Secondo le previsioni del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), la regione del Mediterraneo orientale, in particolare la Grecia, Cipro e la Turchia occidentale, sarà interessata da una significativa intrusione di polveri sahariane nei prossimi giorni, con un aumento dell’intensità il 13-14 giugno, con importanti implicazioni per la qualità dell’aria nella regione. Le polveri hanno attraversato l’Italia meridionale e la Sicilia l’11 giugno e stanno per raggiungere la Grecia, la Bulgaria meridionale e i Balcani, Cipro e la Turchia occidentale.

Copernicus prevede un’intensificazione delle polveri verso la fine della settimana, con livelli di PM10 nell’intervallo 150-200 µg/m3 in Grecia e nella Turchia occidentale, ben oltre la soglia di esposizione media di 24 ore di 50 µg/m3 stabilita dalle linee guida dell’Unione Europea per questo tipo di inquinanti. Nell’infografica GEA la localizzazione delle aree interessate dall’arrivo della sabbia del Sahara.

La polvere del deserto raggiunge Milano: il cielo vira verso il giallo

“Il trasporto di polveri sahariane attraverso il Mediterraneo verso l’Europa non è insolito. Le osservazioni mostrano un aumento dell’intensità e della frequenza di questi eventi in alcune parti d’Europa negli ultimi anni, evidenziando l’importanza di un monitoraggio continuo della nostra atmosfera per capire come la qualità dell’aria potrebbe cambiare in relazione a questi episodi”, spiega Mark Parrington, scienziato senior del CAMS. L’intensità e il numero relativamente elevato di intrusioni di polvere sahariana negli ultimi mesi hanno sollevato dubbi sulla possibilità che queste siano legate a cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica.


Rischi per chi soffre di asma e malattie respiratorie

La nuova ondata di polvere rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute di milioni di cittadini, avverte la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione peso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano – spiega il presidente Alessandro Miani – Polveri che possono elevarsi fino a 10 mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia. Si stima che dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi al PM2.5 e PM10 già presente in atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute pubblica“.

 

 “I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma – prosegue Miani – Le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo. Non a caso uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental Medicine ha accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie in presenza di polveri sahariane nell’aria. Come Sima il consiglio è quindi quello di evitare il più possibile l’esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori“.