Il decreto siccità approvato ieri dal Consiglio dei ministri ha soprattutto un obiettivo: velocizzare le procedure autorizzative, rendere più rapida la realizzazione delle infrastrutture idriche, e, secondo quanto detto in una nota dal Mit, “rendere l’azione del Governo e delle Regioni massimamente efficace e più coordinata”. Per questo, viene istituita una cabina di regia, che fa capo al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e verrà nominato un commissario straordinario nazionale, al quale spetterà di predisporre interventi urgenti, sulla falsariga di quanto avvenuto durante l’emergenza Covid.
In attesa della nomina del Commissario, il nome del quale non è ancora noto, sono stati indicati anche i tempi per l’attuazione del decreto e alcune priorità d’azione. Ecco i punti principali:
- La cabina di regia ha il compito di effettuare entro 30 giorni “una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica e, tra queste, quelle suscettibili di essere realizzate da parte del Commissario straordinario nazionale”. Nel caso di ritardi o di altre criticità nella realizzazione di singoli interventi infrastrutturali del settore idrico, la Cabina di regia attiva procedure per superare ritardi o criticità emerse e può anche nominare singoli Commissari ad acta. La prima riunione della Cabina di regia si terrà tra un mese.
- Il commissario straordinario sarà indicato dalla Presidente del Consiglio (al momento non sono ancora stati fatti nomi in proposito). Il suo ruolo sarà di intervenire con poteri sostitutivi in caso di inerzia o ritardo nella realizzazione degli interventi e sulla gestione delle risorse idriche. Su delega del presidente del Consiglio dei ministri, poi, potrà intervenire adottando, in via sostitutiva, gli atti o i provvedimenti o, se necessario, dando esecuzione ai progetti. Sarà in carica fino al 31 dicembre 2023, ma l’incarico sarà prorogabile di un anno.
- Il decreto prevede un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello PNRR.
- Si introducono specifiche misure per aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e ridurre dispersioni di risorse idriche.
- Per aumentare la resilienza dei sistemi idrici al cambio climatico si indicano: l’aumento dei volumi utili degli invasi; la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito; il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo; l’introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione.
- Alle opere ritenute urgenti per il contrasto della crisi idrica si applicheranno procedure semplificate e si ridurranno i tempi per le attività di verifica dell’impatto ambientale.
- Entro il 30 settembre 2023, le Regioni potranno intervenire per mettere in efficienza gli invasi esistenti, in particolare attraverso le attività di manutenzione da fanghi e sedimenti.
- Gli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto ai fenomeni di scarsità idrica, istituiti presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale, monitoreranno il corretto utilizzo delle risorse.