Con la fase peggiore dell’epidemia Covid che si crede passata, le Filippine hanno riaperto oggi le loro frontiere ai turisti stranieri, purché vaccinati e provenienti da una lista di 157 Paesi dai quali non c’è bisogno di un visto per visitare l’arcipelago asiatico. La decisione è stata definita “il prossimo capitolo nella strada verso la ripresa” dalla ministra del Turismo, Bernadette Romulo-Puyat. Il primo arrivo è stato di un paio di centinaia di turisti internazionali.


Per i turisti, oltre all’essere vaccinati e assicurati con copertura di almeno 35mila dollari, sarà necessario esibire un test Covid negativo entro 48 ore dalla partenza, senza il bisogno di trascorrere un periodo di quarantena all’arrivo nelle Filippine. Il governo ha anche messo fine a un sistema di classificazione del rischio che comunque vietava l’ingresso a ogni titolo ai potenziali ospiti provenienti dalle aree più a rischio in materia di Covid.

La pandemia, che nelle Filippine ha causato almeno 55mila morti, ha messo in ginocchio il settore del turismo, che impiega 350mila persone. Ma la pandemia nel suo complesso ha fatto svanire almeno un milione di posti di lavoro, generando la crisi economica peggiore dagli anni Quaranta del secolo scorso. Le Filippine alzano le barriere alla frontiera dopo quasi due anni di lockdown, uno dei più lunghi e severi al mondo. Lo fanno con 60 milioni di persone vaccinate 2 volte (su 110 milioni) e circa 8,2 milioni di concittadini che hanno ricevuto il booster, mentre i casi giornalieri dai 39mila di metà gennaio, sono crollati a circa 3.600.