Ultima decisiva giornata dei negoziati a Glasgow, al vertice Onu per il clima. Negli ultimi giorni le speranze che si trovi un accordo per limitare il riscaldamento globale a un aumento di 1,5 °C rispetto ai valori preindustriali si sono decisamente affievolite. Questa volta il grande ostacolo sembra essere il finanziamento: i Paesi più poveri vogliono più soldi e più a lungo di quanto i Paesi ricchi siano disposti a concedere.
L’agenda della giornata è aperta e i lavori, per la verità, potrebbero anche slittare e chiudersi finesettimana (come accadde a Parigi). Il governo britannico ha più volte insistito nella volontà di chiudere entro il termine prescritto e, nelle ultime ore, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il Green Deal, Frans Timmermans, ha detto di aver rilevato una “dinamica positiva” e una crescente sensazione tra i leader che “si voglia arrivare a un accordo”. Ma, dal dire ai fatti, “c’è molto lavoro da fare”, ha confermato lo stesso presidente della Cop26, Alok Sharma, pur assicurando di apprezzare “quanto si stiano impegnando le delegazioni” e che hanno affrontato una “sfida monumentale” per raggiungere una conclusione credibile.
18.32 – Timmermans: “Possibile chiudere accordo oggi o domani”
“Possiamo arrivare oggi o domani” a un compromesso sul Regolamento dell’Accordo di Parigi, “ma a quel punto il lavoro è soltanto all’inizio” e “abbiamo un anno per metterci in pari” con l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi il riscaldamento globale. Il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans ha aggiunto che occorre “creare fiducia, poiché non abbiamo ancora consegnato i 100 miliardi di dollari” all’anno “che erano stati promessi anni fa” per consentire ai Paesi in via di sviluppo di progredire verso la sostenibilità.
18.14 – Johnson ai Paesi ricchi: “Ora soldi sul tavolo”
I Paesi ricchi devono “mettere i contanti sul tavolo”, e lo devono fare adesso, se vogliono contribuire al successo della CoP26. Lo ha detto stasera Boris Johnson da Londra, avvertendo che si tratta di un punto cruciale per consentire ai Paesi in via di sviluppo di fare “i cambiamenti necessari” verso la sostenibilità. “La gente ci guarda”, ha aggiunto il premier britannico, serve “coraggio” per suggellare decisioni che “comincino a rimuovere la minaccia antropogenica del cambiamento climatico”. “La CoP non può risolvere tutto, ma può essere un inizio”.
16.21 – Timmermans: “Nuovo compromesso migliore di 2 anni fa”
“Riteniamo che il compromesso sul tavolo qui a Glasgow sia un’opzione migliore di quello che era sul tavolo della Cop25 a Madrid nel 2019”, ha ribadito il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans alla plenaria della Cop26. La bozza del testo dei negoziati “può portare a mercati solidi, ma dobbiamo agire in fretta in modo” da “andare via dicendo che finalmente il Regolamento” che completa l’Accordo di Parigi “è stato concordato”.
16.14 – Timmermans: “Su finanza sostenibile bene creatività Draghi”
“Se vogliamo davvero essere sulla buona strada” per raggiungere l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi il riscaldamento globale come previsto dall’Accordo di Parigi, “avremo bisogno di molta più potenza finanziaria, e saluto la creatività di persone come i primi ministri Mia Mottley, Mario Draghi e altri che hanno detto di guardare al ruolo che gli obblighi di informativa sulla sostenibilità (Sdr)” in finanza “potrebbero svolgere in tutto questo. Mobilitiamo tutti gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans.
16.07 – India: “Aumentare i fondi per mitigazione e adattamento”
“È urgente aumentare i finanziamenti per la mitigazione e l’adattamento” al cambiamento climatico nei Paesi più vulnerabili, e l’India “esprime profonda delusione per lo stato di avanzamento sulla finanza climatica”. Lo ha detto la rappresentante indiana alla Cop26 durante la plenaria. “Va ricordato il ruolo di chi ha emesso più gas serra storicamente. Non andiamo via da Glasgow senza un impegno accresciuto per la mitigazione e l’adattamento”.
