SHARM EL-SHEIKH. “L’accordo raggiunto a Cop27 affronta i sintomi della crisi climatica ma non la sua causa principale”. È contenta a metà Sophia Kianni, 20enne attivista consulente del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sulle questioni climatiche. “La creazione di un fondo per il Loss and damage è una vittoria storica. Ma dobbiamo ancora continuare a fare pressioni per garantire che i soldi del fondo si materializzino davvero. Oltre a fare in modo che si introduca nei prossimi accordi un linguaggio più rigoroso sulla graduale eliminazione dei combustibili fossili”.
Ventenne, americana di origini iraniane, studia Scienze del clima a politiche pubbliche all’Università di Stanford. Ha fondato ed è direttrice di Climate Cardinals, una non profit, con 8000 volontari in oltre 40 Paesi che lavorano a tradurre in 100 lingue le informazioni sui cambiamenti climatici. Nelle stanze dell’Onu, e anche alla Cop27 di Sharm El-Sheikh, quando è intervenuta davanti ai potenti del mondo, ha portato una ventata d’aria fresca. Ed è proprio l’aria il tema che sta più a cuore di Sophia Kianni: “Più di sette milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno perché respirano aria tossica. La crisi climatica è soprattutto una crisi sanitaria. Le malattie respiratorie fanno parte mia storia familiare e anche per questo lotto per garantire che la mia generazione e quelle future abbiano accesso ad aria pulita”.
Sophia, quando ha iniziato a occuparsi di ambiente?
“Crescendo, quando ho verificato in prima persona l’impatto dell’inquinamento atmosferico da petrolio e gas nel Paese d’origine dei miei genitori. In Iran migliaia di persone vengono ricoverate ogni giorno a causa del peggioramento della qualità dell’aria. Ma anche a Washington D.C., dove sono nata, nuovi studi hanno evidenziato che l’inquinamento atmosferico comporta rischi per la salute”.
Ora, però, vive in California.
“Sì, mi sono trasferita di recente per studiare all’Università di Stanford. Purtroppo l’inquinamento atmosferico nelle città californiane è tra i peggiori degli Stati Uniti”.
Colpa degli incendi che negli ultimi anni hanno devastato quello Stato?
“Gli incendi sono una delle cause. Ma il peggioramento della qualità dell’aria è legato anche al riscaldamento globale e ai conseguenti eventi meteo estremi. Tutto questo rappresenta una seria minaccia per la salute e la vita di tutti gli americani, ma in particolare di bambini, anziani, comunità a basso reddito, comunità di colore e persone che hanno malattie croniche”.
Cosa c’entra tutto questo con la Cop27 dove lei ha tenuto un intervento?
“Voglio essere chiara: questo inquinamento atmosferico è causato dalla combustione di carbone, petrolio e gas. Un combustibile fossile, quest’ultimo, che continua a essere presentato da alcuni, anche alla Cop27, come un modo per far uscire le persone dalla povertà. Ma come puoi emancipare le persone dalla povertà, quando le stai letteralmente avvelenando? I combustibili fossili ci stanno uccidendo”.
Vede una speranza all’orizzonte?
“Il cambiamento climatico è un’emergenza sanitaria, ma è anche un’opportunità. Perché la riduzione dell’inquinamento climatico si tradurrà in benefici per la salute, immediati e a lungo termine. Però se vogliamo evitare esiti catastrofici, dobbiamo ridurre drasticamente e immediatamente i gas serra, in particolare il metano”.
Cosa suggerisce?
“Se i nostri leader agissero per soddisfare le linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS, salveremmo milioni di vite: ogni giorno circa il 93% dei bambini del mondo sotto i 15 anni (1,8 miliardi di bambini) respira aria talmente inquinata da mettere a serio rischio la propria salute e il proprio sviluppo. Con 8 trilioni di dollari li salveremmo e guideremmo una vera azione per il clima. Allora, cosa stiamo aspettando?”.