Croazia, “ormai una destinazione di lusso”. La denuncia sul caro-prezzi – che prevedibilmente data la stagione investe in particolar modo il paniere della spesa turistica – arriva dalla stampa di lingua tedesca. “Cinque euro per una pallina di gelato”, ha titolato, citando il canonico caso limite in cui il viaggiatore può incorrere in qualunque angolo a vocazione turistica del pianeta, l’autorevole quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung in un ampio articolo dedicato proprio alla stagione estiva dall’Istria a Dubrovnik, dove si nota che “la Croazia non è mai stata a buon mercato, ma quest’anno i prezzi stanno salendo in maniera enorme” e si ricorda che pure il ministro delle Finanze croato aveva ammesso che i turisti potrebbero stare alla larga dal Paese Ue dopo l’aumento dei costi per le vacanze.
Lamentele anche dall’Austria
La Faz cita a sua volta un articolo di un tabloid austriaco, che evocando claim pubblicitari ha a sua volta ha titolato “Costosa, più costosa Croazia”, ricordadando che il Paese che poggia sulla sponda orientale dell’Adriatico è “con l’Italia, una delle destiazioni preferite degli austriaci”.
Il quotidiano di Francoforte passa poi ad analizzare le possibili cause del fenomeno, citando quello che in Germania viene chiamato Teuro, e cioè l’aumento dei prezzi come conseguenza inevitabile dell’introduzione della moneta unica. In Croazia, è arrivato a inizio anno, generando un aumento dell’inflazione: e ora sta diventando una “destinazione di lusso” in termini di prezzi, ha aggiunto la Faz.
Le “colpe” dell’Euro
Alla fine di giugno, anche il ministro delle Finanze croato Marko Primorac si era sentito in dovere di commentare pubblicamente l’andamento dei prezzi, definendo gli aumenti “preoccupanti” e avvertendo che, se la tendenza dovesse continuare, la Croazia potrebbe perdere affezionati visitatori in futuro. Più di recente, la ministra del Turismo e dello Sport Nikolina Brnjac ha puntualizzato che “tutti coloro che hanno investito hanno certamente una giustificazione, mentre coloro che non hanno investito in qualità, capacità o servizio, non hanno alcuna ragione per aumentare i propri prezzi”.
Secondo le ultime statistiche ufficiali, i maggiori aumenti di prezzo annuali in Croazia si sono registrati proprio nei ristoranti e negli alberghi, con un tasso medio del 14,6%, oltre una volta e mezzo l’aumento del paniere della spesa del turista in Italia. A causa della combinazione di inflazione, introduzione dell’euro e decisioni commerciali degli imprenditori del turismo, a luglio i prezzi del turismo sono aumentati di ben il 77% rispetto all’anno pre-pandemia 2019, ha stimato di recente il quotidiano Poslovni Dnevnik
Turismo croato “Aumenti non solo da noi”
“Quando si parla di prezzi è importante sottolineare che sono definiti dal mercato stesso, ovvero dal rapporto tra domanda e offerta – precisa a Repubblica la direttrice dell’Ente nazionale croato per il turismo in Italia, Viviana Vukelic – . L’aumento non riguarda solo noi, ma tutti, ragion per cui il nostro Paese non rimane indietro rispetto ai nostri concorrenti nel Mediterraneo. Gli annunci negativi siano anche il risultato della lotta sul mercato, la Croazia è un concorrente molto serio nel Mediterraneo… Un contesto, dunque, dove bisogna tenere conto dei numerosi investimenti in infrastrutture e strutture turistiche. Croazia è ancora concorrenziale per quanto riguarda i prezzi e nella maggior parte siamo competitivi e siamo percepiti come una meta che offre un buon rapporto qualità-prezzo. In definitiva, questo è il motivo per cui siamo una destinazione così richiesta”