16.00 – Kerry: “I sussidi ai combustibili fossili sono una follia”
L’inviato degli Stati Uniti per il clima John Kerry ha definito una “follia” la decisione di spendere grandi quantita’ di denaro in sussidi ai combustibili fossili. Intervenendo in conferenza stampa Kerry ha dichiarato che migliaia di miliardi di dollari sono stati spesi in sussidi “negli ultimi cinque o sei anni”, il che corrisponde in pieno alla “definizione di follia”. La dichiarazione giunge dopo che una bozza di testo della conferenza esorta a porre fine al supporto “inefficiente” per l’energia inquinante.
15.30 – La protesta entra dentro il centro congressi
La protesta degli attivisti giunti da ogni parte del mondo invade le sale del centro congressi di Glasgow che sta ospitando Cop26. Un cordone rosso tenuto in mano da migliaia di persone unisce tutti i rappresentanti di associazioni, onlus, gruppi studenteschi, rappresentanti delle comunità indigene e di vari movimenti che hanno scelto di manifestare a pochi metri di distanza dai delegati intenti a ultimare l’accordo proprio nell’ultimo giorno ufficiale della conferenza sul clima. “Sappiamo tutti cosa c’è da fare, per questo vogliamo che l’accordo venga firmato ora”.
Cop26, la protesta entra dentro il centro congressi: “Sappiamo tutti cosa serve, firmate l’accordo ora”
14.18 – Sharma: “Rimangono ancora questioni da chiarire”
“Rimangono alcune questioni chiave ancora da chiarire, sulle quali non c’è sufficiente chiarezza. Questo è lo scopo di questa plenaria che ho convocato”, ha detto il presidente della Cop26 Alok Sharma aprendo la riunione plenaria della conferenza. “I negoziati politici e tecnici continuano, con uno spirito positivo . Abbiamo fatto molti progressi, la bozza diffusa stamani ci porta un passo in avanti verso un risultato efficace ed equilibrato. Ma il risultato non è ancora chiaro, ci sono freni e ostacoli”. E ha concluso: “Amici è mia sincera intenzione chiudere questa conferenza al termine di questa giornata. Il giorno è arrivato. Mi servono le vostre soluzioni pragmatiche”.
13.17 – Kerry, ottimista su raggiungimento accordo
John Kerry si è detto “ottimista” sulla possibilità di raggiungere un buon accordo. L’inviato per il clima degli Stati Uniti in una intervista alla Bbc ammette che ci sono ancora problemi da risolvere, anche sulle misure finanziarie da adottare, ma insiste che “questo processo ci mette sulla buona strada” per mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto degli 1,5°C. Rispondendo alle accuse secondo cui le nazioni più ricche non hanno ancora consegnato i 100 miliardi di dollari all’anno promessi a quelle più povere, incolpa “qualcuno chiamato Donald Trump” per aver tagliato i finanziamenti.
12.41 – Greenpeace: “C’è ancora lo zampino delle lobby dei combustibili”
La direttrice esecutiva di Greenpeace international, Jennifer Morgan, dichiara: “Potrebbe e dovrebbe essere migliore, abbiamo un ultimo giorno per rendere il testo di chiusura della Cop26 molto, molto migliore di com’è. Nel nuovo testo c’è ancora lo zampino delle lobby dei combustibili fossili e questo non è l’accordo ambizioso che la gente si aspetta da Glasgow”.
11.40 – Wwf: “Passi indietro ma bene ruolo natura”
La bozza “di un possibile accordo, che era stata presentata alla Cop26, è stata rivista e ha fatto passi indietro rispetto ad alcune aree chiave”. Lo afferma il Wwf, che di fronte all’emergenza climatica, aveva considerato il testo precedente come una base di partenza e si aspettava diventasse più forte e concreto nelle aree cruciali. Tuttavia, è “incoraggiante – aggiunge il Wwf – che il nuovo testo sottolinei il ruolo cruciale della natura nel raggiungimento dell’obiettivo fissato dell’Accordo di Parigi”.
