto lavoro da fare, non ci siamo ancora”
Alok Sharma, rivolgendosi ai delegati dei vari Paesi nella penultima giornata di negoziati ha detto: “Voglio essere chiaro, c’è ancora molto lavoro da fare e non ci siamo ancora”, ha rimarcato, per poi aggiungere che il lavorio sotterraneo di queste ore e i colloqui di oggi “devono preludere a un ulteriore cambio di marcia”. Il ministro del governo di Boris Johnson ha quindi ribadito ancora una volta l’obiettivo chiave: assicurare impegni tali da tener vivo l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi del 2015
14.48 – Europa Verde: “L’Italia assente dal vertice su contrasto al nucleare”
Europa Verde attacca il ministro Cingolani e lo accusa di voler accordarsi con la Francia per l’uso del nucleare nella transizione energetica. “All’imminente conferenza stampa in ambito Cop26 contro l’inserimento del nucleare nella tassonomia Ue, a cui partecipano Germania, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Spagna – dichiarano in una nota Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde – non sarà presente l’Italia, a ulteriore conferma delle malcelate posizioni pro nucleare del ministro Cingolani”.
12.38 – Guterres: “Non accontentiamoci del minimo, tutti i Paesi facciano di più”
Su Twitter il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres invita i Paesi a fare di più: “A un giorno dalla fine di Cop26 non possiamo accontentarci del minimo comune denominatore dell’azione per il clima. Faccio appello a tutti i Paesi perché siano più ambiziosi nella mitigazione, nell’adattamento e nella finanza”.
One day before the end of #COP26, we cannot settle for the lowest common #ClimateAction denominator.
I appeal to all countries to increase ambition in mitigation, in adaptation and in finance.
— António Guterres (@antonioguterres) November 11, 2021
11.56 – Italia aderisce alla Boga per uscire dalla produzione di gas e petrolio
L’Italia ha aderito alla Beyond Oil and Gas Alliance (Boga), un accordo fra Paesi per uscire dalla produzione di petrolio e gas, lanciato da Danimarca e Costarica. L’annuncio è arrivato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani in diretta da Glasgow al programma del National Geographic Fest 2021.
Cop26, Cingolani: “L’Italia aderisce all’alleanza per smettere di produrre gas e petrolio”
“Sono appena uscito dalla ministeriale e ho comunicato al collega danese la nostra adesione” afferma Cingolani sottolineando che rispetto a questo programma “l’Italia è persino più avanti. Siamo molto avanti sul phase out del carbone e sul gas abbiamo le idee chiare: abbiamo il più grande programma di rinnovabili al momento scritto che prevede 70 miliardi di watt in più di impianti rinnovabili nei prossimi 9 anni. Il nostro obiettivo è arrivare al 2030 al 70% di energia elettrica rinnovabile” .
11.17 – Cina: “La dichiarazione con gli Stati Uniti è un esempio di cooperazione”
La dichiarazione congiunta Cina-Usa maturata a sorpresa sui cambiamenti climatici “è il prodotto di scambi sinceri e sforzi attivi per espandere il consenso” tra le parti. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin ha osservato nel briefing quotidiano che “questo dimostra ancora una volta che Cina e Stati Uniti possono cooperare su questioni di importanza globale e realizzare grandi cose a beneficio di entrambi i Paesi e del mondo”.
10.25 – Papa Francesco: “Il tempo sta finendo, non sprechiamo quest’occasione”
“Imploriamo i doni divini di saggezza e forza su coloro che sono incaricati di guidare la comunità internazionale mentre cercano di affrontare questa grave sfida con decisioni concrete ispirate dalla responsabilità verso le generazioni presenti e future. Il tempo sta finendo; questa occasione non dev’essere sprecata, a meno di dover affrontare il giudizio di Dio per la nostra incapacità di essere amministratori fedeli del mondo che lui ha affidato alle nostre cure”, ha scritto il Papa nella lettera inviata ai cattolici di Scozia in cui esprime il suo dispiacere per non aver potuto partecipare alla Cop26.
10.10 – Il Regno Unito lancia un piano per città e regioni dei Paesi emergenti
Il governo britannico ha lanciato un nuovo programma chiamato Urban Climate Action per sostenere le città e le regioni dei Paesi in via di sviluppo più colpite dai cambiamenti climatici nella loro transizione verso le emissioni zero di gas serra con l’obiettivo di raggiungerle entro il 2050. Si prevede lo stanziamento di 27,5 milioni di sterline (32 milioni di euro) nell’ambito dell’impegno internazionale per il clima del Regno Unito. Il progetto è rivolto a sostenere le città di Africa, Asia e Sudamerica per affrontare il cambiamento climatico e creare un futuro sostenibile. Fra i centri coinvolti ci sono Nairobi, Kuala Lumpur e Bogotà: verranno avviate iniziative per sviluppare sistemi di trasporto pubblico a basse emissioni, migliorare la gestione sostenibile dei rifiuti e la pianificazione del rischio climatico. A oggi oltre mille città e regioni in tutto il mondo – oltre un quinto della popolazione urbana globale – si sono impegnate a raggiungere l’obiettivo del ‘net zerò entro il 2050.
9.45 – Tuvalu lavora per rimanare uno Stato anche se verrà sommerso dall’innalzamento del mare
Tuvalu sta lavorando per capire come mantenere la statualità anche nel caso in cui venga completamente sommerso dall’innalzamento delle acque a causa del cambiamento climatico. “Stiamo immaginando lo scenario peggiore quando saremo costretti a spostarci o le nostre terre saranno sommerse”, ha spiegato il ministro degli Esteri Simon Kofe. Lo Stato del Pacifico, formato da 1.156 isole, è infatti considerato uno dei territori più a rischio di scomparsa a causa dell’innalzamento del livello del mare. “Stiamo guardando strade legali per mantenere la proprietà delle nostre zone marittime, il riconoscimento come Stato sulla base del diritto internazionale”, ha sottolineato.
Il ministro di Tuvalu con l’acqua alle ginocchia: “Ecco gli effetti della crisi climatica. Da Cop26 servono azioni coraggiose”
9.14 – Le bozze sui 3 meccanismi di mercato del carbonio
Sono tre i meccanismi di mercato internazionale delle emissioni di carbonio previsti dall’articolo 6 dell’Accordo di Parigi, sui quali si sta trattando alla Cop26. Le tre bozze dei documenti per l’attuazione di questi meccanismi sono state pubblicate sul sito della conferenza. Tutti e tre i sistemi secondo l’Accordo debono essere realizzati, perché si integrano fra di loro.
Il primo meccanismo, al paragrafo 2 dell’articolo 6, è simile all’Ets dell’Unione europea. Prevede un scambio di quote di emissioni fra gli stati. Il secondo meccanismo, al paragrafo 4, è di tipo progettuale, cioè basato su progetti: prevede che uno stato possa realizzare un intervento di decarbonizzazione in un altro stato (una centrale solare o eolica o un impianto di riciclo, ad esempio), e questo compensa in una misura prestabilita le sue emissioni. I primi due meccanismi sono di mercato, mentre il terzo, al paragrafo 8, è definito di “non mercato”. Non è basato su scambi economici come gli altri, ma sulla cooperazione internazionale. Uno stato può realizzare un intervento di decarbonizzazione all’estero, e questo viene quantificato come un suo contributo al fondo da 100 miliardi di dollari all’anno per gli aiuti sulla decarbonizzazione ai paesi meno sviluppati, previsto dall’Accordo di Parigi. Il fondo doveva essere attivato già nel 2020, e a Glasgow l’obiettivo è di farlo partire entro il 2023.