La crisi climatica, con tempeste dalla forza dirompente, bombe d’acqua violente, allagamenti causati dallo straripamento di fiumi, sono fenomeni sempre più diffusi. Anche laddove, un tempo non si verificavano. Purtroppo la violenza dell’acqua e la potenza del vento possono mettere ko centri urbani di qualsiasi dimensioni. È successo in Italia, ed è accaduto recentemente con la tempesta Eowyn, che ha colpito Irlanda e Scozia con venti paragonabili a quelli di un uragano. Nella contea di Galway, le onde oceaniche si sono alzate fino ai 12 metri di altezza, mentre i venti hanno raggiunto i 185 km/h, un mix devastante che provocato il blackout elettrico di circa 560mila edifici.
Vivere senza energia elettrica è un incubo per gran parte di noi, anche solo qualche giorno può rappresentare un’esperienza traumatica. Eppure, c’è chi nella contea di Fermanagh, territorio irlandese conosciuto come la terra dei laghi – anch’esso colpito da Eowyn – ha scelto di farlo già da anni, senza elettricità ed addirittura senza avere accesso all’acqua potabile. Come Margaret Gallagher, un’anziana di 83 anni, che vive nella sua piccola casa con il tetto in paglia vecchia di oltre 200 anni, appena fuori Belcoo (Irlanda del Nord), nello stesso luogo dove è nata nel 1942. Una vita molto semplice, da sempre senza acqua corrente, frigorifero o altri elettrodomestici e neanche il riscaldamento centralizzato, ma solo un camino che riscalda tutta casa, come ha raccontato a BBC.
L’anziana inglese, in realtà, vive in queste condizioni, da quando, bambina di 10 anni, perse sua madre e fu costretta a prendersi cura di suo padre disabile, morto nel 1980. Una famiglia che, anche per motivi economici non ha mai modernizzato la casa, così Margaret sin da piccola si è abituata ad andare al pozzo a prendere l’acqua, a cucinare con il fuoco del camino, che riscalda anche il cottage, mentre quando è buio usa candele e lampada a olio per illuminare. Il suo intrattenimento è basato sull’ascolto della radio a batterie e sulla lettura. Eppure, questo stile di vita anacronistico, le ha consentito di affrontare nel migliore dei modi le conseguenze della tempesta Eowyn, che ha lasciato il villaggio senza elettricità e le ha permesso di dare conforto ai suoi vicini, fornendo acqua fresca e pasti caldi, mentre molti abitanti non riuscivano neanche a dormire senza i riscaldamenti nelle gelide notti di gennaio.
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La storia fuori dal tempo di Margaret, seppur estrema, non è l’unica a testimoniare la scelta di un modo alternativo di vivere. La famiglia Wilkinson, padre, madre e due figlie, conduce un’esistenza al passo con i tempi, ma votata all’autosufficienza energetica, grazie all’installazione di pannelli solari sul tetto ed una turbina eolica sul prato della loro casa nella contea di Kilkenny, in Irlanda. I Wilkinson, infatti, vivono in una casa scollegata dalla rete elettrica ormai da 6 anni, quando in seguito ad un trasferimento hanno dovuto fare i conti con le bollette energetiche in aumento e frequenti interruzioni di corrente.
Così Michael Wilkinson, un meccanico di 41 anni, dotato di grande manualità ha trascorso due anni a costruire il proprio sistema energetico per rendere la nuova casa, libera dalla dipendenza dalla rete elettrica nazionale. Il sistema costruito è dotato di 36 pannelli solari disposti sul tetto della casa e nel giardino dove “abbiamo integrato il sistema con una turbina eolica, di cui ho costruito personalmente il palo e tutto il resto”, ha raccontato Wilkinson alla BBC.
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“Il sistema funziona con l’energia solare come priorità ed il vento come backup. In assenza di sole e vento, c’è il generatore a benzina per non far mancare l’energia, ma in questo modo le bollette sono diminuite fino all’80%”, racconta il signor Wilkinson, che per immagazzinare l’energia prodotta, ha installato una serie di batterie.Con l’autoproduzione elettrica pompa l’acqua potabile da un pozzo, mentre dentro casa, un caminetto acceso collegato ad una caldaia riscalda i termosifoni e fornisce acqua calda per la doccia. Infine, anche sul lato alimentare tendono all’autoconsumo, coltivando verdure nell’orto, insieme all’allevamento dei polli, per avere uova e carne.
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Ancora più “rivoluzionaria”, se vogliamo, è la storia che ci porta in un borgo tra le Alpi, a Foroglio, nel Canton Ticino in Svizzera, dove sembra di essere tornati indietro di diversi secoli. Una cascata che supera i 100 metri sullo sfondo del paese e qualche decina di case in pietra e legno, tutte senza energia elettrica, che nel periodo estivo si rianimano grazie ai circa 100 abitanti che tornano ad abitarci, vivendo con i ritmi della natura e delle luce: alba e tramonto. In questo piccolo gioiello del passato, infatti, pur essendoci la disponibilità di energia elettrica, prodotta da ben tre centrali idroelettriche situate nelle vicinanze, i residenti estivi – seppure per qualche settimana all’anno – hanno optato per una vita diversa.