In una recente intervista sui tantissimi comportamenti amici del clima che potremmo adottare a livello individuale, il climatologo Luca Mercalli ha suggerito a chi scrive di provare a piantare ortaggi al posto di prati e fiori. La ragione, in estrema sintesi, è subito chiara: a parità di risorse richieste, oltre alla bellezza queste piante ci restituiscono qualcosa di utile per la dispensa. La stagione è perfetta per iniziare con quest’avventura, perché da fine aprile possiamo trapiantare all’aperto quasi tutti gli ortaggi estivi. Nella pratica, come avviare un orto in vaso? Lo abbiamo chiesto a Matteo Cereda, eco-orticoltore e ideatore del portale Ortodacoltivare.it appena arrivato in libreria con la riedizione del manuale Mettete orti sui vostri balconi (Bur), aggiornata con le sue riflessioni sul cambiamento climatico.
“Da un lato, l’agricoltura intensiva è responsabile del disastro ambientale che stiamo vivendo. Dall’altro, il riscaldamento globale irrompe prepotentemente sulle coltivazioni”, afferma. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni preoccupanti tra siccità, inverni miti, gelate tardive ed eventi estremi. Nell’estate 2022 ci siamo ritrovati a ombreggiare i pomodori per salvarli, chi l’avrebbe mai pensato prima? Senza scomodare studi scientifici, il punto di vista pragmatico del contadino restituisce una misura concreta di quanto sta accadendo e un approccio responsabile potrebbe invertire la rotta. Certo, il problema globale è molto più grande del nostro balcone e piantando ortaggi in terrazzo non modificheremo le sorti del mondo, ma in questo contesto coltivare è un fatto importante, perché ci permette di avere un rapporto con la natura e di maturare una consapevolezza maggiore”.
Cominciamo dalla scelta dei vasi
Per iniziare, ricordiamoci che la coltivazione in contenitore è più fragile di quella in campo, perché le piante hanno un volume di terra limitato e non possono sviluppare l’apparato radicale in profondità. Il riscaldamento globale, dunque, incide di più sul balcone, che può anche essere vessato da forti venti, in grado di disidratare le piante. “Più i vasi sono capienti, più le piante sono autonome; viceversa, la terra nei piccoli contenitori si asciuga molto velocemente. Una profondità minima di 40 centimetri ci permette di coltivare qualsiasi ortaggio, anche quelli più grandi ed esigenti come le zucche, ma possiamo anche optare per delle cassette da davanzale o per i moduli da orto verticale e concentrarci su varietà compatte. I contenitori più ecologici sono quelli di terracotta e di legno, oppure di riciclo. Qualsiasi sia il materiale scelto, evitiamo i vasi neri, perché il colore scuro si scalda facilmente e accumula più calore. A fondo vasca, dobbiamo sempre predisporre uno strato di drenaggio con alcuni centimetri di ghiaia o di argilla espansa, per evitare i ristagni d’acqua”, raccomanda Cereda.
Quale terra scegliere?
“Possiamo riutilizzare il terriccio delle coltivazioni precedenti, mescolandolo con un 20-30% di compost ogni anno per restituirgli nutrimento e sostanza organica. Ricordiamoci, però, di applicare la rotazione colturale: non dobbiamo mai coltivare la stessa pianta nello stesso vaso, ma è preferibile alternare diverse famiglie botaniche, per non impoverire il terreno di un solo elemento e per ridurre la probabilità di malattie. In alternativa, utilizziamo la terra del nostro giardino oppure acquistiamo del terriccio specifico per piante da orto senza torba (che viene estratta dalle torbiere e non è una risorsa facilmente rinnovabile); consiglio di mescolargli qualche manciata di terra di campagna, la quale contiene microrganismi utili in maggior misura rispetto ai terricci creati con mix artificiali e stoccati in sacchi”, assicura l’esperto.
