L’energia pulita ha finalmente superato il carbone. Nel 2021, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal think tank indipendente sul clima Ember, solare, eolico, idroelettrico, nucleare e biomassa hanno generato il 38% dell’elettricità mondiale, due punti in più rispetto al 36% prodotto dal carbone. E per la prima volta fotovoltaico e pale eoliche hanno coperto, insieme, il 10,3% del fabbisogno globale di energia, con un aumento dell’1% rispetto al 2020 e del 50% dal 2015, quando è stato firmato l’accordo di Parigi sul clima.
Lo scorso anno a livello globale la produzione da fotovoltaico è aumentata del 23%, mentre quella da eolico del 14%. L’idroelettrico è sceso del 2%, mentre il nucleare è cresciuto del 4% e la biomassa del 6%, su cui però ci sono forti dubbi a causa delle emissioni. Se la crescita di solare ed eolico si assestasse sul 20% ogni anno fino al 2030, sostiene ancora il rapporto, saremo sulla buona strada per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia limite di 1,5 °C sui livelli preindustriali. Una soluzione possibile, a patto che venga risolto il problema principale che rallenta la crescita delle rinnovabili: i permessi dei governi per gli impianti sul territorio.
Cinquanta Paesi – soprattutto in Europa, ma anche Cina e Giappone – ottengono più di un decimo della loro energia da fonti eoliche e solari, rispetto ai 43 del 2020. La Danimarca è l’unico arrivato oltre il 50%. Il passaggio più veloce a queste due fonti rinnovabili è avvenuto nei Paesi Bassi, in Australia e in Vietnam. I tre Stati hanno spostato un decimo della loro domanda di elettricità dai combustibili fossili alle fonti verdi negli ultimi due anni. In Vietnam il fotovoltaico è aumentato di oltre il 300% in un solo anno. In Italia il 16% del fabbisogno è coperto da pannelli (8,6%) e turbine (7,4%), ma la produzione di energia rinnovabile è aumentata solo dal 14% al 17% tra il 2015 e il 2020. Il gas rappresenta ancora la fonte di energia più utilizzata (49,7%).
A livello globale la produzione di energia rinnovabile ha accelerato man mano che i costi sono scesi, ma la ripresa economica dopo la pandemia ha anche spinto l’uso dei combustibili fossili e ha portato le emissioni del settore energetico a un massimo storico: +1.414 terawattora nel 2021, come se avessimo aggiunto una nuova India alla richiesta globale di energia. Gran parte dell’aumento del fabbisogno energetico proviene dalla Cina ed è stato soddisfatto con il carbone, il cui uso a livello globale è aumentato del 9%, il tasso più veloce dal 1985. Il gas invece è aumentato solo dell’1%.