Corni ripieni di letame, fasi lunari, preparati con erbe come camomilla, achillea e ortica, indicazioni in base a segni zodiacali e allineamento dei pianeti. Queste ed altre pratiche sono tra i principi dell’agricoltura biodinamica promossa dal movimento fondato da Rudolf Steiner. Nei mesi di preparazione del testo di legge, oggi arrivato alla Camera, che ha l’obiettivo di rispettare le indicazioni europee e fare chiarezza tra le norme e i regolamenti per l’agricoltura biologica, alcuni parlamentari avevano proposto di inserire un riferimento all’agricoltura biodinamica, equiparandola così di fatto a quella biologica.
Dal Cnr al premio Nobel Giorgio Parisi, dalla senatrice a vita Elena Cattaneo a diversi altri esponenti del mondo scientifico, in tanti avevano criticato questa possibilità, tacciando l’agricoltura biodinamica di essere “stregoneria”, o comunque un metodo privo di basi scientifiche. Ora in Parlamento, anche su indicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sostenuto la necessità di affidarsi alla scienza, questa possibile equiparazione è stata fortemente respinta. L’Assemblea di Montecitorio ha infatti approvato alla quasi unanimità due emendamenti di Riccardo Magi (+Eu) e della commissione che eliminano dal testo l’equiparazione.
I principi dell’agricoltura biodinamica
Quando si parla di agricoltura biodinamica si fa notoriamente riferimento a quella fondata da Rudolf Steiner, nato nel 1861 e padre dell’antroposofia, un movimento pseudoscientifico che concepisce la realtà come una manifestazione divina in continua evoluzione. In questo contesto è nata l’idea di un insieme di pratiche basate sulla visione spirituale antroposofica per avere in sostanza una agricoltura più in equilibrio con l’ecosistema terrestre. L’agricoltura biodinamica ha un approccio olistico, con alcuni dettami dell’omeopatia, e si basa sulla considerazione del suolo come un “unico sistema”.
Se da una parte c’è una forte vocazione al biologico, all’evitare uso di fertilizzanti, fitosanitari e altri prodotti non naturali, dall’altra per coltivare vengono indicate pratiche particolari, come ad esempio l’uso di nove “preparati biodinamici”. Fra questi si contano per esempio il “preparato 500”, noto anche come Cornoletame: un corno di vacca che va riempito di letame, sotterrato in inverno e poi utilizzato per spargere fertilizzante naturale in primavera. Un altro è il “preparato 506”, ovvero la sacca intestinale dei bovini da riempire con fiori di tarassaco da usare come compost.
Fra le pratiche indicate dal teosofo Rudolf Steiner, convinto che l’uomo si sarebbe originato nei continenti perduti di Lemuria ed Atlantide grazie a “esseri spirituali”, c’è anche quella di usare le “energie vitali” (o prana) nell’agricoltura. Fondamentali in questo metodo sono quindi anche le fasi lunari (che per altro l’agricoltura tradizionale in passato ha sempre tenuto in considerazione), le posizioni dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco e il concetto di spruzzare il terreno con i cosiddetti preparati, fra cui appunto letame, ma anche polvere di quarzo, sostanze vegetali varie, diluizioni omeopatiche e in generale utilizzare parti di animali come cranio di bue o vescica di cervo per preparare il terreno e renderlo fertile.
Alla base di queste pratiche c’è appunto una visione olistica che mira a tenere insieme tutti gli elementi, inclusi quelli spirituali. Alcuni suggerimenti di Steiner indicano perfino tecniche precise come l’idea di spellare topi per utilizzarne la pelle in un determinato momento di allineamento dei pianeti: pelle che va bruciata e le ceneri usate come fertilizzante.
Secondo l’agricoltura biodinamica attraverso l’uso dei preparati in alcuni casi non sarebbe nemmeno necessario irrigare: se però manca l’acqua, si deve innaffiare seguendo rituali, che vanno dai movimenti circolari sino a tempistiche precise. La maggior parte delle coltivazioni si basa in generale sui compost preparati e sulle rotazioni. I sostenitori dell’agricoltura biodinamica sottolineano inoltre che i loro metodi hanno un bassissimo impatto sulle emisioni e che, anzi, poiché le tecniche fertilizzano il suolo in modo sano questo cattura anidride carbonica.