Gli ortaggi da trapiantare ora
In questo momento dell’anno, anche al Nord si possono trapiantare all’aria aperta sia gli ortaggi primaverili a ciclo breve, sia quelli estivi. Ce n’è per tutti i gusti, dunque. In ordine alfabetico, anguria, basilico (alternando a quello classico genovese quello viola e quello greco a palla), bieta (tra le più belle, quelle ornamentali a coste rosse o gialle), broccoli, cavolfiori e cavoli (molto scenografico il cavolo riccio, kale), cetrioli, cicorie e radicchi, fagioli e fagiolini, finocchio, indivia, lattuga, melanzana (molto belle quelle bianche a uovo o quelle a forma di dito), melone, peperoni e peperoncini (se ne trovano di moltissimi colori e forme), pomodori e pomodorini (i ciliegini gialli e neri o i datterini gialli sembrano gioielli), porri, prezzemolo, sedano, verza, zucche e zucchini. Per crescere sani e fruttificare bene questi ortaggi hanno bisogno di almeno tre-quattro ore di sole al giorno. Le varietà rampicanti di fagioli, pomodori, cetrioli e zucchini richiedono dei sostegni, per cui possiamo sistemare nei vasi accanto alla ringhiera del balcone o metterci delle canne.
Come abbinare gli ortaggi: le “accoppiate vincenti”
Combinare diverse varietà, oltre ad abbellire il terrazzo, può avere effetti benefici per le piante. Anche in questo caso vale la regola “più biodiversità = meno pesticidi”. Entrando nello specifico, alcune piante, se coltivate nello stesso vaso, hanno influssi benefici reciproci perché si compensano dal punto di vista degli elementi nutritivi, si scambiano elementi preziosi, ottimizzano lo spazio, si ombreggiano a vicenda e producono aromi ed essudati radicali che allontanano insetti di vario genere. “Tra le consociazioni più azzeccate, ovvero le accoppiate vincenti in grado di creare tra loro delle sinergie: cipolle e carote; cetrioli e mais; cipolle e finocchio; fragole e fagiolini, lattuga e fragole; melanzana/peperone con fagioli/fagiolini; zucchine o zucche con fagioli rampicanti e mais (per le grandi fioriere)”.
L’effetto benefico delle piante aromatiche
Abbinare gli aromi agli ortaggi presenta ulteriori vantaggi. “L’aneto, vicino ai fagioli, è sgradito agli afidi; il basilico e la melissa sono presenze positive per i pomodori; la camomilla aiuta cipolle e cavoli; il rosmarino respinge gli insetti che attaccano carote, finocchio e sedano; la salvia attira le api e altri impollinatori, ma anche insetti che predano i parassiti; il cerfoglio allontana i bruchi dai cavoli; la santoreggia allontana gli afidi; il timo è amato dalle coccinelle, ma allontana i bruchi”, assicura Cereda. Attenzione però: ci sono anche accoppiate che è meglio evitare: “Tra le piante che non si trovano sempre bene insieme possiamo citare cavoli e fragole, oppure finocchio con legumi e anche piselli con aglio e cipolle. La menta, invece, non è un buon vicino per nessuno perché tende a colonizzare tutto il vaso”.
Cinque ricette pronte per l’orto in cassetta
Per chi è alle prime armi e desidera iniziare l’avventura dell’orto pensile riciclando, una cassetta della frutta foderata con del tessuto non tessuto e riempita di terriccio può diventare un piccolo modulo di coltivazione. Di seguito, cinque ricette per l’orto in cassetta suggerite da Matteo Cereda: “fagioli e peperoncini, perché i primi, in quanto leguminose, apportano l’azoto che concima i secondi; un finocchio e due porri, che stanno bene in una sola cassetta; prezzemolo o sedano con biete, una delle poche associazioni che si può accontentare anche di una esposizione meno assolata; timo e rosmarino, oppure salvia, che sono perenni e si compensano per le forme; mirtillo e fragole, perché amano entrambi un terreno acido e il cespuglio fa ombra alle fragole”. Non dimentichiamo di infilare qua e là dei fiori belli e utili come tageti, nasturzi, calendule e lavanda.
