ANDALO –  Un futuro più verde, blu, giallo o marrone, e forse un po’ meno bianco. Nel cuore delle Dolomiti Paganella sei magnifici comuni, dopo un inverno senza sci e con impianti chiusi a causa del Covid, quest’estate sono ripartiti con in mente una scommessa: provare a disegnare il futuro della montagna, a comprendere come salvarla.

 

Sanno – ad Andalo, Molveno, Fai della Paganella, Cavedago, Spormaggiore e San Lorenzo Dorsino – che per garantire un futuro alla vita sui monti e a quel turismo che l’alimenta, è necessario parlare tutti un linguaggio comune, basato sull’equilibrio con la natura, lo sport e soprattutto l’estate, ma anche quei mesi considerati fuori stagione. La montagna, dicono, tra cambiamenti climatici, restrizioni a causa della pandemia e abitudini che mutano, deve staccarsi dal concetto del solo bianco della neve. Il territorio della Paganella questo lo sa bene: d’estate ormai le presenze turistiche (57%) qui superano in media quelle invernali.

 

Così in pieno agosto, quando le abbiamo visitate, le Dolomiti sono una esplosione di colori e idee. C’è il marrone del fango che schizza dalle ruote delle bici sulle piste di downhill attorno ad Andalo, oppure dai tracciati solcati dalle divertenti e-bike alla portata di tutti, c’è il blu dell’incantevole lago di Molveno dove centinaia di famiglie si concedono un rigenerante pic-nic dopo un trekking o un giro in sup, c’è il verde strepitoso di boschi ai piedi delle malghe di Fai della Paganella, o ancora il grigio e le sfumature dorate e rosa al tramonto sul meraviglioso  Brenta con le Dolomiti tutt’attorno, da Spormaggiore sino a San Lorenzo.

 

NUOVE PISTE – E poi ci sono le idee, tante: percorsi sempre più separati – in futuro – per gli amanti delle due ruote e i camminatori, in modo da assicurare piacere e sicurezza per entrambi, ma anche alimentare i già presenti mezzi elettrici e sostenibili che permettono di vivere ai turisti la montagna senza auto, collegando col trasporto pubblico le varie località. O ancora agevolare sempre più il rapporto fra uomo e natura, salvaguardando porzioni di territorio, implementando progetti sensoriali come il Parco del Respiro, offrendo passeggiate con guide esperte sotto il chiaro di luna,  insegnando ai più piccoli le meraviglie di un bosco abitato da cervi, orsi, stambecchi e una flora ricchissima e ambita, dal porcino sino ai preziosi larici.

 

LINGUAGGIO COMUNE – Ma la montagna del futuro non prende forma senza un ragionamento condiviso. Per fare, agire, serve un dialogo fra “campanili diversi, ma tutti con lo stesso obiettivo: parlare lo stesso linguaggio della montagna, per poterla rilanciare tutto l’anno, per contribuire a viverla sempre di più e a proteggerla, per migliorare la qualità della vita” racconta seduto su uno sgabello del suo Il Piccolo Resort, uno scrigno di relax ai piedi dei prati di Andalo, Michele Viola, che dal 2019 è presidente dell’Apt (Azienda per il Turismo) delle Dolomiti Paganella.  (https://www.visitdolomitipaganella.it/it)

Dolomiti Paganella. Natura da ammirare e da testare


“Veniamo da un anno diverso per tutti – spiega Viola – in cui la stagione invernale non c’è praticamente stata e per noi, immersi nel silenzio della natura, è diventato un momento di riflessione. Qui sulla Paganella è tempo di interrogarci su come sarà la montagna del futuro e su cosa la salverà. Crediamo che l’estate, lo sport, l’equilibrio con la natura, l’ascolto dei residenti e dei giovani che qui vivono e investono, ma anche l’idea di spalmare attività ed attrazioni su tutte le stagioni – e non più solo inverno ed estate – siano elementi fondamentali da cui ripartire”.

 

IL FUTURE LAB – Considerazioni che passano attraverso centinaia di workshop e incontri di quello che è il “Future Lab”, il laboratorio ideato nelle valli della Paganella per comprendere il domani della montagna.

 

Per esempio anche immaginare come si adatterà alla crisi climatica, quali formule utilizzare contro lo spopolamento, come attrarre i giovani, come sviluppare nuove forme di lavoro da qui (vedi smartworking), o ancora trovare una giusta armonia per chi in montagna ci vive, spezzando quel rito che la vede sempre pienissima in alta stagione e poi svuotata e immobile nei mesi autunnali. Ma serve anche per studiare e migliorare nuove formule, come quelle pensate ormai più di dieci anni fa, che hanno rivoluzionato la montagna d’estate: la promozione del downhill.

