Se la buona notizia è la ripresa economica e un parziale ritorno alla normalità, il rovescio della medaglia è un boom dei consumi energetici italiani e delle relative emissioni di CO2. Nel secondo trimestre del 2020, infatti, la domanda di energia è cresciuta del 24%, la produzione di gas serra del 25% e l’indice che indica l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese è crollato del 39% rispetto all’anno scorso, collocandosi al minimo della sua serie storica.

Sono questi i dati riportati nell’ultimo numero dell’Analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’Enea. “A fine anno dovremmo aver recuperato oltre il 60% dei consumi di energia ‘persi’ nel 2020, mentre stimiamo un ritorno ai livelli pre-pandemia tra il 2022 e il 2023, stando alle attuali previsioni di crescita economica”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore che ha coordinato l’Analisi.

Osservatorio clima / Visto dall’estero

Da chi dipende il miracolo dell’energia rinnovabile?

di Paul Krugman*

L’incremento dei consumi è stato particolarmente accentuato ad aprile (+36%) per le temperature più rigide rispetto allo stesso mese 2020, mentre il clima più caldo di giugno ha comportato un maggior ricorso al raffrescamento, con conseguente aumento della domanda di energia (+15%). Tra i settori, i trasporti hanno contribuito alla crescita dei consumi per una quota di oltre il 50% nel trimestre.

Rispetto alle fonti energetiche utilizzate, i combustibili fossili registrano forti incrementi: dopo il crollo del II trimestre 2020, la domanda di petrolio ha segnato un +30%, quella di gas naturale un +21%, mentre per le fonti rinnovabili e il carbone si registrano rispettivamente un -1% e un -2%. Le importazioni di elettricità risultano quasi quadruplicate.

Il forte incremento delle emissioni è da attribuirsi soprattutto ai trasporti (oltre il 60%) e in misura inferiore al settore civile, all’industria e alla generazione elettrica. “L’aumento delle emissioni e l’innalzamento degli obiettivi Ue al 2030 hanno comportato un nuovo sostanziale allontanamento dalla traiettoria di decarbonizzazione prevista”, sottolinea Gracceva.

L’Enea ha messo a punto l’indice Ispred, per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione. Nel periodo aprile-giugno, l’Ispred è diminuito del 28% sul trimestre precedente e appunto del 39% rispetto al II trimestre 2020. Insomma, anziché essere più vicina, la transizione energetica dell’Italia sempre allontanarsi.