Ogni settimana nel nostro Paese finiscono nell’immondizia ben 683,3 grammi di cibo a testa. Lo afferma il rapporto Waste Watcher 2024, segnalando che lo sperpero è cresciuto del 45,6% rispetto al 2023. Tra gli alimenti buttati via più spesso ci sono frutta (27,1 grammi), verdura (24,6), pane (24,1), insalate (22,3). Complice di questo enorme spreco anche la poca conoscenza da parte degli utenti o la scarsa comprensibilità delle informazioni riguardanti scadenza e conservazione riportate sulle confezioni, che fanno sì che prodotti ancora commestibili vadano a finire nella spazzatura.

Data di scadenza tra perentorietà e tolleranza

La data di scadenza, che viene segnalata tramite la dicitura “da consumare entro” seguita dal giorno e dal mese, è presente sugli alimenti ad elevata deperibilità, da conservare in frigorifero. Tra questi si distinguono quelli più deperibili, come pesce crudo, carne fresca, formaggi freschi, in cui l’indicazione è perentoria, perché potrebbero proliferare microrganismi nocivi, e quelli meno deperibili, come latte o yogurt, in cui è possibile un po’ di tolleranza: in concreto, si può sforare di uno o due giorni, a patto che il prodotto sia stato conservato correttamente e la confezione risulti integra.

Il termine di conservazione non è tassativo

Il termine minimo di conservazione viene, invece, indicato con la dicitura “da consumare preferibilmente entro” seguita da mese, anno e in alcuni casi dal giorno. Un’indicazione che segnala fino a quando un alimento, come pasta, farina, biscotti, conserva intatte le caratteristiche nutrizionali e di gusto. Ciò non ha a che vedere con la sicurezza, perciò il cibo resta commestibile anche per mesi dopo che il termine è stato raggiunto.

Una guida per i consumatori

Per aiutare gli acquirenti a limitare gli sprechi, pur tutelando al massimo la salute, Altroconsumo ha stilato una guida completa, che va dall’olio al miele passando per i salumi. Eccola di seguito (chi vuole può stamparla e appenderla in cucina per averla sott’occhio in caso di dubbi).

Riso e pasta

Possono essere consumati oltre la data indicata sulla confezione, anche uno o due mesi dopo. Attenzione, però, che non presentino impurità, grumi, buchi, determinati da parassiti. Visto che questi ultimi possono penetrare facilmente nelle scatole di cartone e di plastica, è meglio usare i barattoli a chiusura ermetica.

Biscotti e crackers

Si possono mangiare anche due o tre mesi dopo il termine di conservazione, senza incorrere in alcun rischio per la salute. Unico problema: potrebbero perdere un po’ croccantezza e fragranza.

Pancarré

Ideale per toast o tramezzini, dopo la scadenza o l’apertura va mangiato nel giro di una settimana, altrimenti meglio congelarlo. Una volta aperto, non va conservato in frigo perché perde fragranza.

Farina

Può essere usata anche uno o due mesi dopo il termine minimo di conservazione. Non consumare se è presente muffa, se la confezione non è integra o se è infestata dalle farfalline.

Latte fresco

Può essere bevuto anche il giorno successivo alla scadenza, scaldandolo bene: se è inacidito, con il calore formerà dei grumi sul fondo (in questo caso meglio buttarlo).

Latte microfiltrato

Si può consumare anche qualche giorno dopo che è scaduto. Se il contenitore si gonfia, meglio però evitare.

Il latte Uht

L’acronimo Uht (Ultra high temperature) indica che il latte è stato sterilizzato tramite l’esposizione ad altissime temperature (135 gradi minimo) e poi riportato rapidamente a temperatura ambiente, ottenendo un termine minimo di conservazione di circa quattro mesi. In questo periodo il grasso potrebbe affiorare, ma non è un segno di degradazione. Una volta aperta la confezione, il latte va tenuto in frigo e bevuto entro tre-quattro giorni.

Yogurt

Si può mangiare anche qualche giorno dopo la scadenza. Se il tappo si gonfia, però, è meglio non consumarlo (questo vale anche se il cambiamento avviene prima della scadenza).

Formaggi freschi

Mozzarella, ricotta, stracchino si deteriorano alla svelta: per questo è bene consumarli entro la scadenza. Vanno buttati in presenza di muffe, di confezione gonfia, di sapore acido o amarognolo.

Formaggi stagionati

In frigorifero durano per settimane. Se si forma della muffa, è possibile rimuoverla con l’aiuto di un coltello e consumarli comunque, dato che non riesce a penetrare all’interno e a guastare, quindi, il prodotto.

