Un po’ ricorda Venezia – le stradine strette e labirintiche si chiamano Calli e le piazze, invece, Campi – e del resto Sibenik (Sebenico) sulla costa della Dalmazia centrale (in Croazia) è stata a lungo dominata dai Veneziani. Vi ritroverete a respirare un po’ di atmosfera italiana mescolata alla storia di questa città conosciuta come “città delle pietre” sul fiume Krka. Domina la Cattedrale di San Giacomo, eretta sulla base della vecchia chiesa romanica e frutto di una grande impresa architettonica, la cui progettazione si deve principalmente all’architetto e scultore italo-croato Juraj Matejev Dalmatinac (Giorgio Orsini). Contrariamente alle altre grandi città ubicate lungo la costa dell’Adriatico, infatti, Sebenico non è stata costruita dagli antichi Greci o Romani ma la sua fondazione è da attribuire ai Croati. Ci sono voluti quasi 15 decenni dall’inizio della costruzione della Cattedrale, nel 1431, fino a quando venne consacrata, nel 1555. I lavori iniziarono, secondo i dettami dello stile gotico veneziano, sotto la guida del capomastro Bonino da Milano, e proseguirono grazie all’intervento di alcuni costruttori veneziani, in un mix stili, tra il gotico e il rinascimentale.

La sua particolarità? Una composizione a incastro dei blocchi di pietra – la pregiata pietra bianca dell’isola di Brac – e una grande armonia. Se siete appassionati della serie televisiva Game of Thrones di certo l’avrete già vista, perché la Cattedrale è stata la scenografia di parte della nona puntata (insieme a Dubrovnik e Split) della quinta stagione della fortunata serie dove la città era presentata come la città bancaria di Braavos. Sul piazzale quasi a vegliare sulla sua opera c’è la statua di Juraj Dalmatinac. Particolare anche il Battistero progettato, costruito e decorato – negli anni ’40 del XV secolo – sempre da Giorgio Orsini che si trova “sotto” la Chiesa, ma a livello della strada, in modo da renderlo accessibile sia dall’interno che dall’esterno. Questa condizione era fondamentale, all’epoca, perché il sacramento del Battesimo s’impartiva in età adulta e non si poteva entrare in Chiesa se non si era battezzati. Molto intimo e raccolto, ha una forma a quadrifoglio, con al centro il fonte Battesimale di marmo rossastro dell’isola di Arbe, nel Quarnaro, sorretto da tre putti appoggiati l’uno sull’altro in una posa naturale, quasi rilassata. Tutta la parte superiore è ricoperta da un ricamo scultoreo.

Sibenik dal mare, foto Antonio Calbi
Sibenik dal mare, foto Antonio Calbi 

Una volta fuori, si apre Piazza della Repubblica di Croazia, che nel Medioevo, si chiamava “Plathea Comunis” ed era il fulcro della vita sociale pubblica. Tra il 24 giugno e l’8 luglio si trasforma in un grande palcoscenico per il Festival Internazionale per i Bambini (il Medunarodni Djecji Festival). Un evento multimediale culturale, con burattinai, attori, poeti e musicisti che fanno a gara per divertire tutti, indipendentemente dall’età. Poi, passo dopo passo, si arriva al giardino mediterraneo del Monastero di San Lorenzo, l’unico giardino monacale di questo tipo in Croazia, realizzato dal paesaggista Dragutin Kis. Al centro si trova una fonte intorno alla quale crescono erbe medicinali e spezie mediterranee, intorno roseti dai delicati colori. Molte le piante di cappero, portate, secondo la leggenda proprio da Giorgio Orsini. C’è anche un grazioso caffè per una sosta con vista e per degustare una bibita fresca. Dopo, ci s’incammina verso la fortezza di San Michele costruita su una collina ripida e rocciosa, utilizzata una volta come punto nevralgico del sistema di difesa e oggi anche come palcoscenico estivo all’aperto. Sotto le sue mura si è sviluppata la città, che da quassù si ammira in tutta la sua estensione a 360 gradi, fino al golfo (comunica con il mare attraverso uno stretto canale lungo 2.5 km). In zona ci sono altre due fortezze: quella di San Giovanni costruita nel 1646 in base al progetto dell’ingegnere militare veneziano Antonio Leni.