11.28 – Oxfam: “Nella bozza mancano elementi vitali”
Alla seconda bozza del testo finale della Cop26 “mancano ancora alcuni elementi vitali” ad avviso del capo delegazione dell’Oxfam a Glasgow Tracy Carty. “La cosa più lampante – spiega in una nota – è la mancanza di menzione del piano finanziario per perdite e danni che è stato proposto la scorsa notte dal gruppo del G77 dei Paesi in via di sviluppo.
‘Riconoscerè le perdite e i danni non riporterà indietro le case sommerse, i campi avvelenati e i propri cari ormai perduti. I Paesi ricchi devono smettere di bloccare il progresso e impegnarsi a fare qualcosa”.
10.20 – La prossima Cop si terrà in Egitto
L’Egitto è stato ufficialmente selezionato per ospitare la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2022 (Cop27) che si terrà nel novembre 2022 a Sharm El-Sheikh. Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno l’edizione 2023 della conferenza.
9.00 – Una nuova bozza di accordo
Arriva all’alba dell’ultimo giorno di Cop26 la nuova bozza di “cover decision”, il riassunto di copertina di quello che dovrebbe essere l’accordo finale di questa tormentata Cop26. Che la sollecitazione a uscire dal carbone a chiudere i sussidi ai combustibili fossili, invito contenuto nella prima bozza di due giorni fa, fosse uno degli ostacoli principali lo si era capito subito. E il testo diffuso questa mattina lo conferma ampiamente.
Il nuovo testo recita: ” (…) si invitano i Paesi ad accelerare l’eliminazione graduale delle centrali a carbone senza abbattimento di emissioni e dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili”. L’introduzione di due sole parole, “unabated” e “inefficienti”, rispetto al testo proposto dalla presidenza britannica della Cop, ma che modificano radicalmente la portata dell’articolo. Con questa formulazione sarà possibile continuare a bruciare carbone, a patto però di ridurne in qualche modo il rilascio di gas serra nell’atmosfera. Così come sarà possibile continuare a dare sussidi ai combustibili fossili (solo in Italia molti miliardi di euro all’anno) eliminando solo quelli inefficienti (dal nostro inviato Luca Fraioli)
8.30 – La chiusura del summit: una corsa verso +1,5 °C
Tutti pensano che si continuerà a trattare nella notte. Nella migliore delle ipotesi, si chiuderà sabato mattina (e bisogna vedere con quale accordo). Nella peggiore, come è già successo in altre Cop del passato, si potrebbe finire anche a domenica. I nodi politici non sono ancora sciolti: revisione degli impegni di decarbonizzazione entro la fine del 2022, mercato globale del carbonio (l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi), trasparenza (le regole per comunicare i risultati di decarbonizzazione degli stati), Paris Rulebook (le regole per applicare l’Accordo del 2015 sul clima).
“Cop26, promesse vaghe e phase-out dal carbone troppo lontano”, perché la bozza di accordo non piace agli ambientalisti
Ieri sono finiti i convegni e le giornate a tema, con le parate di vip, politici ed esperti. Oggi sarà soltanto una giornata di negoziati, lunga e difficile, con tecnici e ministri. Una corsa in salita e contro il tempo, per arrivare al traguardo ambizioso di +1,5 °C. Il mondo guarda a Glasgow, per vedere se i suoi leader avranno il coraggio di salvarlo dalla crisi climatica.
8.17 – Ipcc, fino a 1000 miliardi di dollari all’anno per adattamento agli effetti della crisi climatica
Fino a mille miliardi di dollari all’anno potrebbero essere necessari per l’adattamento agli effetti della crisi climatica nel mondo, da qui al 2050. Lo scrive l’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’Onu, in una bozza del suo rapporto annuale che uscirà all’inizio del 2022 e che la France Press ha visionato. “I costi di adattamento sono considerevolmente più elevati di quello che si stimava precedentemente – si legge in un riassunto del rapporto di 4000 pagine -. Le disposizioni esistenti per finanziare l’adattamento sono inadeguate di fronte all’ampiezza anticipata degli impatti cilmatici”.