 

PASSIONE BICI – Qui nelle Dolomiti Paganella basta fare un giro fra le strade di Andalo, da i negozi sino agli impianti di risalita di Fai, per comprendere come lo sport e soprattutto la bicicletta siano il motore del cambiamento.


 “Sempre più persone vengono qui per il downhill, per sfrecciare in discesa in bicicletta lungo le tante piste, di vari livelli, pensate per gli appassionati. Parliamo di 35mila bikers che prendono pass e biglietti e di tanti altri che provano per esempio le bici elettriche, l’e-bike. Quello degli sport estremi è un mondo che noi continuiamo ad alimentare ipotizzando percorsi dedicati, formando istruttori, rilanciando le Academy per i più piccoli, pensando persino pacchetti per famiglie”.

Molveno. Foto Pini 

 

Ovunque si vedono sportivi vestititi di tutto punto, dal casco alle ginocchiere, pronti a scendere in sella da cima sino a valle. “Lo sci di invero è ancora fondamentale, ma qui la montagna adesso è l’estate” dice orgoglioso Viola, spiegando come lo sport ha portato anche lavoro. Se al downhill si aggiungono sci, trekking, ciaspolate, pattinaggio, arrampicate e altro, è facile comprendere come “lo sport sia la nuova linfa” spiega il presidente. Ma da solo non basta: per salvare la montagna serve soprattutto “equilibrio”.


FUTURO GREEN – Per esempio attraverso il Future Lab nella Paganella stanno interrogando i giovani chiedendogli come vorrebbero la montagna del futuro, cosa potrebbe attrarre altre persone a vivere qui. Una possibilità, non tanto remota, è che la crisi climatica porti un domani più residenti, che magari lasceranno la pianura per spingersi verso temperature più fresche. “Quello che notiamo qui è che i fenomeni meteo sono sempre più intensi. Ci sono inverni con neve abbondante, come lo scorso, alternati da altri caratterizzati da maltempo intenso. L’importante è governare il territorio: proteggerlo e prepararlo a reggere gli impatti dei cambiamenti climatici” dice Viola.

 

In questo intreccio, per garantire un futuro alla vita e il turismo sui monti, non può mancare l’enogastronomia. Si va dal rilancio delle malghe – “a Fai alcuni giovani stanno tornando a mestieri antichi, a fare il formaggio, e li sosterremo” sino ai vini (dalle bollicine al Teroldego) e le prelibatezze locali come i prodotti della Piana Rotaliana passando per spatzle, canederli, polenta, salumi e formaggi squisiti proposti nei vari agriturismi del territorio.

 

Di pari passo a sport e cibo serve “un approccio sostenibile che guardi alle energie verdi, dall’uso appunto di mezzi di trasporto green affinché si possa usare sempre meno l’auto, sino al fotovoltaico e  l’efficientamento delle caldaie pensando per esempio a cogeneratori per produrre energia termica ed elettrica”.


I FESTIVAL  -Dopo le restrizioni da pandemia, questa estate il turismo – con visitatori dall’Italia sino ai paesi dell’est Europa – è ripartito su volumi davvero alti. “Il pienone, abbiamo avuto tantissimi ospiti, come mi piace definirli, perché non ci piace chiamarli clienti”, ma la vera sfida “per noi sarà ora spalmare questi picchi su tutte le stagioni. Siamo convinti che sia possibile” sostiene Viola.

Molveno (Hanna Retz Fotografie) 

 Una formula, potrebbero essere anche nuovi festival, dopo quelli in arrivo: dal Mountain Future Festival (25-28 agosto) sino a Orme (9-12 settembre), evento che si svolge lungo i sentieri e i boschi di Fai. Come spiega Luca D’Angelo, direttore dell’Apt, c’è perfino una data per disegnare il futuro dei monti, dedicata soprattutto a chi nella Paganella ci vive e ci lavora: “Il 29 ottobre con il Future Lab insieme a sindaci, abitanti e operatori del territorio ci interrogheremo sul futuro, su come vorremmo vedere la montagna del domani”


Una partita, quella per le Dolomiti dei prossimi anni, in cui giocheranno un ruolo importante anche le nuove tecnologie, dai social per promuovere e condividere le bellezze del territorio sino alle app dedicate, come quelle già sviluppate per le piste da sci,  i segreti del downhill o i percorsi di trekking.

 Per ora, in attesa di una nuova e incerta stagione invernale, sperando che non ci siano più intoppi legati alle restrizioni da Covid, ad Andalo i responsabili del turismo hanno però già un certezza: “L’estate e lo sport salvano la montagna, ma ciò che davvero la proietta verso il futuro è viverla tutto l’anno e soprattutto continuare a rispettarla”.