Alla scoperta di nove gemme nascoste in Emilia-Romagna. Accanto alle mete famose e conosciute la regione è capace di stupire i turisti più curiosi con piccole chicche custodite in castelli antichi, architetture avanguardiste e monumenti di archeologia industriale restituiti a nuova vita. Nove i luoghi che vi proponiamo di visitare lungo la Via Emilia, da Piacenza a Rimini, passando per le valli di Comacchio e le colline di Longiano. Il nostro viaggio parte dal piacentino e precisamente dal monastero di San Colombano a Bobbio, uno dei più importanti centri monastici d’Europa fondato nel 614, che oggi ospita il Museo Mazzolini, dove si possono ammirare 27 sculture e 872 dipinti dei maggiori autori italiani da De Chirico a Carrà, da Fontana a Manzoni. Sempre in provincia di Piacenza, nel sottotetto del duecentesco castello di San Pietro in Cerro, si visita il MIM, Museum in Motion che, nell’antico camminamento di ronda e nel granaio, raccoglie milleseicento opere di autori contemporanei come Bonalumi, Crippa, Dova e Plessi. Spostandoci a Gattatico, nel reggiano, è d’obbligo una sosta al Museo Cervi che conserva i cimeli della famiglia partigiana Cervi e duecento opere di pittura, scultura e grafica che testimoniano l’impegno antifascista di tanti artisti, tra i quali Renato Guttuso, Renzo Grazzini ed Ernesto Treccani.
L’originale casa-studio dell’architetto Cesare Leonardi, a Modena, rappresenta il primo villaggio artigiano in Italia. Qui, tra scaffali in legno giallo, sono conservati disegni di architettura, composizioni fotografiche, plastici in legno, sculture, oggetti di arredo e prototipi del celebre architetto scomparso nel 2021. Nel centro storico della vicina Sassuolo sorge la settecentesca Cavallerizza Ducale sede del Museo Bertozzi&Casoni, l’iconico collettivo dei due artisti che utilizzano esclusivamente la ceramica a fini scultorei. Visitabile il sabato e la domenica ospita rare opere come Composizione non finita-infinita presentata alla Biennale di Venezia nel 2009, Sedia elettrica con farfalle e Regeneration esposta a Londra nel 2012. Anche Bologna ha il suo gioiello nascosto.
È la Raccolta Lercaro ( ingresso gratuito) che comprende lavori di Giacomo Manzù, Arturo Martini, Francesco Messina, Mimmo Paladino, Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giorgio Morandi e Adolfo Wildt che dialogano con alcune pregevoli opere antiche. La modesta casa immersa nel verde della pineta di Comacchio scelta come soggiorno estivo del maestro Remo Brindisi ospita un piccolo museo che documenta molte delle principali correnti artistiche internazionali del Novecento, con particolare attenzione sulla Milano degli anni ’50-’70.
Oltre a opere integrate all’architettura, tra cui il graffito di Lucio Fontana,si ammirano lavori di Medardo Rosso, Giacomo Balla, Arturo Martini, Enrico Baj, Bruno Munari, Achille Castiglioni e Pio Manzù. Il Castello Malatestiano di Longiano, nel centro della Romagna, accoglie la Fondazione “Tito Balestra” che ospita l’originale collezione dell’enigmatico poeta, grande amante dell’arte, con oltre duemila opere di artisti italiani e stranieri, da Mafai a Rosai, da De Pisis a Sironi, Chagall, Goya e Matisse. Ultima tappa Rimini dove, all’interno del seicentesco Palazzo Buonadrata, ha recentemente aperto la Galleria Buonadrata che propone al pubblico oltre 75 dipinti firmati da pittori del cinque-seicento come Marco Palmezzano da Forlì, Barnardino Zaganelli da Cotignola e Guido Cagnacci. E proprio qui, sulle rive dell’Adriatico, termina il nostro viaggio invernale tra piccoli e suggestivi gioielli dell’Emilia-Romagna.