Era uno dei pochi mezzi che fendevano la “cortina di ferro”, insinuandosi nel territorio della misteriosa Ddr, oltreché in quello della Cecoslovacchia. Collegava Vienna a Berlino Est, via Praga e Dresda, ed era di due ore più veloce di qualsiasi altro mezzo via terra che unisse la città divisa in due – parte Occidentale inclusa – alla capitale austriaca. Tanto da essere scelto – ma il fatto sorprende tuttora ancora di più è che potesse essere così – dai viaggiatori occidentali che, tra controlli a bordo in stile spy story, un visto di transito nella Germania Orientale da pagare rigorosamente con marchi tedeschi dell’Ovest perché se no si rischiava l’arresto e le inevitabili cose da sapere ad ogni costo per varcare la frontiera da Est-Ovest o viceversa nella città bagnata dalla Sprea, dove il treno faceva capolinea rimanendo a oriente del Muro.
Ora, dopo uno stop di 20 anni, lo storico convoglio tornerà a viaggiare a beneficio dei turisti amanti della lentezza. L’associazione non-profit SVT Görlitz, che da anni aveva a cuore le sorti del vecchio convoglio VT 18.16 che serviva la tratta, e che lo sta restaurando in un hangar della stazione di Dresda, ha ottenuto dal governo federale 4,5 miloni di euro a finanziamento degli step finali del progetto.
Il denaro proviene dal bilancio del ministero federale dei Trasporti e delle infrastrutture digitali. Da tempo, un’ottantina di volontari, arrivati anche dalla Repubblica Ceca e dalla Danimarca, oltre che dalla Germania, lavorano al recupero del convoglio, sviluppato nel 1963 da VEB Waggonbau a, Görlitz la città tedesca (ex Est) dei tre confini – con Polonia e Repubblica Ceca che per la sua stessa natura di terra di frontiera sembra voler guardare oltre il tunnel della stagione della pandemia e delle chiusure a riccio.
Presentato come prototipo alla Fiera di primavera che si svolgeva a Lipsia, nel marzo 1963, il “Vindobona” (dal nome dell’accampamento installato dai Romani su una parte dell’attuale Vienna) entrò in servizio tre anni dopo. L’ultima corsa è datata 12 aprile 2003 L’obiettivo di Svt Görlitz e del suo project manager Mario Lieb è di riportare in servizio il treno nella primavera 2023, a 60 anni dal primo viaggio e a 20 dall’ultimo. Lieb conta di raccogliere autonomamente gli 800 mila euro che stima manchino per trasformare il sogno in realtà. L’idea iniziale prevede una decina di servizi turistici l’anno, oltre alla possibilità di viaggi speciali charter.
La linea Berlino Est-VIenna via Praga fu invece istituita sei anni prima, nel 1957. Il VT 18-16, un autotreno (a composizione bloccata) a gasolio, venne sostituito da un convoglio elettrico con locomotore nel 1979. Poco dopo la caduta del muro, era il 1992, sulla tratta arrivarono i primi eurocity, impiegati sulla Amburgo-Praga. Dal 2006, l’inaugurazione della stazione centrale di Berlino modificò per sempre l’approccio dei convogli alla capitale tedesca: non più Est-Ovest, ma Nord sud e viceversa. Era l’inizio della fine del Vindobona come lo si conosceva fino ad allora. Dal 2014, per andare da Amburgo a Vienna si cominciò a prendere un eurocity Amburgo-Budapest che faceva coincidenza con un Budapest-Vienna nella capitale ungherese. Il nome, necessariamente cambiò: non più quello del castrum romano nell’attuale città asburgica, ma Porta Bohemica. In seguito, i Berlino-Vienna vennero fatti transitare via Erfurt-Norimberga-Linz. La linea, quella che Alan Levy raccontò, in uno splendido reportage sul New York Times, nel 1970, da corrispondente, ancora per poco, da Praga, non esisteva più.
Ma non era ancora tutto finito. Il nome Vindobona venne recuperato e assegnato a un Vienna-Praga servito dai treni veloci della compagnia ferroviaria austriaca Obb. A inizio estate, con la riapertura delle frontiere seguita alla prima ondata del covid, il servizio è stato prolungato fino a Berlino. Ma ripristinare la tratta è una cosa, farlo con il treno originale e tutta la sua aura da guerra fredda è un’altra. Presto accadrà anche questo