Siamo passati dalle “notti magiche” a quelle insonni in pochi decenni. L’accelerazione delle attività umane, quelle che impattano sulla crisi del clima, ha modificato negli anni anche le temperature notturne e ci sono paesi – come l’Italia – che più di altri rischiano di pagare un conto salato in termini di salute dei cittadini a causa dell’impatto che il calore può avere sul sonno.

A raccontare questo cambiamento, in cui l’Italia risulta al terzo posto fra i Paesi più impattati dalle temperature notturne, è una nuova analisi di Climate Central che svela addirittura come negli ultimi due anni circa 2,4 miliardi di persone nel mondo hanno sopportato, con disagio, temperature minime superiori a 25 gradi per oltre due settimane.

L’analisi approfondisce le condizioni delle notti in tre diversi scenari: sopra i 18° C, temperatura “comfort” per il sonno”, e poi oltre i 20 gradi e oltre i 25 gradi come minime. Più si verificano notti calde consecutive, più gli esperti avvertono di rischi per la salute che, a causa della mancanza di sonno, possono poi trasformarsi anche in malattie acute e croniche. Rispetto al passato ormai in Italia sperimentiamo almeno due settimane in più di notti sopra i diciotto gradi, due settimane sopra i venti e “tre notti aggiuntive sopra i 25 gradi”.

Le notti in città

In alcune città, più di altre, l’impatto delle temperature sul sonno può essere davvero importante.

Napoli per esempio vede “6 notti in più sopra i 18°C, venti notti in più sopra i 20°C e 23 notti in più sopra i 25°C a causa dei cambiamenti climatici”. In totale, Milano invece ha avuto “61 notti in più sopra i 18°C, 47 sopra i 20°C e 4 notti in più sopra i 25°C sempre a causa della crisi del clima”.

Roma invece ha registrato “24 notti in più sopra i 18°C e 30 notti in più sopra i 20°C” mentre per Torino si contano “57 notti in più sopra i 18°C a causa dei cambiamenti climatici”. A causa della crisi del clima le notti calde sono dunque sempre più probabili: durante le ondate di calore in diversi luoghi del mondo la colonnina di mercurio di notte resta anche sopra i trenta gradi. Oltretutto, le temperature notturne aumentano ancor più rapidamente di quelle diurne.

1,3 miliardi di persone soffrono di insonna a causa del caldo

Diversi studi, citati dall’analisi di Climate Central sostengono come temperature a oltre 18, 20 e 25 gradi possano influire diversamente sul sonno. L’analisi del gruppo statunitense si concentra sui dati tra il 2014 e il 2023 rivelando per esempio come “ogni anno circa 1,3 miliardi di persone hanno sofferto notti con temperature superiori a 20 °C per almeno due settimane in più a causa del cambiamento climatico”.

Il report ricorda inoltre come l’impatto del caldo notturno sia un fattore negativo soprattutto per neonati, anziani e donne incinte e come gli effetti delle alte temperature notturne siano molto diversi sia a seconda dei Paesi, sia a seconda dei redditi. Chi per esempio non può permettersi aria condizionata o sistemi di climatizzazione è destinato a seri impatti sulla salute, così come c’è ovviamente differenza fra chi vive in città (e dunque fra le isole di calore) e chi in contesti rurali o zone periferiche.

Il 2024 l’anno più difficile a causa del cambiamento climatico

Inoltre, gli esperti ricordano come il numero e l’impatto delle notti bollenti, in questo 2024 destinato a diventare un anno da record. potrebbero facilmente aumentare nei prossimi anni. Per Michelle Young, ricercatrice di Climate Central, “dall’Indonesia all’Iraq all’Italia, la nostra analisi mostra che il cambiamento climatico sta conducendo a temperature notturne più alte: ogni anno circa 2,4 miliardi di persone soffrono notti con temperature superiori a 25 °C per almeno due settimane in più a causa del cambiamento climatico nell’ultimo decennio. Questi risultati rappresentano un altro crudo avvertimento dell’impatto antropogenico di un mondo in fase di riscaldamento, che sta scombussolando così tante vite con il caldo durante le notti, la mancanza di sonno e gli effetti sulla salute fisica e mentale che ne derivano. Poiché il 2024 probabilmente sarà l’anno più caldo mai registrato, non è mai stato così cruciale cessare di utilizzare combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas e proteggere i boschi per prevenire ulteriori aumenti delle temperature globali”.