Se abbiamo trascurato a lungo il balcone e con l’arrivo del bel tempo i vasi vuoti ci trasmettono un’impressione di desolazione, è ora di seminare. Vale anche per le aiuole delle seconde case al mare o in campagna, dove è ora di preparare le fioriture estive. Negli ultimi tempi ci siamo abituati a comprare i vasetti già pronti, ma la semina è un ottimo sistema per riempire di piante ogni angolo di terra concedendoci varietà poco comuni nei garden center e spendendo pochissimo. Con qualche bustina di sementi e meno di dieci euro, infatti, potremo riempire un giardino intero e le piantine nate sul posto saranno più forti e adattabili di quelle nate in serra.

La stagione è ormai quella giusta per seminare direttamente a dimora, cioè già all’aria aperta, nei vasi e nelle aiuole definitivi, senza troppi passaggi intermedi. Ciò non vale per tutte le specie, ovviamente, perché ci sono grani che richiedono un periodo di esposizione al freddo per germinare oppure vanno messi in terra quando sono ancora freschi o devono essere decorticati. La selezione di seguito, invece, è pronta a garantire una fioritura “esplosiva” nel giro di due o tre mesi, purché gli assicuriamo un’esposizione in pieno sole.

Girasoli ornamentali
Girasoli ornamentali 

I girasoli multicolor

Non parliamo dei girasoli dalle grandi corolle coltivati a perdita d’occhio nei campi per i loro semi, né della varietà ‘Gigante Martini’, una curiosità botanica su cui scommettono gli ortolani perché il suo stelo raggiunge i cinque metri d’altezza. Per i vasi ci conviene puntare sui girasoli ornamentali alti da 60 a 120 centimetri, che comunque crescono a vista d’occhio e sono adatti per avvicinare i bambini al giardinaggio. Se ne trovano di diversi colori: si va da ‘Lemon Queen’, giallo pallido, a ‘Bronze King’, bronzo, fino a ‘Doppio Giallo’, a forma di ponpon, e al più ricercato girasole bianco ‘Procut White Lite’. Per loro serve una fioriera ampia 50 centimetri e profonda almeno 40; in un’aiuola, per esempio accanto alla porta di casa, possiamo invece piantare ‘Multifiore’, che raggiunge i tre metri e produce una trentina di corolle.

I semi di girasole sono molto maneggevoli e possiamo interrarli singolarmente, a circa 1 cm di profondità; mettiamone quattro/cinque per ogni vaso a distanza di un palmo l’uno dall’altro, ricopriamoli con del terriccio e annaffiamo bene a pioggia. Poi proteggiamo la superficie riutilizzando una cassetta da frutta in griglia di plastica (si trovano facilmente nei mercati), che lascia passare il sole ma impedisce agli uccelli di scavare. Se annaffiamo regolarmente vedremo spuntare le piantine in dieci giorni; quando avranno sei foglie, manteniamo le due più forti e travasiamo le altre (oppure regaliamole agli amici) con una bella zolla di terra intorno alle radici. I girasoli fioriscono in 10-12 settimane, perciò possiamo seminarli scalarmente a “turni” di 15 giorni per avere fioriture prolungate.

Il look tropicale del ricino rosso

Il ricino rosso (Ricinus communis ‘Purpureus’) è un protagonista in tutti i giardini in stile esotico-tropicale per le enormi foglie palmate e le infiorescenze di colore rosso intenso. È perfetto al centro o sullo sfondo di un’aiuola dai colori caldi insieme alle canne da fiore, ma cresce bene anche in un grande vaso, dove in breve tempo crea una bella barriera visiva. Ama i terreni argillosi, tollera la siccità e cresce in fretta, tanto che nelle zone con inverni freddi viene coltivato come pianta annuale perché si alza di un metro e mezzo in una sola stagione. In realtà, si tratta di un arbusto perenne e nelle zone a clima mite del Sud Italia raggiunge le dimensioni di un piccolo albero. I semi sono grandi come dei ceci, dunque è facile metterne due-tre per vaso come indicato per i girasoli, per poi selezionarne una sola piantina da tenere.

Zinnie in campo
Zinnie in campo 

L’allegria delle zinnie

Fiori simbolo dei giardini al mare e degli orti di montagna, le zinnie sbocciano a forma di dalia, ricchissime di petali, oppure semplici come margherite (botanicamente, una zinnia è un’infiorescenza a capolino e ciascun suo “petalo” corrisponde a un fiore). I loro colori vanno da dal porpora di ‘Violet Queen’ al verde acido di ‘Envy’ con tutte le sfumature intermedie e possono avere petali striati o screziati. Negli ultimi anni sono di moda le zinnie nane, come piccoli ponpon o come margheritine. Spargiamo pochi semi sul terreno ben lavorato e copriamoli con mezzo centimetro di terra, poi seguiamo le stesse istruzioni valide per i girasoli, diradando le piantine di troppo quando hanno 4-6 foglie. Come preparare il terreno alla semina? Se nei vasi abbiamo la terra dall’anno prima, svuotiamola su una superficie di lavoro, sminuzziamola bene e misceliamola con un terzo di stallatico sfarinato (si acquista in sacchi e non ha odore) oppure di compost per rigenerarla, quindi riutilizziamola senza pressarla troppo. Se abbiamo dei contenitori da riempire, mescoliamo in parti uguali del terriccio per piante da fiore e del terra di campo, che contiene argilla e mantiene l’umidità.

