Se ne parlava da qualche mese, della connessione a internet sugli aerei di linea fornita da Starlink. Adesso l’ecosistema di migliaia di nanosatelliti messo in piedi dalla società fondata e guidata da Elon Musk ha iniziato i test di connettività su “alcuni aeromobili”. Secondo il vicepresidente commerciale della compagnia Jonathan Hofeller, infatti, il servizio potrebbe essere lanciato “prima possibile”. Già all’inizio dell’anno, infatti, il gruppo aveva chiesto alla Federal Communications Commission, l’ente regolatore delle telecomunicazioni americano, l’autorizzazione necessaria a portare il segnale internet satellitare anche agli aerei oltre che alle automobili, alle navi cargo e ai tir. Sul punto era intervenuto, come avrebbe fatto altre volte (su Twitter, dove altrimenti?) lo stesso Musk.

L’obiettivo del progetto è costruire una megacostellazione satellitare nell’orbita bassa della Terra che possa consentire a chiunque sul pianeta, praticamente ovunque, di collegarsi a internet a velocità notevoli. Allo scorso anno la Fcc aveva autorizzato qualcosa come 12mila satelliti del programma Starlink, il cui obiettivo finale è arrivare almeno a 30mila satelliti. Al momento siamo a oltre 1.800 dal 2018, per una copertura globale ne serviranno almeno 4.400. Ogni due settimane, salvo rallentamenti legati alla carenza di chip e all’ingolfamento delle catene internazionali di approvvigionamento, SpaceX manda in orbita una sessantina di satelliti destinati a questa impresa (con molte conseguenze, non tutte positive, anche in ambito di osservazione del cielo). Le connessioni Starlink sono in realtà già operative attraverso un programma di test su invito con alcune migliaia di persone in tutto il mondo. Presto, però, anche le claudicanti connessioni ad alta quota potranno aggiornarsi e correre più spedite.

Quanto? Be’, alcuni utenti hanno condiviso i propri speed test casalinghi sui social: se ne è visto uno su Reddit che racconta come Starlink possa toccare i 200 Mpbs in download senza problema con la possibilità di superare, in alcuni momenti, i 400 Mbps. Buone anche la latenza e la velocità in upload, rispettivamente 27 ms e 18.6 Mpbs, nettamente superiori delle connessioni satellitari già disponibili. Sono numeri ovviamente destinati ad aumentare all’arricchirsi della megacostellazione che Musk sta costruendo e che da qualche settimana è disponibile anche per alcuni utenti in Italia. Un sogno rispetto alla qualità delle connessioni attuali in volo, che è davvero molto bassa.

“I passeggeri e i clienti vogliono una grande esperienza che i sistemi geostazionari semplicemente non possono fornire” ha detto Hofeller a un recente evento di settore. “Quindi spetterà alla singola compagnia aerea decidere se vuole dare soluzioni su questo punto o se preferisce un sistema che non è così reattivo alla domanda dei loro passeggeri”.

Le trattative con alcune compagnie aeree sono dunque in corso già da mesi mentre i test sono ora confermati da Bloomberg: c’è dunque da aspettarsi un rapido decollo della connettività a bordo e una discesa in campo contro concorrenti come Viasat, Intelsat, Telesat Corp. e altri che forniscono ora il segnale a decine di vettori di tutto il mondo. Ma anche con altri operatori, come la britannica One Web e Amazon, che invece forniranno connettività satellitare ultraveloce. Lo scorso giugno sempre il responsabile commerciale di Starlink parlava appunto di “prossimo futuro”: c’è da adattare i dispositivi per l’impiego aeronautico e soprattutto da modificare il metodo di trasmissione del segnale. A quanto pare SpaceX, che è la proprietaria della costellazione, ricorrerà a un collegamento laser stabilito direttamente tra satellite e satellite così da mantenere un’ottima velocità del segnale anche quando i velivoli si allontaneranno dalle stazioni di terra di riferimento. Anche la richiesta di autorizzazione a testare un tipo di antenna squadrata, presentata pochi giorni fa, si allinea ai movimenti in ottica connettività aeronautica.