Ha il piano terra a forma di stella, il lato nord fortificato con alte mura a forma di tenaglia dal quale ne deriva anche l’appellativo che i cittadini spesso utilizzano, Tanaja. E ancora la fortezza Barone edificata – per ordine del comandante della difesa di Sibenik il barone Cristoph Martin von Degenfeld del quale porta il nome – prima dell’arrivo dell’esercito ottomano nel XVII secolo. Questo avvenimento oggi può essere rivissuto tramite l’aiuto della tecnologia virtuale che dà vita a personaggi, suoni e scene dell’epoca. Tuttavia la più bella, perché completamente in mezzo al mare, quasi sospesa, è la Fortezza di San Nicola (ci si imbarca dal porto e ci sono guide multimediali anche in italiano per la visita), altro monumento patrimonio dell’umanità dell’Unesco, un edificio rinascimentale unico dell’architettura fortificata veneziana. Vederla da lontano spiccare nel blu delle acque, all’ingresso del canale di Sant’Antonio, un’area naturale protetta, è già di per sé un’emozione. Un tempo sull’isolotto di Ljuljevac sorgeva un monastero con la chiesa di san Nicola. Per preservare il ricordo degli edifici sacri demoliti, la fortezza ha preso il nome del Santo e sul suo terrazzo è stata edificata una cappella che si è conservata fino agli inizi del 19° secolo. Attualmente ne restano soltanto delle tracce sul pavimento.

Ma Sebenico si lascia ammirare anche per altre curiosità. Ad esempio è l’unica città dell’Adriatico senza spiaggia. Per questo è stata creata Banj, la spiaggia urbana, distante cinque minuti a piedi dal centro cittadino ed estesa su una superficie di 12 mila metri quadri. Stando sdraiati al sole, lo sguardo spazia sul nucleo storico e, ovviamente, sulla cupola della Cattedrale di San Giacomo. Non mancano punti di ristoro, angolo gioco per bambini, campi di beach volley, mentre al tramonto si trasforma in un cinema sotto le stelle. O ancora per la chiesa di San Grisogono, la più vecchia chiesa nel nucleo storico, menzionata già nel 1200 e oggi adibita a sala di esposizione.

Sibenik, cattedrale di San Giacomo
Sibenik, cattedrale di San Giacomo 

E, infine, ci sono i dintorni. L’isola di Murter è raggiungibile attraverso un ponte mobile, costruito nel 1832, collega la parte costiera e la parte isolana del paese Tisno, uno dei quattro paesi dell’isola, insieme a Murte, Betina, Jezera (si apre dalle 9 alle 9.20 e dalle 18 alle 18.20). Lunga 12 km e larga appena 2, la si può percorrere per intero a piedi o in bicicletta, mezzo molto diffuso da queste parti. La più bella spiaggia dell’isola si chiama Slanica, uno splendido nastro di sabbia.

L’isola è soprattutto “la porta delle Isole Incoronate” (il nome in italiano delle isole Kornati) chiamate anche “la Polinesia dell’Adriatico” per quante sono numerose e vicine una all’altra e per l’acqua cristallina e trasparente. Tra le tante, 89 – isole, isolotti e scogli – fanno parte del Parco Nazionale delle isole Kornati (proclamato nel 1980 per la bellezza della costa frastagliata e per la geomorfologia). Quasi tutte sono disabitate (non esistono alberghi, ma solo qualche villa privata). Tutte sono un incanto anche solo ad ammirarle da lontano, come Mana che dà l’impressione di un’enorme roccia priva di ogni vegetazione. La superficie è composta da migliaia di pietre e sembra così di camminare su sentieri lunari. Qua e là sono visibili i resti di un villaggio greco allestito come set per il film del 1961 “Il mare infuriato” e mai smantellato. L’isola di Levrnaka è ideale per quanti sono alla ricerca di pace e tranquillità. Andando di isola in isola non si può che essere d’accordo con lo scrittore irlandese Jorge Bernard Show quando per descrivere la bellezza di questo arcipelago scrisse che “Dio volle coronare la sua opera e con lacrime, stelle e respiri creò le Kornati”