Più ancora che trovare delle risposte, quello che conta è porsi delle domande”, spiega Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia. E questo farà Meta Boost: guide to green, lanciato da Meta. È un programma per aiutare le Pmi (Piccole e medie imprese) italiane a intraprendere azioni per il clima, ridurre le emissioni di CO2, spingerle a far crescere il proprio business in modo sostenibile e costruire una presenza online.
Ma il punto di partenza è proprio la consapevolezza di come e quanto un’azienda inquina. “Un passo che le grandi imprese hanno compiuto da tempo, ma che quelle più piccole stentano a fare”, osserva Colombo. “Le Pmi rappresentano il 99,7% delle aziende europee e un terzo dell’occupazione totale. Sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo economico, ma hanno un’elevata impronta ecologica, che corrisponde a circa il 70% dell’inquinamento provocato dalle imprese nell’Ue”.
Al fianco di Meta, nella declinazione italiana di un progetto già attivo a livello internazionale, ci sono Sme Climate Hub, Legambiente e Confcommercio Giovani Imprenditori.
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, va più nel dettaglio: “Rendere le imprese, in particolare quelle piccole e medie, consapevoli delle misure e degli strumenti a loro disposizione per ridurre al minimo gli impatti diretti e indiretti delle loro attività è l’obiettivo di questa collaborazione. Dalla riduzione dei consumi energetici all’implementazione delle rinnovabili, i passi da compiere sono diversi, ma essenziali a contrastare una crisi climatica che ci impone di dimezzare le emissioni climalteranti entro la fine del decennio e di azzerarle entro il 2050. Una sfida da vincere tutti insieme”.
Meta Boost: guide to green si articola in un webinar aperto, che si tiene il 21 aprile a Roma, e una piattaforma online con video di formazione e case history. “Ci concentriamo prevalentemente sui settori hospitality, agroalimentare e ristorazione. Facebook è una vetrina per aziende di ogni tipo, ma queste aziende in Italia sono più numerose e hanno il maggior potenziale di crescita”, prosegue Colombo.
“I materiali disponibili riguardano cinque punti: primo, riunire il gruppo di lavoro e riflettere su come la necessità di una politica aziendale ecosostenibile sia riconosciuta come una scelta di tutta l’azienda. Dopo aver analizzato l’impatto diretto, si passa a quello indiretto, ad esempio le emissioni derivanti dal tipo di energia utilizzata, se rinnovabile o meno. Quindi è la volta della catena del valore, e qui bisogna risalire al comportamento dei fornitori. Nei primi tre punti si cerca di capire l’impatto ecologico dell’azienda, e per questo è necessario anche poterlo quantificare con misurazioni il più possibile attendibili, e solo allora è possibile immaginare di intervenire, magari razionalizzando la gestione dei magazzini, riducendo o rinnovando il parco auto, impiegando macchinari che consumano meno, e così via. Il quinto punto consiste nel prendere atto che non sempre è possibile arrivare a emissioni zero, e allora è necessario trovare il modo di compensare la parte che non si riesce a eliminare”.
Risparmiare energia significa anche risparmiare tout court, e quindi la coscienza ecologica fa bene anche al bilancio: “I dati dicono che chi ha scelto di investire nel green ha performato negli ultimi anni meglio in termini di fatturato, internazionalizzazione e capacità di generare occupazione. Non si può improvvisare: le scelte di sostenibilità sono un fatto di cultura aziendale ma anche di competenze; per questo la formazione è un alleato imprescindibile”, dichiara Andrea Colzani, presidente dei giovani di Confcommercio.
L’obiezione che si potrebbe fare a Meta in generale, e a Facebook in particolare, è che con quasi tre miliardi di utenti connessi, e quantità enormi di dati scambiati ogni giorno, il social network ha comunque un considerevole impatto ecologico. “Ma diminuisce: negli ultimi 4 anni le emissioni sono calate del 94% e nel 2020 abbiamo raggiunto il traguardo emissioni zero per le nostre operazioni globali”, osserva Colombo.
Intanto Meta, con Stripe, Alphabet, Shopify, e McKinsey Sustainability ha annunciato il lancio di Frontier, con investimenti per 925 milioni di dollari in nove anni per acquistare la rimozione permanente della CO2 da fornitori capaci di realizzare soluzioni innovative. E il metaverso? “Certamente porterà a consumi maggiori, vista la potenza di calcolo richiesta, ma contiamo che nel complesso si tradurrà anche in una mossa positiva per l’ambiente: incontrarsi in un ufficio virtuale significa non essere costretti a viaggiare, e così si evita l’inquinamento di aerei, auto e altri mezzi di trasporto”.