La transizione energetica e la digitalizzazione stanno accelerando la trasformazione delle nostre città e dei sistemi di trasporto, favorendo un modello più responsabile di mobilità per ridurre l’impatto sull’ambiente dei nostri spostamenti. Gli obiettivi di decarbonizzazione e gli impegni a decongestionare le strade trafficate delle grandi metropoli hanno spinto la ricerca di alternative sostenibili: tra queste, ci sono i velivoli elettrici per il trasporto aereo urbano, il cui mercato globale potrebbe raggiungere i 700,5 milioni di dollari nel 2032, con una crescita del 38,2% rispetto ai 27,5 milioni di dollari previsti per il 2023. La quota più grande in termini di valore, pari al 54,74%, sarà relativa all’area nordamericana: una tendenza che si spiega con il gran numero di aziende situate nella regione che operano nel comparto.
A dirlo è una ricerca pubblicata sul sito di Research and markets. Il report fa notare che la piattaforma dei velivoli a decollo e atterraggio verticali (eVtol, electric vertical take-off and landing) consente diverse applicazioni, dal trasporto delle persone – come gli aerotaxi e i veicoli privati – a quello delle merci, fino agli sviluppi nell’ambito sanitario e delle attività di soccorso, come le ambulanze aeree. Secondo gli analisti, sarà il veicolo aereo personale (Personal Air Vehicle) ad avere la maggiore penetrazione nel mercato nel 2023: questo segmento dovrebbe riportare circa 13,8 milioni di fatturato il prossimo anno, con un tasso di crescita annuale composto del 34,8% nel periodo esaminato.
Le emissioni dei trasporti
Questi progetti di urban air mobility puntano nel lungo termine a rendere gli spostamenti in città più rapidi e sostenibili, abbattendo l’inquinamento prodotto dal movimento di cose e persone. Come ricorda l’Agenzia internazionale dell’energia, le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti sono tornate a crescere nel 2021, segnando un incremento dell’8% e raggiungendo i 7,7 Gt nel mondo, dopo il declino registrato nel 2020 dovuto alle restrizioni a ai lockdown imposti per contrastare la pandemia di Covid.
Anche in Europa le emissioni sono calate con la crisi sanitaria, che ha rallentato o interrotto le attività economiche e sociali. Ma con la graduale uscita dall’emergenza, l’inquinamento è tornato a crescere nelle città del Vecchio continente. Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, infatti, le emissioni sono aumentate del 7,7% nel 2021 e, nonostante le misure pianificate dagli Stati membri, si prevede un ritorno ai livelli del 1990 solo nel 2029. La maggior parte delle iniziative programmate dai Paesi europei prevedono la promozione delle auto elettriche e a basso impatto ambientale, e del trasporto pubblico locale. Il trasporto su strada è responsabile della quota maggiore delle emissioni del comparto: nel 2020 ha generato il 77% di tutti i gas a effetto serra dei trasporti dell’Ue.
Le sfide da affrontare
L’innovazione tecnologica ha migliorato il raggio d’azione e l’efficienza di questi velivoli. Inoltre, lo sviluppo dei veicoli autonomi ha dato un forte impulso a questo settore. Tuttavia, ci sono alcuni problemi che rallentano l’adozione di questi mezzi, a cominciare dalle batterie: quelle utilizzate attualmente sono accumulatori agli ioni di litio, batterie al litio-zolfo e al litio-ferro-fosfato che non bastano ad alimentare i mezzi in volo sulle distanze più lunghe. Inoltre, la densità energetica delle batterie a litio è bassa per gli eVtol.
A queste sfide tecniche si aggiungono ostacoli di natura normativa. Le disposizioni che regolano l’utilizzo di questi velivoli nelle aree urbane e la costruzione dei vertiporti sono ancora in fase di sviluppo: una situazione che rallenta lo sbarco sul mercato di questi mezzi.