“Non nutrite le cornacchie!”, ammonivano le targhe poste nel prato del Jardin des Plantes di Parigi fino a due anni fa, specificando in dettaglio che questi volatili fanno danni perché scavano buche nel prato e svuotano i cestini della spazzatura. Oggi, al contrario, passeggiando per i viali del frequentatissimo parco sulla Rive Gauche della Senna si incontrano cartelli illustrati con un corvide che ha un mozzicone nel becco, sotto cui campeggia la scritta: “Se gli uccelli possono farlo, perché noi no?”. L’atteggiamento nei confronti dei vociosi pennuti è radicalmente cambiato grazie al primo progetto di collaborazione interspecie per la lotta all’inquinamento, un esperimento che ha ingaggiato come netturbini e testimonial della più originale campagna di pulizia della città corvi, cornacchie, gazze e altri corvidi.

 

Questi animali hanno imparato a raccogliere i piccoli rifiuti grazie al lavoro della startup Birds for Change, fondata nel 2020 dai due amici Jules Mollaret, oggi 24 anni, laureato in business e commercio, e Thibault Cour, 25, ingegnere. La giovane impresa ha sede ad Aix-en-Provence (Marsiglia) e l’idea di allearsi con gli animali è nata dall’osservare dei piccioni che ripulivano le briciole davanti a una panchina, comportamento che ha suggerito a Mollaret una domanda e una sfida: e se gli uccelli potessero raccogliere anche i mozziconi?

Il riscatto delle cornacchie: educano gli umani

“Vedere le cornacchie raccogliere i mozziconi ci fa riflettere sulla nostra inciviltà: una sorta di scossone per le coscienze”, ci spiega Mollaret. “Oltre a pulire le città, il nostro progetto serve a sensibilizzare le persone sull’inquinamento da plastica e a renderle consapevoli dell’intelligenza dei corvidi, spesso considerati dannosi”. Per arruolare i pennuti dell’Orto botanico più importante di Francia, Birds for Change ha stretto un accordo di collaborazione con diversi ricercatori. “Il supporto scientifico ci viene soprattutto da Frédéric Jiguet, ornitologo del Museo di Storia Naturale di Parigi, e da Valérie Dufour, etologa presso il Centro nazionale della ricerca scientifica (CNRS) e l’Istituto nazionale di ricerca sull’agricoltura e l’ambiente (INRAE)”, aggiunge Cour.

Un esercito di netturbini alati

A occuparsi della minuziosa opera di pulizia non sono animali addestrati provenienti da allevamenti, bensì dei corvi già presenti nel parco (oltre 900 al Jardin des Plantes). Ciò che stupisce ancor di più, è scoprire che questi uccelli dalla vista acuta imparano da soli a svolgere il compito, senza nemmeno un training a contatto con l’uomo, grazie a un protocollo messo a punto dagli etologi. Come è possibile? “Abbiamo sviluppato un dispositivo che si chiama Bird Box. I volatili selvatici imparano a depositare i rifiuti nella Bird Box attraverso un auto-addestramento che si svolge in quattro fasi; quando le cornacchie arrivano sulla piattaforma e infilano il bottino nel cestino, un rilevatore di immagini analizza il materiale recuperato e, se si tratta effettivamente di un mozzicone, un tappo, un pezzetto di plastica o una lattina, l’animale riceve una ricompensa in cibo”, spiega Cour. Questa tecnologia serve a distinguere i veri rifiuti da sassolini e rametti prima di premiare il volatile.


L’intelligenza dei corvi

Il comitato scientifico che accompagna la sperimentazione, in contatto con l’associazione per la protezione dei corvidi Ladel, assicura che gli animali sono liberi nelle loro azioni. “È grazie alla loro curiosità che questi uccelli capiscono come funziona la nostra macchina. Gli individui pionieri imparano attraverso il gioco; i loro compagni li osservano e li imitano perché la conseguenza è gratificante”, dice Mollaret. “Concentriamo la nostra ricerca sulle specie della famiglia dei corvidi perché si tratta di animali che incontriamo quotidianamente in tutto il mondo, ma soprattutto perché questi animali sono dotati di un’intelligenza eccezionale: alcune delle loro capacità cognitive possono eguagliare o addirittura superare quelle di un bambino dai 5 agli 8 anni”.

 

“Regoliamo le Bird Box in base ai risultati e impostiamo fasce orarie e stagionalità della distribuzione di cibo in modo che il premio non diventi la principale fonte alimentare degli uccelli, per non sconvolgere l’ecosistema”, specifica Cour. Nelle sperimentazioni condotte finora, per esempio, un corvo elimina dal parco una trentina di mozziconi al giorno. “Non parliamo di una soluzione di raccolta massiccia dello sporco, ma piuttosto di una iniziativa che mira a sensibilizzare“, aggiunge. Il progetto, premiato dalla piattaforma Paris&Co’s Urban Innovation, viene condotto in parallelo al Parc Icade des Portes de Paris a Saint-Denis-Aubervilliers, al Technopôle de l’Environnement Arbois-Méditerranée di Aix-en-Provence e nel centro CNRS di Strasburgo.

 

Nei prossimi mesi le bird box saranno disponibili a noleggio per gli enti pubblici che ne faranno richiesta e il sogno dei due fondatori della startup è ora quello di poter presto avviare una competizione tra uomini e uccelli in molti parchi (ma anche nelle stazioni sciistiche e in altri luoghi affollati), per vedere chi tra i due raccoglie più cicche. In attesa di capire se Birds for Change arriverà anche in Italia – dove mozziconi e cornacchie non mancano -consigliamo due letture per approfondire il tema dell’intelligenza dei pennuti: Il genio degli uccelli, di Jennifer Ackerman (La Nave di Teseo) e La mente del Corvo, di Bernd Heinrich (Adelphi).