Il trasporto e l’intermodalità sono un binomio inscindibile. Che facilita il muoversi in senso green aprendo la strada alla neutralità climatica e agli obiettivi imposti dall’Europa. Perciò serve una ferrea collaborazione fra tutti gli attori coinvolti, tanto nel settore passeggeri quanto nel settore merci. In quest’ultimo caso, a parte la necessità di trasferire le merci dalla gomma al ferro e al mare, ciò che occorre sono nuovi modelli per l’ultimo miglio. Si tratta di quell’importantissimo tratto finale in cui si decide non solo la destinazione dei prodotti ma anche la sorte delle aziende e degli operatori logistici. Lo sviluppo intermodale consente tra l’altro alle imprese di aumentare il fatturato, oltre che creare un valore aggiunto alla logistica. “È necessario promuovere con determinazione l’intermodalità, soluzione già pronta per l’efficienza energetica e la sostenibilità dei trasporti”, sostiene il presidente di Conftrasporto Paolo Uggé, “potenziando i nodi logistici come porti, interporti, terminal, raccordi ferroviari privati, e rendendo strutturali gli incentivi al trasporto combinato marittimo e ferroviario nonché lo sconto traccia (facilitazione per chi sceglie il treno, nda) per l’accesso alla rete”. 

L’intermodalità per i passeggeri

Vediamo alcuni esempi di intermodalità per le persone. Dal 2012 in provincia di Bolzano è attivo l’abbonamento “Bikemobil Card”, che permette di utilizzare i treni regionali dal Brennero fino a Trento e da Malles fino a San Candido, i bus del tpl (urbani, extraurbani e citybus), le funivie verso Renon, Maranza, San Genesio, Meltina e Verano, il trenino del Renon, la funicolare della Mendola, l’AutoPostale Svizzera tra Malles e le bici a nolo. In Friuli nel 2018 è stato inaugurato il nuovo polo intermodale Trieste Airport di Ronchi dei Legionari, che comprende un’autostazione per 16 linee bus, un parcheggio da 1.500 posti auto di cui 500 in autosilo multipiano e una nuova fermata ferroviaria, Trieste Airport, per lo scambio intermodale treno-aereo. Fra i progetti della Missione 3 del Pnrr è prevista la messa a Prg (Piano Regolatore Generale) della stazione di Bergamo tramite un nuovo collegamento a doppio binario verso l’aeroporto di Orio al Serio.

In Sicilia l’aeroporto di Trapani Birgi verrà connesso alla stazione ferroviaria tramite due bretelle di binario che, diramandosi dall’attuale linea Palermo-Trapani via Castelvetrano, confluiranno in una nuova stazione di posta a ridosso del terminal. Dall’aeroporto di Birgi ci si potrà dunque spostare sia in direzione Trapani che in direzione Castelvetrano. In Sardegna è previsto un nuovo tratto di linea tra la città di Olbia e l’aeroporto (previsto anche da un accordo quadro Tpl tra Rfi e la Regione). Partendo da Olbia, la nuova linea toccherà il nuovo complesso ospedaliero “Giovanni Paolo II” per poi proseguire verso il terminal. Previsto anche un raccordo con la ferrovia Olbia-Ozieri Chilivani. L’intervento servirà anche a intercettare il traffico turistico da e per lo scalo, il terzo d’Italia con 3 milioni di passeggeri nel 2018 e un tasso di crescita del 12%.

L’intermodalità per le merci

In Calabria, il porto di Gioia Tauro è l’impianto-porta verso i traffici del Mediterraneo. Una tradizione storica che si rinnova e che il Pnrr intende sfruttare al massimo. In prima battuta, permettendo a Rfi di realizzare una linea ferroviaria dedicata all’alta velocità tra Salerno e Reggio, che seguirà un tracciato più interno (simile a quello dell’autostrada A2) rispetto all’esistente dorsale costiera. In secondo luogo, inserendo fra gli interventi la riqualificazione dello scalo ferroviario di San Ferdinando come impianto d’appoggio per i raccordi terminali a servizio del porto di Gioia. Lo scalo è attualmente collegato, tramite un raccordo a semplice binario elettrificato di circa 5 chilometri, alla stazione di Rosarno situata sulla direttrice tirrenica Reggio Calabria-Battipaglia. Gli impianti sono parte integrante del corridoio Ten-T Core Scandinavo-Mediterraneo. L’intervento prevede il raddoppio del binario San Ferdinando-Rosarno, l’upgrade tecnologico e la posa di altri quattro binari dalla capacità di 750 metri a San Ferdinando e la riconfigurazione della stazione di Rosarno, con messa in opera anche qui di un nuovo binario da 750 metri. Facile, a questo punto, intuire i benefici per l’intermodalità ferro-nave.

Benefici che presto potrà conoscere anche il porto della Spezia, in Liguria, dove a breve partiranno i cantieri per un nuovo molo crociere, una nuova stazione crocieristica e un rinnovato waterfront. La notizia arriva da presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mario Sommariva. Tra i punti qualificanti del piano rientra la transizione energetica (grazie agli accordi con Enel e Snam) che passa attraverso la decarbonizzazione, la riduzione delle emissioni delle navi e dalla complessiva elettrificazione degli apparati. Il porto sarà quindi collegato alla ferrovia Pontremolese La Spezia-Parma,  così da assicurare alle merci un percorso intermodale.