Come scegliere le piantine e trapiantarle
In questo momento dell’anno le piantine di tutte le varietà citate finora si trovano in vendita nei vivai in contenitori alveolari. Come sceglierle? “Preferiamo piantine ben dritte, con un fusto robusto e senza ingiallimenti delle foglie o macchie. Piante troppo allungate indicano una lunga permanenza nel garden center, dove possono aver sviluppato radici aggrovigliate a causa del lungo tempo trascorso nel vasetto. Sfilando delicatamente una delle nostre piantine dal contenitore, inoltre, dovremo osservare radici bianche (segno che sono sane) e non gialle o marroncine. Una volta a casa, cerchiamo di trapiantare il prima possibile, mai nelle ore calde. L’ideale è farlo di sera. Non cerchiamo di estrarre gli ortaggi tirandoli per il fusto o per le foglie, ma premiamo leggermente sui lati e sul fondo del vasetto in modo da far staccare il pane di terra. Poi adagiamo la piantina nella buca a livello del terreno (mai troppo in profondità) e pressiamo con due dita intorno, quindi bagniamo abbondantemente per far aderire la terra alle radici”. I contenitori li possiamo riutilizzare per le semine d’autunno oppure avviare alla raccolta differenziata.
I consigli per bagnare di meno
Per capire quando innaffiare, infiliamo un dito nella terra per due-tre centimetri; se “sentiamo” che è asciutta, è ora di intervenire. “Bagniamo la terra e non la pianta e facciamolo la sera oppure di mattina presto, usando acqua a temperatura ambiente: ciò serve per evitare di sprecare liquido a causa dell’evaporazione eccessiva, per scongiurare le scottature sulle foglie e per non causare shock termici agli ortaggi. Adottare dei vasi grandi ci permetterà di bagnare di meno, perché i volumi maggiori trattengono più umidità; ricordiamoci, inoltre, di arricchire il terreno con ammendanti come compost e humus, che assorbono acqua e la rilasciano lentamente. Infine, ricordiamoci di fare la pacciamatura, cioè spargiamo sulla superficie attorno alle piante uno strato di paglia per proteggere il terreno dal sole diretto e ridurre la traspirazione”, raccomanda Cereda.
Quali concimi utilizzare
In generale, gli ortaggi sono piante a crescita veloce, esigenti in termini di nutrimento, ma gli eccessi di concimazione sono dannosi quanto le carenze, senza contare che il surplus di fertilizzante viene sprecato perché dilavato con le irrigazioni. “L’ideale è piantare in un substrato già ben concimato con prodotti organici che oltre a fornire gli elementi necessari, migliorano le caratteristiche del terreno, per esempio una miscela di terriccio con un terzo di compost oppure di stallatico sfarinato. Tra i concimi biologici da utilizzare in fase di coltivazione, quando le piante iniziano a fruttificare, quelli più comuni sono lo stallatico pellettato e la pollina. Distribuiamoli in piccole dosi perché sono molto concentrati, in ragione di un cucchiaio raso per pianta, da interrare leggermente in superficie, per poi bagnare abbondantemente. Il miglior concime e ammendante in assoluto è l’humus di lombrico, che non dà alcun problema di sovraddosaggio e contiene anche enzimi e microrganismi utili all’apparato radicale”, assicura l’esperto.
L’orto in un metro quadrato
Un sistema pratico, bello e di sicura riuscita per cominciare con l’orto si basa sul metodo dello square foot gardening ideato dall’americano Mel Bartholomew, che prevede un modulo di coltivazione costituito da un cassone quadrato di un metro di lato e 50 o 60 centimetri di profondità. “Per organizzare le colture dobbiamo suddividere la superficie in quadrati più piccoli, per esempio adagiandovi delle canne. Quattro quadrati da 50 cm ciascuno sono adatti a piante ingombranti quali zucchine, cetrioli e pomodori rampicanti. Nove quadrati da 33×33 cm sono perfetti per peperoncini e pomodori nani. Sedici quadrati da 25×25 centimetri sono adatti per colture mignon come insalate, carote e cipolle. Ovviamente, per ogni parcella possiamo anche fare delle consociazioni tra ortaggi, aromi e fiori, seguendo gli abbinamenti indicati sopra”.