Due mete tra i monti del Trentino per (ri)scoprire il piacere di una vacanza lenta, dove staccare la spina per godere appieno del contatto con la natura. La prima tappa ci porta in Val di Rabbi, valle laterale della Val di Sole nel Parco Nazionale dello Stelvio trentino, dove è appena stato inaugurato un originale percorso con postazioni sonore ed esperienziali che attraversa i boschi di conifere e promette di rigenerare spirito e corpo. Prende il nome di “Fruscìo”, nome evocativo attribuito non a caso a questo itinerario suggestivo e catartico nel parco delle Pozzatine, dove si incontrano sette postazioni sonore pensate per amplificare i rumori naturali del bosco. Ogni postazione è associata a uno dei 7 Chakra, i centri di energia presenti nel corpo umano secondo le filosofie orientali.
Si cammina – a passo lento per potersi guardare attorno e scoprire i ritmi della natura – in un’idilliaca foresta di abeti e larici dove sono state collocate campane di legno, mega-carillon collegati agli alberi, tamburi ricavati dai tronchi, trombe giganti per amplificare i rumori del bosco. Il percorso attraversa anche un anfiteatro circolare in metallo lucido che riflette il paesaggio circostante; un campo triangolare che comprende tre elementi verticali in legno riforniti di libri, riviste e oggetti vari da poter utilizzare contemplando il panorama e si conclude nei pressi di un pianoforte a coda incastrato su una conifera a 10 metri di altezza, in un anfiteatro naturale in mezzo al bosco nel quale sono installati strumenti musicali di legno che emettono suoni sempre più alti. Un approccio mutuato dalle campane tibetane che invita le persone ad ascoltare il silenzio terapeutico offerto dai boschi e i suoni degli elementi naturali. L’apertura del parco sonoro si inserisce in un progetto più ampio per la valorizzazione del turismo lento che diventi anche un punto di riferimento di iniziative che, poggiando su solide basi scientifiche, promuovano il benessere psicofisico.
A circa un’ora e mezzo di distanza, nel cuore dell’Altipiano della Paganella, incontriamo un’altra esperienza attenta alla promozione della cultura di una montagna inclusiva, dove la cura dell’ambiente naturale e del benessere di tutti gli ospiti sono una priorità. Qui si trova la Falesia Dimenticata di San Lorenzo Dorsino, una delle più straordinarie aree naturali trentine, un luogo dedicato all’arrampicata inclusiva e a numerose iniziative culturali. Un progetto di crowdfunding promosso dall’associazione Dolomiti Open e dalla fondazione per lo sport inclusivo Sportfund in collaborazione con l’Apt Dolomiti Paganella, si propone di ampliare la superficie di prati pubblici a disposizione delle persone che vogliono godere dello spettacolo della parete ai piedi delle Dolomiti di Brenta e del suo ambiente naturale e l’acquisto di nuovi terreni privati per ingrandire l’area della falesia, che porterebbe le attuali vie di arrampicata da 30 a 60.
L’iniziativa va ben oltre l’arrampicata e punta alla trasformazione di beni privati in beni pubblici che diventano così, in una visione di montagna inclusiva, “un luogo di tutti e per tutti”, dove guide alpine e operatori locali possano essere dei facilitatori anche per persone con disabilità. Una passeggiata di poco meno di un’ora, o un viaggio in auto di una decina di minuti, conduce alla vicina Fattoria Athabaska che ospita un allevamento di Alaskan Husky della scuola di sleddog, mucche di razza Rendena e Highland, maiali — tra cui anche esemplari di razza thai —, galline e anatre Indian Runner. A questi si aggiungono gli asini, i lama e gli alpaca, con i quali fare trekking. La loro lana, inoltre, viene utilizzata per la produzione artigianale di oggettistica in feltro, un’attività che si può scoprire grazie ai laboratori organizzati in loco.