Nel 2020 il consumo globale di plastica ha raggiunto i 547 milioni di tonnellate e, senza interventi mirati a invertire il trend attuale, potrebbe arrivare a 749 milioni di tonnellate nel 2050. Nello stesso arco di tempo i rifiuti di plastica gestiti in modo scorretto potrebbero addirittura duplicare e le emissioni associate alla produzione, al consumo e allo smaltimento della plastica potrebbero aumentare del 37%.

È quanto emerge da uno studio pubblicato su Science, i cui autori hanno messo a punto un modello che sfrutta il machine learning per fare una stima degli andamenti futuri non solo in termini di produzione e consumo di plastica, ma anche delle emissioni di gas serra ad essi correlate. La buona notizia è che il lavoro di ricerca ha anche messo in luce il potenziale che specifici interventi di “mitigazione” potrebbero avere.

Gli autori sono partiti dalla creazione di un database globale contenente i dati sulla produzione, sul consumo e sullo smaltimento della plastica, suddivisi in quattro regioni: Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico), Cina, Europa (stati membri dell’Unione Europea più Regno Unito, Svizzera e Norvegia) e il resto del mondo. Dopodiché hanno creato un modello in grado di fare delle previsioni sugli andamenti futuri e lo hanno poi utilizzato per simulare gli effetti di otto diversi interventi di mitigazione. Solo mettendo in atto quattro di questi otto, si legge nello studio, si potrebbe arrivare a ridurre del 91% la quantità di rifiuti di plastica gestiti in modo inappropriato e di un terzo la produzione di gas serra.

Fra i vari interventi presi in esame, il più efficace nel ridurre la cattiva gestione del processo di smaltimento della plastica sarebbe l’introduzione dell’obbligo di riciclare almeno il 40% della plastica prodotta. Anche mettere un limite massimo alla produzione di plastica vergine (cioè non derivata da plastica riciclata) limiterebbe il problema della gestione dei rifiuti e ridurrebbe inoltre a monte il consumo di questo tipo di materiale. Entrambi questi interventi contribuirebbero anche ad abbassare le emissioni di gas serra. Altri interventi presi in considerazione nello studio e che potrebbero rivelarsi utili nel contenere il problema riguardano per esempio l’investimento per allargare o migliorare l’efficienza delle infrastrutture adibite allo smaltimento dei rifiuti di plastica, oppure l’introduzione di un sistema di tassazione sul packaging.

“Da questi risultati – concludono gli autori dello studio – emerge chiaramente che, con la sufficiente volontà politica, esiste un potenziale tecnico sufficiente per ridurre drammaticamente i rifiuti di plastica gestiti in modo inappropriato e affrontare alcuni dei problemi associati più insidiosi”.