Le emissioni di gas serra in Italia continuano a scendere: nel 2023 sono calate del 6,2% rispetto all’anno precedente, quel 2022 che è stato archiviato come particolarmente problematico a causa del maggior utilizzo del carbone a seguito della crisi energetica. Un trend quello del calo delle emissioni dei gas che impattano sul clima che resta costante da circa 30 anni: rispetto al 1990 sono infatti scese di un 21%. Sia grazie agli sforzi di decarbonizzazione compiuti nei settori dell’energia e dell’industria (con la crescita della produzione da fonti rinnovabili) sia per la riduzione della Co2 dal riscaldamento causa un inverno particolarmente mite. I dati sono dell’Ispra, l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente che l’8 maggio ha presentato il report “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”.
In controtendenza i trasporti
Ma la qualità dell’aria nel nostro paese avrebbe potuto essere migliore. Il problema secondo Ispra rimane il settore dei trasporti, che incide per circa il 26% sulle emissioni italiane – gli altri sono la produzione di energia (23%), residenziale (18%) e dell’industria manufatturiera (13%) – che rispetto all’anno precedente segna un +5% e conferma un trend che non conosce pause superando il 7% dal 1990. Valore in controtendenza rispetto a quelli di tutti gli altri settori economici che al contrario registrano marcate riduzioni, ad eccezione dei rifiuti che non riduce le emissioni e rappresentano circa il 5% al totale nazionale. In Italia dunque le auto sono sempre più grandi e inquinanti e il loro uso aumenta, così come il numero dei Tir non diminuisce e le auto elettriche rimangono poco popolari.
Condizione questa che potrebbe incidere sulle stime preliminari del 2023, pur osservando un calo delle emissioni totali. Tale risultato, ribadiscono dall’Ispra, è principalmente dovuto all’assenza di riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dai trasporti stradali che, nonostante le direttive europee, procedono costanti sui livelli emissivi elevati del 2014 portando quindi al superamento del tetto massimo. Così, a causa del settore dei trasporti, e nonostante il calo da energia e industria, l’Italia nel 2023 ha sforato per l’equivalente di 12,9 milioni di tonnellate di Co2 il limite di emissioni fissato dall’Unione europea per il nostro paese. Tutto questo sulla base del regolamento Effort Sharing che prevede una riduzione del 43% rispetto al 2005 delle emissioni prodotte dai trasporti, residenziali, rifiuti e agricoltura e industria.
Al momento, però secondo il report dell’Ispra l’Italia ha ampiamente rispettato gli obiettivi di riduzione delle emissioni, che gli sono stati assegnati dall’Unione Europea per il periodo 2013-2020. Sempre secondo l’Istituto da tenere presente anche i diversi cicli di crisi economica del 2008 e del 2013 connessi alle dinamiche economiche globali.