Pesce

Va riposto nel ripiano inferiore del frigorifero, che è il più freddo, e consumato entro uno o due giorni. Se è affumicato, dura tre settimane quando è chiuso, due giorni se aperto.

Carne

Come il pesce, va conservata nel ripiano più basso del frigo. Quella macinata va cotta entro 24 ore dall’acquisto, quella a fettine entro un paio di giorni, i pezzi interi (come l’arrosto) entro tre-quattro giorni. Se si prevedono tempi più prolungati, è meglio dividere la carne in porzioni e congelarla nel freezer.

Salumi

Dal prosciutto crudo al salame, dalla mortadella alla bresaola, i salumi vanno conservati in frigorifero. Quelli affettati al banco della gastronomia durano al massimo cinque giorni. Quelli confezionati in vaschetta presentano la data di scadenza, che fa da riferimento. Una volta aperti, devono però essere consumati entro due giorni.

Sushi e tartare

Questi alimenti, comperati al banco frigo del supermercato o in un negozio da asporto, vanno consumati il giorno stesso dell’acquisto perché il pesce crudo è un alimento molto delicato. Da ricordare: se è fresco ha un odore pressoché neutro, con un vago sentore di acqua marina o alghe. Più l’odore è intenso, più il pesce è vecchio.


Uova

Meglio non oltrepassare la data indicata sulla confezione. In particolare nelle preparazioni a crudo, come tiramisù o maionese, è sempre bene usare uova freschissime.


Patate

Non hanno data di scadenza né termine minimo di conservazione. Vanno riposte in un luogo fresco e arieggiato, poco umido e al riparo dalla luce. Possono essere collocate, per esempio, in sacchetti di carta, cestini di vimini o cassette di legno. Conservando i tuberi nel modo corretto, si eviterà che germoglino e che si possano sviluppare sostanze tossiche.


Conserve sott’olio

Melanzane, zucchine, carciofini, carote, aglio, funghi sono alcuni degli alimenti che possono essere preparati in questo modo. Queste preparazioni hanno una scadenza lunga, che è meglio non superare: l’olio, infatti, rischia di irrancidire, compromettendo il sapore. Dopo l’apertura dei barattoli, conservare in frigo e mangiare nel giro di due settimane.

Acciughe in vasetto

Sono una semiconserva. Andrebbero vendute nel banco frigo, ma in Italia questo non avviene. A casa meglio non riporle nella dispensa, ma appunto nel frigorifero, anche se il vasetto è chiuso. Il consiglio è consumarle entro il termine minimo di conservazione.

Maionese e salse

Si possono usare anche qualche mese dopo il termine minimo di conservazione, a patto che siano chiuse, che siano state conservate alla temperatura giusta e che non presentino muffe.

Olio

Mantiene più a lungo le sue caratteristiche se conservato al buio: per questo è spesso contenuto in una bottiglia di vetro scuro. Meglio non andare oltre la data riportata, altrimenti potrebbe irrancidire, assumendo uno sgradevole sapore amarognolo, a causa dell’ossidazione degli acidi grassi insaturi.

Spezie

Possono essere usate in tutta sicurezza anche mesi dopo il termine minimo di conservazione. Più invecchiano, minore sarà, però, l’aroma e il contributo che possono apportare all’insaporimento delle pietanze.

Sale e zucchero

Il sale, lo zucchero, l’aceto, le caramelle sono prodotti per cui è la legge stessa a non prevedere la data di scadenza, dal momento che non si deteriorano.

Frutta

Ha una deperibilità molto variabile: si va dalle fragole, che durano al massimo qualche giorno prima di guastarsi, alle mele, che in frigorifero resistono anche per settimane.

Marmellata

Nel barattolo chiuso, dura un paio di anni. Una volta aperta va tenuta in frigo. Attenzione alle muffe: se si sviluppano è meglio buttare via tutto.

Miele

Ha una vita molto lunga. Se si cristallizza, nessun problema: lo si può riportare allo stato liquido scaldandolo a bagnomaria.

Spremute e succhi

Le spremute 100% vendute nel banco frigo hanno una durata limitata: è bene rispettare la scadenza. Succhi e nettari hanno, invece, un termine minimo di conservazione di qualche mese e si possono bere anche successivamente. Se aperti vanno, però, tenuti in frigorifero e consumati nel giro di pochi giorni.

Acqua in bottiglia

Sulla confezione è indicato il termine minimo di conservazione, che si può sforare anche di 12 mesi, purché l’acqua sia stata conservata al riparo da calore e luce e non abbia alterazioni del gusto né appaia torbida.