“Una Terra per tutti” significa evitare ciò che sembra inevitabile. Cambiare direzione quindi, modi di vita, di governare e di produrre, per frenare l’aumento delle temperature e fare sì che il volto del Pianeta non venga stravolto. A Roma e Milano, a partire dal 5 giugno, andrà in scena quel mondo che sta cercando di fermare la catastrofe climatica alla quale siamo condannati se continuiamo ad inquinare. Gornate in diretta su SkyTg24, che inizieranno nella capitale fra Campidoglio e Colosseo in compagnia di attivisti, esperti, accademici di fama internazionale, sindaci e ministri.


“Gli ultimi dati satellitari del programma Copernicus, dell’Agenzia spaziale europea e della Commissione Europea, parlano chiaro: nel 2022 si sono registrate concentrazioni record di gas serra”, spiega Paola Mercogliano, del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc). “Nonostante l’attenzione su questo tema, le cose non stanno migliorando. Le temperature del Mediterraneo ad esempio aumentano del doppio rispetto alla media. E con loro incendi, siccità e ondate di calore”.


Anche di questo si parlerà durante le giornate di Una Terra per tutti. Si comincia la mattina del 5 alle 10 e 30 al Campidoglio con Green City Network della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Ad aprire i lavori il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, seguito dall’intervento del presidente della Fondazione Edo Ronchi. E poi i sindaci. Ascolteremo i piani di Matteo Lepore, primo cittadino di Bologna, Giorgio Gori di Bergamo, Michele Guerra di Parma, Matteo Biffoni di Prato, Stefano Lorusso di Torino e Marco Bucci di Genova, oltre a Andrea Ragona assessore con delega all’urbanistica, mobilità e ambiente, di Padova. Le città del resto occupano appena il due per cento del territorio, eppure sono responsabili del 70 per cento delle emissioni di gas serra. Servono nuovi modelli di mobilità, servizi, organizzazione dei quartieri.


Dopo pranzo, sempre al Campidoglio, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dialogherà con le colleghe Elizabeth K. T. Sackey di Accra, capitale del Ghana, e Bernadine Rose Senanayake, prima cittadina di Colombo, la capitale dello Sri Lanka. Con loro il direttore scientifico dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile Enrico Giovannini e Júlia López Ventura, direttrice per l’Europa dell’alleanza C40, ovvero il Cities Climate Leadership Group, rete di oltre cento grandi metropoli fra le quali le italiane Roma e Milano, che hanno deciso di combattere il cambiamento climatico condividendo obiettivi, soluzioni e tecnologie.


Durante l’ultimo convegno del C40, svoltosi a Buenos Aires a novembre, uno dei protagonisti è stato Carlos Moreno, direttore scientifico della Pantheon Sorbonne University-IAE Paris, ideatore della teoria urbanistica della “città da 15 minuti”. Una visione diversa della metropoli e, implicitamente della vita delle persone, in controtendenza rispetto ai fenomeni che hanno plasmato le nostre città. Adottata da Parigi e Barcellona fra le altre, intende “ridare il tempo agli abitanti e così facendo abbassare le emissioni e sanare squilibri iniziando da quelli endemici fra centro e periferie”, come racconta lui stesso. Propone di offrire servizi in ogni quartiere: scuole, uffici, negozi, ristoranti, ospedali. Tutto dovrebbe essere a portata di mano, in massimo un quarto d’ora a piedi o in bicicletta. Un modo per disfare i ghetti delle aree dormitorio, evitare le ore perse nel traffico l’anno, ridurre le emissioni di gas.


Sarà anche lui a Roma, la sera del 5 giugno al Colosseo. O meglio al Tempio di Venere che guarda l’Anfiteatro Flavio. Sul palco, oltre a Moreno, voci di rilievo delle generazioni che più si sono sollevate contro le cause della crisi ambientale: Vanessa Nakate, classe 1996, attivista ugandese legata a Greta Thunberg e autrice del saggio La mia lotta per dare voce alla crisi climatica; la giovanissima Licypriya Kangujam, nata in India nel 2011, che ad appena otto anni ha preso la parola alla Cop 15 del 2019; Sophia Kianni, iraniano-americana nata a Washington nel 2001, rappresentante del Youth Advisory Group on Climate Change delle Nazioni Unite. “Non c’è un singolo Paese che abbia assunto impegni compatibili con il raggiungimento dell’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature ad un grado e mezzo”, disse Kianni all’ultima Cop, quella in Egitto. “Nel frattempo, oltre sette milioni di persone ogni anno muoiono prematuramente a causa dell’aria tossica che respirano dovuta alla combustione di carburanti fossili”. Prenderà poi la parola la surfista brasiliana Maya Gabeira, entrata nel Guinnes Guinness dei primati nel 2018 per aver affrontato un’onda di oltre venti metri, la presidente del Club di Roma Sandrine Dixson-Decleve, l’architetto Carlo Ratti e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. Senza dimenticare due giovani pianiste di talento come Beatrice Rana e Frida Bollani.


“Questa non è un’epidemia che si risolve con un vaccino”, conclude Mercogliano. Per evitare quel che appare inevitabile serve la collaborazione di tutti, nessuno escluso, iniziando dai governi, dalle amministrazioni e dall’industria.