I seguaci del metodo di Steiner
Dopo la morte di Steiner nel 1925, l’agricoltura biodinamica è stata portata avanti da alcuni seguaci, con diversi esempi soprattutto in Germania e Austria. Tra questi anche l’agronomo Erhard Bartsch e il chimico Franz Dreidax che nel 1928 fondarono l’associazione Demeter, che trovò anche l’appoggio dei nazisti perché propugnava un ritorno a metodi di coltivazioni adottati dagli antichi germani. Demeter fu poi sciolta nel 1941 e rifondata nel Secondo Dopoguerra e, nel tempo, l’ “agricoltura biodinamica” è di fatto divenuta un marchio commerciale di Demeter International, per garantire a coloro che sposano questo metodo cibi e prodotti agricoli biodinamici certificati.
Ricordando che ad oggi non esistono studi scientifici che dimostrino l’efficacia dell’agricoltura biodinamica e che la comunità scientifica internazionale contesta questo tipo di agricoltura, da uno dei siti steineriani che la promuovono anche in Italia si legge come sia da considerare “la nuova agricoltura. Da ottant’anni l’Agricoltura Biodinamica lavora per la fertilità della terra e la qualità degli alimenti” e “Il suo scopo non è di lasciar fare alla natura ma di fare oltre la natura, cioè di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano beneficiare anche le generazioni future, e alimenti vivi di qualità piena che nutrano l’uomo e gli diano salute”.
I coltivatori biodinamici in Italia
In Italia all’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica sono iscritte circa 300 aziende e il Bioreport 2018 parla di 4500 realtà operanti con questo sistema, mentre la fase di controllo della qualità e della giusta applicazione del metodo è portata avanti dall’Associazione Demeter di Basilicanova (Parma), che rilascia l’omonimo marchio. Nel nostro Paese, fra i più importanti promotori di questa agricoltura c’è Carlo Triarico, presidente dell’associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Coldiretti stimava nel 2018 per il biodinamico un potenziale giro d’affari di 200 milioni di euro di fatturato. Il relatore del disegno di legge bocciato e portato alla Camera è invece Pasquale Maglione di M5S. Tra i firmatari del testo anche parlamentari di Italia Viva, Pd, M5s e Lega.
Le obiezioni al metodo biodinamico
Sono tanti gli esponenti del mondo scientifico e politico che si sono opposti all’equiparazione fra biologico e biodinamico. Se nel testo di legge fosse rimasto il riferimento all’agricoltura biodinamica il settore avrebbe potuto attingere a fondi pubblici, con un importante rilancio del settore. Gli scienziati che si sono opposti al testo di legge, come il Nobel Parisi, hanno rimarcato soprattutto di essere favorevoli all’agricoltura biologica e che per questo è importante fare un distinguo, poiché “l’agricoltura biodinamica è altra cosa. Riconoscendola, il Parlamento afferma la validità di metodi previsti da Steiner come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio. Teorie pseudo scientifiche”.
Anche per la senatrice a vita Elena Cattaneo, che smascherò il metodo Stamina, quella della biodinamica è “una pratica agricola fondata su rituali esoterici e astrologici. Se questo disegno di legge fosse approvato senza modifiche – aveva detto la scienziata -, l’Italia sarebbe il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato”. Lo stesso presidente Mattarella si è espresso indicando la convinzione che sul tema è bene affidarsi alle osservazioni degli scienziati. Come Parisi e Cattaneo la pensano vari istituti scientifici e centri di ricerca quali il Cnr, ma anche l’Accademia dei Lincei, l’Accademia dei Georgofili, l’Accademia Italiana di Agricoltura, la Società Italiana di Agronomia, la Federazione Italiana di Scienze della Vita e l’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie, oltre a Cia-Agricoltori Italiani e diverse associazioni di categoria.