Il gabbiano. Un animale vorace, veloce, e, contrariamente a quanto si pensava fino a qualche anno fa, estremamente scaltro. Tanto che, per esempio, riesce a comprendere se quello che teniamo in mano è commestibile o no – e in caso affermativo ci si avvicina per assaggiarlo – o a memorizzare l’orario della ricreazione scolastica per avere del cibo dai ragazzi che escono in cortile. E oggi un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution, aggiunge un altro tassello alla nostra conoscenza delle caratteristiche di questi animali: gli autori del lavoro, un’équipe di ecologi della University of Exeter, ha indagato l’esistenza di un’eventuale correlazione tra la dimensione del cervello, la forma delle ali, le abitudini di nidificazione e la tendenza a popolare aree urbane di diverse specie di gabbiani.

Ne è emerso che più della metà dei gabbiani che nidificano sulle scogliere riescono a farlo anche in paesi e città, e che queste specie hanno cervelli più grandi rispetto a chi non nidifica sulle scogliere: secondo gli scienziati, quindi, specie come il gabbiano reale, il gabbiano dorso nero minore e il gabbiano tridattilo dalle zampe nere possiedono una flessibilità comportamentale che li rende particolarmente adattabili ad ambienti diversi.

“È molto comune vedere gabbiani che nidificano e si nutrono nelle aree urbane“, spiega Madeleine Goumas, prima autrice dell’articolo e ricercatrice al Center for Ecology and Conservation di Exeter, “il che non è un comportamento che ci si aspetterebbe da un uccello marino: per questo abbiamo cercato di capire quali sono le specie che lo fanno, e perché”. Per il loro studio, Goumas e colleghi hanno scartabellato diverse banche dati alla ricerca di informazioni sulle abitudini di riproduzione e foraggiamento urbani dei gabbiani e hanno costruito una mappa della distribuzione di diverse specie. Questi i risultati: 13 delle 50 specie studiate usano le aree urbane per riprodursi, e tredici le usano anche per procacciarsi il cibo; nove fanno entrambe le cose. Confrontando questi risultati con quanto si conosceva sulle abitudini di ogni specie, i ricercatori hanno identificato 10 delle 19 specie che nidificano sulle scogliere tra quelle che hanno nidificato anche in aree cittadine; viceversa, solo tre delle 28 specie che non nidificano sulle scogliere lo hanno fatto nelle aree urbane.

Il motivo di questo adattamento sembra risiedere nella dimensione del cervello delle specie: “Abbiamo scoperto”, aggiunge Neeltje Boogert, un altro degli autori del lavoro, “che le specie di gabbiani con il cervello più grande hanno maggiore probabilità di nidificare sulle scogliere, e le specie che nidificano sulle scogliere hanno maggiore probabilità di riprodursi nelle aree urbane. Inoltre, abbiamo scoperto che la capacità di nidificare sulle scogliere è un tratto abbastanza recente. Tutto questo ci suggerisce che cervelli più grandi conferiscono a questi animali una certa ‘flessibilità’ nella scelta del luogo per la nidificazione, il che permette loro di utilizzare anche luoghi non convenzionali, come i tetti degli edifici, per crescere i propri piccoli“.