Vietato pescare le oloturie. Lo stabilisce il decreto del ministero delle Politiche agricole firmato oggi che vieta per tutto il 2022 di pescare, detenere a bordo, o trasbordare, esemplari di Holothuroidea, comunemente chiamati cetrioli marini.

Le oloturie vivono sui fondali marini e hanno un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’ecosistema. Questi organismi invertebrati riciclano, infatti, le sostanze nutritive presenti nei sedimenti e nella materia organica di cui si nutrono, distruggendola e scomponendola, esattamente come fanno i lombrichi sulla terra. Una volta espulsa dall’apparato digerente tale materia ‘trattata’ diventa alimento per alghe e coralli, oltre a favorire l’attecchimento di altri organismi ed aumentarne il benessere.

Uno studio pubblicato nel 2011 sul Journal of Geophysical Research ha evidenziato come il processo di digestione delle oloturie conferisca ai loro rifiuti un ph leggermente basico e che quindi contribuisce a proteggere l’acqua che li circonda dal processo di acidificazione che gli oceani stanno soffrendo.


“La decisione è stata presa alla luce di un sempre maggiore prelievo della risorsa ittica in questione, che ricordo essere destinata principalmente ai mercati extracomunitari – osserva il senatore Francesco Battistoni che ha firmato il decreto -. Questo tipo di pesca potrebbe portare ad un impatto severo nelle aree ecologicamente di grande pregio, e questo avrebbe degli effetti negativi sulla biodiversità”.

“Abbiamo anche considerato – prosegue Battistoni – il ruolo importante che le oloturie svolgono nell’ecosistema marino, per cui la loro pesca potrebbe alterare anche gli equilibri sui quali si sorregge l’economia di alcune specie ittiche più commerciali”.

 

Per l’associazione Marevivo, la firma del decreto rappresenta un ulteriore passo a favore della conservazione e della protezione di mari e oceani. L’associazione, che si batte da anni per la tutela delle oloturie, già nel 2018 aveva ottenuto un decreto che ne vietava la pesca e da allora chiede che il divieto diventi definitivo. Divieto che era già stato rinnovato per il 2020 dall’allora ministra Teresa Bellanova, al fine di assicurare la salvaguardia di questi importanti ecosistemi, oggi a rischio a causa dell’attività umana.

“La pesca abusiva delle oloturie comporta un gravissimo danno alla biodiversità presente nei tratti di mare interessati, nonché l’alterazione grave ed irreversibile dell’ecosistema marino – dichiara la presidente di Marevivo Rosalba Giugni – Ricordiamo che l’ecosistema marino produce più del 50% dell’ossigeno che respiriamo, assorbe un terzo dell’anidride carbonica, uno dei gas responsabili dei cambiamenti climatici e rappresenta il 98% del territorio dove è presente la vita”.

“Ma perché tutto ciò avvenga – continua Giugni – è necessario che il mare sia in buona salute, tutelando dal più grande cetaceo al più piccolo essere vivente. Per questo chiediamo con forza che il decreto diventi definitivo”.