Le zinnie sono perfette come fiore reciso: basta raccoglierle al mattino, scottare il taglio dello stelo sulla fiamma per qualche secondo e metterle subito in acqua fresca. La raccolta dei fiori permette alle pianta di produrre nuovi boccioli. Per loro come per le altre specie segnalate, troviamo facilmente in vendita delle bustine di sementi in miscuglio, ma possiamo anche evitare i mix multicolori e ordinare online i semi di specifiche varietà rivolgendoci ai siti specializzati.

Belle di notte
Belle di notte 

Indistruttibili belle di notte

Le belle di notte, Mirabilis jalapa, sbocciano ininterrottamente da giugno a ottobre regalando magia alle sere d’estate perché i loro fiori, di tre centimetri di diametro, si schiudono al tramonto per richiudersi al mattino al sorgere del sole. Il loro profumo delicato piace alle falene. Sono piante a prova di malattie e di siccità, ma sono molto competitive e non rispettano le convivenze, sovrastando le piante vicine, perciò conviene seminarle da sole, ai piedi degli alberi e in tutte le condizioni impossibili (sono perfette per il guerrilla gardening e per le case al mare) purché al sole; formano un cespuglio che raggiunge il metro e mezzo di altezza in una sola stagione, anche su terreni argillosi e difficili o inquinati e in piena terra si accontentano di annaffiature saltuarie.

Le belle di notte bianche, gialle o rosa chiaro spiccano molto bene alla luce della sera, ma ne esistono anche di colore fucsia e si incrociano facilmente tra di loro dando vita piante con fioriture multicolor. Un’idea vincente consiste nel tenere solo una bella di notte del colore che ci piace e conservarne i semi per riprodurla negli anni successivi in modo da ottenere un giardino o un balcone monocromatico con effetto avvolgente. Nei climi miti, le Mirabilis sono piante perenni e formando una grossa radice simile a una carota da cui rinascono di anno in anno; altrove, possiamo raccoglierne i semi quando sono maturi (sembrano grossi grani di pepe). Per gli amanti delle rarità, esiste una bella di notte con i fiori bianchi molto sottili, lunghi fino a 15 centimetri, Mirabilis longiflora: gli inglesi la chiamano “four o’ clock”, perché si apre alle 4 del pomeriggio.

La freschezza dei cosmos

Se amiamo l’eleganza dei fiori semplici seminiamo le cosmee, Cosmos bipinnatus, margherite alte circa un metro con i petali dal bianco puro al rosa, fino a rari toni ciliegia, che sbocciano su un fogliame soffice e vaporoso, verde chiaro. Tra le novità per gli amatori, però, impazza la varietà ‘Apricotta’, con i fiori tra l’albicocca e il pesca, e iniziano a diffondersi le cosmee a fiore doppio come ‘Snow Puff’. Come le zinnie, i Cosmos amano i terreni soffici. I loro semi sono piccoli, perciò passiamo con il rastrello sul terreno, spargiamoli come per passare il sale sull’insalata e quindi ripassiamo con il rastrello più volte e bagniamo. Quando le piantine saranno alte circa 7-8 centimetri, conserviamo solo quelle più forti, una ogni 15 centimetri. Serve il concime? Gli esperti seminano su terricci molto leggeri per stimolare le radici a crescere di più in cerca di nutrimento. Iniziamo a concimare solo quando le piante hanno sei-otto foglie, utilizzando un fertilizzante liquido per fiori o dello stallatico in pellet (l’odore va via dopo due giorni). Attenzione però: ricordiamoci di nutrire le piante soltanto quando sono già ben idratate, altrimenti rischiamo di “bruciarle”, perciò concimiamo soltanto il giorno seguente a una annaffiatura abbondante.

Portulaca
Portulaca 

Un tappeto arcobaleno di portulache

Perfette per le cassettine da davanzale, per le ciotole basse e per le aiuole in primo piano accanto ai vialetti, le portulache sono l’ideale anche ai piedi di alberetti come limoni e ibischi in vaso, dove creano quella che in gergo viene chiamata pacciamatura vivente, per proteggere il terreno dai raggi solari con del verde vivo. Si tratta di piantine succulente che crescono velocemente e si ricoprono di fiori di colori vivaci che si aprono al sole. Ne esistono due gruppi: con le foglie che sembrano piccoli aghi di pino oppure con foglie arrotondate. Le prime sono quelle più facilmente coltivabili da seme e tollerano molto bene la siccità e i terreni argillosi, per questo sono perfette anche nelle fioriere da bagnare ogni weekend. I loro semi sono piccolissimi e conviene mescolarli a una manciata di sabbia per spargerli uniformemente sulla terra. Poi basta bagnare delicatamente a pioggia.

