I fan di “2001: Odissea nello spazio” saranno senza dubbio stregati dal primo monolite (nero) fotovoltaico al mondo realizzato dall’italiana Dynamo Energies. Qualcuno potrebbe considerarlo un esercizio di stile ma in realtà come ci spiega uno dei membri del cda Alessandro Zunino (ex ceo di Edison Energia) l’idea di impiegare una struttura tridimensionale ha una giustificazione scientifica. Infatti rispetto ai pannelli tradizionali appoggiati al suolo o posizionati sui tetti, a parità di superficie occupata al suolo, si può arrivare a produrre fino a 20 volte in più di energia (kWh/m2), senza dipendere dal picco del mezzodì.
L’intuizione ha preso letteralmente forma nel 2018, quando i co-fondatori dell’azienda Amerigo Della Pina, Simone Olivetti, Marco Simonetti hanno approfondito i risultati di una ricerca del Mit di Boston relativa all’efficienza delle piante come “collettori” di energia solare. In sintesi la disordinata disposizione delle foglie consentirebbe un’esposizione giornaliera mediamente superiore rispetto a un fogliame idealmente acconciato per le sole ore di picco. “E così è per il nostro monolite, il cubo e la piramide. Prendono sole tutto il giorno, dalla mattina alla sera, perché di fatto sfruttano anche l’altezza”, spiega il manager.
Dynamo Energies in pratica ha deciso di sposare all’efficienza anche il design, e infatti questa prima linea di prodotti si rivolge soprattutto ai privati. Chi magari possiede un ampio giardino e vuole sfruttare il fotovoltaico per essere energicamente auto-sufficiente, senza tradire i dettami della buona architettura.
Il monolite: cubo o piramide
I tre solidi fotovoltaici tridimensionali della pmi innovativa lombarda sono contraddistinti dal colore nero, non tanto perché snellisce le forme ma perché migliora l’efficienza fotovoltaica e ne caratterizza la personalità distintiva. Al momento il cubo è il modello più gettonato ed è composto da pannelli di un metro per un metro. Il più piccolo ha 4 pannelli per lato, quello medio ne ha 9, il grande ben 16. E le rispettive potenze di picco prodotto sono rispettivamente di 3,04 kW, 6,84 kW e 12,16 kW. Ciò vuol dire che già con il primo si potrebbero sostituire ipoteticamente 12-15 pannelli fotovoltaici tradizionali.
“Il cubo integra anche una batteria agli Ioni di Litio che consente di accumulare quasi l’intera produzione di una giornata per agevolarne l’impiego nei momenti di bisogno. La versione più piccola ad esempio monta un’unità interna da 5 kWh”, puntualizza Zunino.
Il monolite è disponibile in tre taglie diverse che vanno da un’altezza di 2,5 metri fino a un massimo di 4,6 metri; la larghezza è compresa tra 1 e 2 metri; la profondità è di 40 o 50 cm. Gli ingombri ricordano uno di quei totem digitali informativi e infatti Dynamo propone anche la possibilità di integrare un video-wall. Questa linea ovviamente dispone della batteria esterna.
La piramide è senza ombra di dubbio la versione più sperimentale; è già stata installata in alcuni ambienti ma richiederà ulteriore sviluppo. “Cubi e monoliti sono già prodotti maturi. Li abbiamo posizionati nei giardini di diversi clienti. La domanda è già alta, soprattutto dall’estero, ma per ora vogliamo concentrarci sul mercato italiano”, sottolinea il manager.
Un’altra peculiarità di questi sistemi è di montare pannelli fotovoltaici privi di cornici. Zunino spiega che è stata adottata la stessa tecnica usata per i grattacieli con le facciate in vetro, ovvero internamente sono presenti dei telai in lega di alluminio che ancorano i pannelli. All’esterno risultano invisibili. “I nostri pannelli hanno anche il doppio vetro temperato che con una configurazione a sandwich protegge le celle fotovoltaiche interne monocristalline. Assicuriamo quindi solidità, longevità e riciclabilità“, dice il manager.
Oltre i tetti
“Le nostre macchine sono adatte ai luoghi dove lo spazio ha valore. Quindi dove non si possono posizionare pannelli classici oppure non si vuole perché richiedono tanta superficie oppure ancora ci sono esigenze di immagine”, spiega Zunino. “In futuro credo ci sia spazio per tutti: continueremo a vedere pannelli sui tetti e speriamo monoliti o cubi nei giardini”.
Per quanto riguarda i costi Dynamo ha svelato qualche dettaglio. Il primo è che sebbene la curva di produzione sia continua durante la giornata, il kilowatt/ora prodotto costa tra il 30% e il 50% in più rispetto ai pannelli tradizionali. Comprensibile considerati i materiali e il design. Ad ogni modo per un cubo di medie dimensioni installato e con assicurazione tutto-rischio la spesa è di circa 50mila euro. L’eco-bonus com’è risaputo consente di ridurre l’onere del 50% e quindi tutto sommato diventa un po’ più accessibile. Certo è che per non stonare con l’ambiente ci vogliono almeno 200 metri quadrati di giardino. Insomma, è ancora un prodotto per pochi, ma nei settori di avanguardia si inizia sempre così.
“Oggi il team è composto da una decina di persone e diversi collaboratori esterni, fra agenti e installatori, però puntiamo a raddoppiare il personale in un paio di anni”, conclude il manager. “Questi dispositivi vanno visti come potenziali hub intelligenti, magari da abbinare a colonnine di ricarica per le auto elettriche oppure a sistemi termici a pompa di calore per riscaldamento e raffrescamento”. L’intero potenziale è ancora da esplorare: uno stimolo all’evoluzione, un po’ come l’iconico monolite nero di Kubrick.