Alla scoperta dell’altra Siena, inedita e segreta. La città del Palio – che per ora è “sospeso” causa pandemia – è capace di ammaliare i visitatori che hanno voglia di abbandonare le tradizionali rotte turistiche per avventurarsi lungo itinerari insoliti, seguendo le tracce di personaggi storici, memorie, sogni e inusuali espressioni artistiche. Il nostro curioso viaggio parte dalla casa di Cecco Angiolieri, celebre poeta maledetto senese, autore di “ S’i’ fossi foco”, che per la sua irriverenza ebbe non pochi problemi con le autorità dell’epoca. Nella via intitolata al poeta, poco lontano da Piazza del Campo, una lapide segnala al passante l’abitazione della famiglia Angiolieri, mentre il vicino Castellare degli Ugurgieri, struttura fortificata urbana duecentesca, lo riporta ai tempi nei quali i taglienti versi del poeta riecheggiavano nei vicoli della Siena medioevale. Una breve passeggiata conduce quindi alla casa di Sallustio Bandini che, come recita la targa apposta sulla facciata “ modesto propugnatore dei liberi scambi fondò la scienza economica”. E se il nome di questo intellettuale del Seicento vi dice poco pensate che anche alle sue intuizioni si deve la nascita della cambiale.
La tappa successiva ci porta quindi ai tempi di Alessandro Manzoni. Nella piazza dedicata allo scrittore lombardo sorge la basilica di Santa Maria dei Servi – dal cui sagrato si gode uno splendido panorama – dove è sepolta la figlia Matilde. Orfana di mamma, praticamente abbandonata dal padre al quale aveva inutilmente scritto numerose lettere, morì di tisi proprio a Siena a soli 25 anni. Dal retro della basilica una scalinata conduce a Porta Romana, fortificazione medievale citata da Sigmund Freud nel suo libro “ L’interpretazione dei sogni”. Il neurologo e psichiatra austriaco aveva visitato Siena e il suo manicomio nel 1897 e qui ambientò un proprio sogno dove la porta gli appare, all’interno di un complesso intrigo di pensieri, come un varco all’esodo degli ebrei. Il vicino manicomio di San Niccolò è stato definitamente chiuso nel 1999 ma la vasta area verde del medioevale Orto de’ Pecci, dove si praticava l’ergoterapia per la riabilitazione dei malati, è oggi uno dei più importanti polmoni verdi della città, con tanto di installazione di arte contemporanea, aperto al pubblico e gestito da un’associazione di volontariato. Il luogo ideale per una sosta nel semplice ristorante aperto dai volontari nel vecchio casolare del podere colonico.
Le tracce della presenza della comunità ebraica senese, ora ridotta a poche decine di persone, si trovano invece alle spalle del Palazzo Comunale, nelle strade dell’antico ghetto cinquecentesco, dove sorge ancora utilizzata la sinagoga settecentesca. Per ammirare opere d’arte uniche e affascinanti bisogna invece raggiungere il cinquecentesco Palazzo Piccolimini, oggi sede dell’Archivio di Stato. Tra antichi documenti che raccontano la storia di Siena dal 732 ad oggi si cela un insolito museo che da solo vale il viaggio. È il Museo delle Biccherne che raccoglie un centinaio di tavolette in legno, dipinte da importanti artisti d’epoca a partire da metà Duecento, e utilizzate come eleganti “copertine” dei raccoglitori per i documenti. La visita al museo permette anche di visitare la Sala Dantesca, che conserva documenti relativi a personaggi che appaiono nella Divina Commedia, e di ammirare il testamento di Boccaccio e il documento con una delle due firme note del Caravaggio. L’archivio è aperto al pubblico per visite guidate al mattino.
Le ultime due tappe del nostro viaggio alla scoperta della Siena inedita sono sospese tra le note musicali e cielo. Iniziamo dai suoni che riecheggiano nelle sale del duecentesco Palazzo Chigi Saracini, posto sulla via principale del centro storico, che oggi ospita una delle più importanti scuole internazionali di musica: l’Accademia Chigiana. Attraverso visite guidate, eventi culturali e concerti è oggi possibile esplorare le stanze, i tesori e le collezioni artistiche di quella che era la storica dimora del Conte Chigi Saracini. E il piano terreno un percorso multimediale accompagna il visitatore nell’incanto del mondo delle note. Il viaggio si conclude quindi con una passeggiata sui tetti del Duomo di Siena. È la Porta del Cielo che “ si apre ai visitatori come se salissero attraverso la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano”. Un’esperienza da prenotare con largo anticipo ma che permette di avere una visione diversa della cattedrale e di visitare una serie di locali mai aperti al pubblico, in cui per secoli nessuno è potuto accedere, se si eccettuano le maestranze dirette dai grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli. Qui termina il nostro viaggio alla scoperta di una Siena inedita e segreta, da gustarsi con lentezza, lontano dalla folla e con gli occhi aperti, pronti a cogliere le altre bellezze di questa città che ha ancora tanti piccoli e grandi tesori da mostrare al visitatore. Anche in assenza del Palio.