I convolvoli rampicanti

I convolvoli rampicanti – che gli inglesi chiamano “morning glory” perché si aprono al mattino, mentre noi li conosciamo come campanelle – crescono ad una velocità strabiliante. Perfetti per vestire le ringhiere, le recinzioni e i grigliati, li possiamo fare crescere anche vicino alle siepi per un giardino in stile naturale. Tra le loro nuances più belle, il blu intenso della varietà ‘Heavenly Blue’ o le striature degli ibridi giapponesi, a forma di stelline (nel Paese del Sol Levante sono fiori molto amati e le “japanese morning glories” hanno colori e forme sorprendenti). Un convolvolo particolarmente originale che lascia tutti a bocca aperta per le foglie a forma di piuma con i piccoli fiori rosso cardinale è Ipomea pennata. Interriamone quattro o cinque semi intorno a una canna o un altro supporto e le piantine, crescendo, si arrampicheranno da sole. Poi dovremo soltanto guidarle affinché non vadano addosso ad altre piante, formando un intrico indissolubile.

Le virtù dell’amaranto

L’amaranto è noto per le qualità nutrizionali dei semi e delle foglie, un po’ meno per le sue doti ornamentali. A seconda della varietà scelta, tuttavia, le sue infiorescenze amaranto assomigliano a lunghe codine pendenti (in Amaranthus caudatus o in ‘Dreadlock’) oppure a un’enorme torcia (in ‘Cabeza de Elefante’). Nel caso di Amaranthus tricolor, invece, sono le foglie a sorprendere creando una grande “fiammata” rossa e gialla al centro della pianta. Facilissimi, gli amaranti amano i terreni “grassi” da orto, dove raggiungono il metro di altezza nell’arco di due mesi, ma tollerano bene anche i terreni molto argillosi e compatti e alcuni periodi di siccità. Perfetti nelle grandi fioriere miste, hanno semi piccolissimi, da spargere sul suolo come suggerito per le portulache. Quando le piantine avranno raggiunto i dieci centimetri di altezza potremo trapiantare quelle di troppo. Gli amaranti sono fiori di antichissima coltivazione, i cui grani possono essere acquistati anche attraverso i siti delle associazioni di “salvatori di semi” come Kokopelli, contribuendo così alla salvaguardia del patrimonio genetico delle vecchie varietà orticole.

Il fiore di carta da riscoprire

Conosciamo tutti la versione mediterranea dell’elicriso, il cespuglio con le foglie argentate che profumano di liquirizia. Qui però parliamo di una specie annuale da fiore molto di moda negli Anni 80, Helichrysum bracteatum, il “fiore di carta” di origine australiana. Perfetto per le aiuole a basso consumo idrico, raggiunge i 60-70 centimetri di altezza per poi produrre in cima ad ogni stelo dei mazzetti di fiori ricchi di petali nei colori da giallo ad arancione, ma anche rosso o bianco, che hanno la particolarità di sembrare di carta al tatto. Da recisi durano moltissimo e possono anche entrare a far parte dei mazzi di fiori secchi e dei pot-pourri (appendiamoli al buio a testa in giù per farli asciugare mantenendo i colori). La stessa caratteristica contraddistingue un’altra annuale altrettanto facile, Gomphrena globosa, che crea cespugli bassi pieni di fiorellini tondi di colore fuchsia, da seminare ora come l’elicriso.

Tageti
Tageti 

I garofani indiani

I tageti (o garofanini indiani) sono una garanzia per i terrazzi e le aiuole al sole. Ne esistono varietà alte con i fiori grandi a forma di pon pon ed altre compatte con corolle piccole e numerose; sono proprio queste ultime le più facili e robuste e formano cespugli arrotondati alti circa 30 centimetri, perfetti per incorniciare fioriture più alte al bordo dei vasi fino a fine ottobre. I loro colori classici vanno dal bronzo all’arancio, ma non mancano il giallo limone e il rosso, oppure il crema della varietà ‘Ivory’ e il bianco puro di ‘Arctic’. L’odore pungente dei tageti, inoltre, allontana i parassiti dalle altre piante, tanto che questi fiori sono coltivati negli orti per l’agricoltura sinergica, ma anche utilizzati come repellente per gli insetti in Sudamerica. Per un grande vaso o un’aiuola asciutta, esiste anche un tagete perenne a cespuglio che possiamo seminare ora: si chiama Tagetes lemmonii ed ha le foglie che profumano di limone e piccoli fiori gialli che sbocciano dall’autunno alla tarda primavera; è ideale per i giardini mediterranei, ma non tollera le gelate prolungate.