Tra i 100 personaggi più influenti dell’anno, la rivista Time ha incluso anche Fatih Birol. L’economista nato ad Ankara nel 1958 dal 2015 è direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea) che ha sede a Parigi. In questi sei anni sotto la sua guida l’Agenzia ha cambiato pelle: nata durante lo shock petrolifero degli anni Settanta per tutelare i grandi paesi importatori di greggio, con l’acuirsi dell’emergenza climatica doveva darsi necessariamente una nuova missione.
“Birol”, scrive Time nella motivazione del riconoscimento, “ha trasformato l’Agenzia internazionale per l’energia da un organismo che monitora principalmente i mercati petroliferi in un partner delle principali economie mondiali che hanno bisogno di essere consigliate sulle tecnologie energetiche del futuro”.
Ma il 2021 è stato l’anno della svolta definitiva: basandosi su oltre 10 anni di analisi, la Iea ha pubblicato la sua prima roadmap completa per raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050 e ridurre così al minimo il rischio di eventi climatici catastrofici. Tra i consigli: lo stop immediato allo sfruttamento di nuovi giacimenti di combustibili fossili e la produzione nel 2035 dell’ultima auto a combustione interna. Buoni propositi o progetti davvero realizzabili senza uccidere l’economia mondiale? Birol è convinto che si possa fare, anzi si debba. E mette a disposizione i suoi esperti e i suoi dati. Per statuto l’Agenzia è pronta a collaborare con i governi dei Paesi che ne fanno parte, e nazioni come India, Cina, Indonesia e Colombia le hanno già chiesto di tracciare tabelle di marcia per accelerare la transizione energetica e diventare carbon neutral.
Ospite fisso dei grandi eventi dedicati al clima, ultimo il G20 Ambiente svoltosi a Napoli a fine luglio, Fatih Birol giocherà la sua partita più importante alla Cop26 di Glasgow il prossimo novembre. E lì si scoprirà se è stato davvero così influente da meritare il riconoscimento di Time.