“É andata bene. Oggi alla vigilia del voto possiamo dire che la maggior parte delle famiglie politiche europee hanno firmato l’accordo preelettorale sul clima e biodiversità e promesso di ascoltare la scienza. Siamo soddisfatti perché facciamo prima a dire chi non lo ha sottoscritto in alcuna parte: Identità e Democrazia, il gruppo europeo di cui fa parte anche la Lega. Due gruppi hanno votato solo con alcuni partiti membri, il Partito Democratico Europeo di Renew Europe e Fratelli d’Italia dei Conservatori e riformisti europei che ha firmato con il co-capogruppo a Strasburgo Nicola Procaccini“. Per Antonello Pasini, fisico del clima e ricercatore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, è stata una maratona ma alla fine lui con Roberto Barbiero, vicepresidente della Società italiana per le Scienze del Clima e Carlo Barbante, docente di Cà Foscari, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr sono riusciti a far capire quanto sia importante che il confronto tra climatologici e politici sia non solo continuo, ma istituzionalizzato. “Il nostro obiettivo – spiegano i promotori – è fare in modo che tutti i partiti concordino sugli obiettivi di decarbonizzazione e sul fatto che debbano utilizzare strumenti scientificamente fondati: la comunità scientifica, numeri alla mano, sa dire ai decisori quali sono le azioni efficaci e cos’è invece mero green washing. Per questo è necessario un dialogo più continuo con i climatologi”.
Quattro le famiglie politiche europee che hanno sottoscritto l’accordo in tutte le sue parti: il Partito Popolare Europeo, Socialisti e Democratici, Verdi, Sinistra. Lo hanno fatto in modo parziale Renew Europe, Conservatori e Riformisti Europei.
Consiglio scientifico clima e ambiente anche in Italia
Un passo avanti non solo in Europa, ma anche in Italia. La comunità scientifica italiana ha infatti messo a segno un grande risultato anche a casa. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin in un videomessaggio ha dato il suo via libera alla costituzione in Italia del Consiglio scientifico clima e ambiente. In Commissione ambiente infatti si aspetta da tempo una proposta di legge per la creazione di un advisory board. Si tratta di un istituzione composta da esperti di clima e ambiente che aiuti i governi nelle scelte che richiedono competenze scientifiche. “Quella di costituire organi consultivi nazionali su clima e ambiente è una raccomandazione che viene dalla Legge sul clima europea”, aveva sottolineato Roberto Barbiero. In alcuni Paesi esistono, mentre in Italia no. Almeno fino adesso, perché dopo l’intervento del ministro al Cnr le cose potrebbero cambiare e la discussione finalmente partire. “La nostra proposta prevede però che gli esperti vengano nominati dalla comunità scientifica – ha spiegato Antonello Pasini – e non eletti dai politici come purtroppo accade. Il ministro Pichetto Fratin ha dato comunque il via alla discussione e questo è un grande passo avanti”.
Nel giorno dell’allarme di Antonio Guterres
La firma delle quattro famiglie politiche europee sull’accordo preelettorale è arrivata proprio nella Giornata mondiale dedicata all’Ambiente, ma è stata la giornata in cui il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, parlando a New York ha lanciato un grido di allarme al mondo proprio sul clima: “Stiamo flirtando con il disastro climatico”, ha detto il capo del palazzo di Vetro “Siamo sull’orlo di cambiamenti irreversibili che minerebbero il futuro del pianeta. Manca il senso di emergenza sul clima”. “Le conseguenze saranno devastanti: diverse parti del nostro pianeta saranno inabitabili e per molti questa è una condanna a morte”, ha poi precisato Guterres lanciando accuse precise: “Alcuni produttori di combustibili fossili erano ben consapevoli negli anni ’70 che il loro prodotto di punta avrebbe bruciato il pianeta. Ma come avvenuto per l’industria del tabacco, hanno ignorato la stessa scienza“. Da New York le parole del Segretario dell’Onu che ha invitato il mondo ad ascolare la scienza sono arrivate a Roma.
“Ascolteremo la scienza”
“Siamo consapevoli di aver portato la crisi del clima e della biodiversità al centro della campagna per le elezioni dell’Unione Europea e accogliamo l’offerta di aiuto che ci rivolge al comunità scientifica” si legge nel testo firmato dai gruppi politici europei che il 5 giugno 2024 hanno promesso di ascoltare la scienza.