Peggio del 2022. Ogni cento metri percorsi su una spiaggia italiana si incontrano 961 rifiuti, un po’ come se due corsie di una piscina olimpionica fossero zeppe di spazzatura. Lo scorso anno erano 834. Ancora una volta inoltre, certifica l’indagine “Beach litter 2023” appena diffusa da Legambiente, al primo posto fra i materiali rinvenuti c’è la plastica: la stessa che uccide centinaia di specie marine ogni anno e che è ormai ovunque, persino nel nostro cervello dicono recenti studi relativi alle microplastiche.
Anche per questo l’associazione ambientalista rilancia nuovamente l’appuntamento con “Spiagge e Fondali Puliti”, iniziativa che dal 12 al 14 maggio vedrà 180 incontri che nell’ambito della campagna internazionale Clean Up the Med mirano a ripulire i lidi dai rifiuti abbandonati sulle coste italiane e di altri 15 Paesi del Mediterraneo.
Con il motto “chi ama la spiaggia la tratta con i guanti” la chiamata all’azione di Legambiente mira non solo a ripulire le spiagge, ma soprattutto a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tutelare gli ecosistemi marini attraverso uno stile di vita “più attento e sostenibile”. Per partecipare le informazioni di tutte le iniziative in programma, dalla Basilicata fino alla Sardegna, si trovano sul sito dell’associazione.
Nel frattempo l’ultimo report diffuso dagli ambientalisti ricorda come dall’analisi di 38 i monitorati in 15 Regioni (Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna) emerge come su un totale di 232.800 mq di area campionata siano stati contati 36.543 rifiuti.
La classifica dei rifiuti: plastica al primo posto
La media è dunque di quasi 1000 rifiuti (961 per l’esattezza) ogni cento metri di cui purtroppo il 72,5% è composto da polimeri artificiali, da plastica, il materiale più trovato.
Se la plastica è la regina incontrastata dei materiali inquinanti più presenti, quest’anno a peggiorare la situazione Legambiente segnala che al secondo posto della classifica si trovano purtroppo anche diversi rifiuti di vetro o ceramica (9,2% del totale), quasi tutti legati a materiali di edilizia o costruzioni, smaltiti irregolarmente in spiaggia.
La classifica vede poi sul terzo gradino del podio i metalli (6,8% dei rifiuti raccolti), carta e cartone (3,9%), vestiti e tessuti (2,2%), legno (2,1%), gomma (2,03%), bioplastiche (0,9%), rifiuti da cibo (0,3%) e sostanze chimiche (0,03%).
Altra lista e nota dolente è poi quella relativa alle tipologie dei dieci rifiuti spiaggiati più presenti. Praticamente la metà (il 52%) è costituita da soli 10 tipi di oggetti dall’analisi dei quali emergono due aspetti: stanno aumentando i materiali da costruzione abbandonati sui litorali mentre diminuiscono quelli relativi alle stoviglie usa e getta (3% del totale).
Nel dettaglio al primo posto della top ten ci sono sempre i frammenti di plastica, circa il 10,9% sul totale. Seguono tappi e coperchi (8,6%), i mozziconi di sigaretta (6%) e appunto i materiali legati all’edilizia (5,8%). Poco dopo si incontrano i cotton fioc in plastica (4%), frammenti di polistirolo vari (3,9%), e infine bottiglie sia di plastica che di vetro (che aumentano rispetto al passato e sono al 3%) e contenitori vari per bevande.
Ancora troppi scarti vietati dalla direttiva Sup
Infine, dopo l’adozione della direttiva europa Sup (Single Use Plastic) scattata dal 2022, il report ha tentato di analizzare la presenza di rifiuto monouso: quasi la metà (46%) è ancora fortemente presente sulle spiagge italiane.
Le bottiglie in plastica, inclusi i tappi e anelli (il 15% del totale e il 39% rispetto ai soli oggetti della Sup) si confermano come la tipologia di rifiuti relativi alla direttiva più presenti. Da notare anche la presenza di diversi attrezzi e reti da pesca e acquacoltura, mentre positivo il fatto che i contenitori per alimenti rappresentano solo l’1% del totale e i bicchieri di plastica solo lo 0,7%. Scarsa anche la presenza di cannucce (1% totale) e buste di plastica (2%). Inoltre, dall’associazione ricordano che i volontari hanno censito anche 58 assorbenti igienici e 103 palloncini di gomma.
Nel rilanciare l’iniziative di pulizia con l’hashtag #spiaggefondalipuliti, il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti ricorda che è fondamentale per tutti “prendere consapevolezza delle nostre abitudini scorrette e nocive per l’ambiente, sia le istituzioni locali e nazionali affinché cooperino per applicare politiche di gestione e smaltimento rifiuti comuni, sia le aziende e le industrie perché si impegnino sempre più nell’adottare pratiche ed azioni sostenibili. I dati dell’indagine Beach Litter parlano chiaro, la spiaggia rimane ancora il principale cestino, indifferenziato, delle nostre attività. Per questo invitiamo tutti a partecipare alla nostra campagna”.