La barriera corallina della Florida sta vivendo una minaccia senza precedenti. Colpa di un’ondata di calore marina capace di portate la temperatura delle acque delle Keys – poco profonde e anche per questo meno con minore capacità termica rispetto al mare aperto – a temperature dell’ordine dei 90 gradi Fahrenheit (oltre 32 gradi Celsius) con punte di 97 Fahrenheit, superiori ai 36 Celsius. Valori, questi, misurati in superficie attorno alla costa, e mai rilevati da quando i satelliti hanno cominciato a registrare i dati termici delle superfici oceaniche. 

Uno status che, come ormai tristemente noto, mette a repentaglio la salute – tra gli altri organismi – della barriera corallina, che dell’area è uno dei primi atout. Gli studiosi sono particolarmente preoccupati perché questo sta accadendo già a luglio, all’inizio cioè dell’estate, quando il mare, più ancora della terraferma che è già vicina ai possibili picchi di stagione, continua invece a riscaldarsi. Insomma, agosto, e persino settembre, pobrebbero essere anche peggio.

La conseguenza nota di tanto stress, accumulato da inizio stagione, è il temuto sbiancamento, distruttivo e irreversibile, di fatto la morte di ampie sezioni dell’affascinante organismo vivente che è a sua volta fonte di vita e di rifugio per una miriade di altre specie. Lo ha raccontato al’Independent Mark Eakin, dell’International Coral Reef Society. Il bleaching è purtroppo un fenomeno sempre più ricorrente e incorre come conseguenza dello stress cui le barriere sono sottoposte quando la temperatura dell’acqua sale e/o mancano i nutrienti.

Florida, coralli a rischio: mai così caldo il mare nelle Keys

La grande crisi climatica ha intensificato la frequenza del fenomeno, che è particolarmente acuto con “El Niño”, il fenomeno ciclo che induce il riscaldamento delle acque degli oceani, e che è in atto in questi mesi. Inutile dire che il riscaldamento globale dovuto all’abuso di combustibili fossili e gas, e in ulteriore accelerazione, fa il resto.

“Stiamo entando in territori nuovi – racconta Derek Manzello, ecologo che coordina il programma di controllo del reef del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration al NY Times. – A essere schietti, c’è da deprimersi”.

Liv Williamson, del laboratorio dedicato al futuro della barriera nell’Università di Miami spiega che sono già arrivate notizie di bleaching dal Belize “il che è assai allarmante, così presto nell’estate”. E aggiunge che le proiezioni al livello globale prospettano una probabilità del 90 per cento che il fenomeno si manifesti a livello severo im moltio reef, tra cui quelli delle isole equatoriali del Pacifico, il versante tropicale panamense del Pacifico, e ancora la costiera caraibica dell’America Centrale. Oltre, appunto, alla Florida.

“Siamo appena in luglio. Questo calore andrà ad accumularsi e questi coralli saranno giocoforza costretti a sopportare condizioni pericolosamente calde per molto più tempo del normale”, ha raccontato Williamson all’agenzia Associated Press. I coralli hanno una simbiosi, una forma di interazione che giova ad entrambe le parti, con piccole alghe, le zooxantelle, che vivono nelle loro celle. Le alghe ricevono nutrienti e diossido di carbonio, mentre il corallo riceve energia dai prodotti della fotosintesi.

Un cambio nella temperatura, anche di un grado-un grado e mezzo fa letteralmente crollare questa simbiosi. E senza l’aiuto delle alghe, il corallo vira dal suo naturale e salutare colore che dà sul marrone e sbianca progressivamente. Un processo, il bleaching, che non è necessariamente letale. Le chance di morte salgono però inesorabilmente se le temperature in gioco sono particolarmente elevate. E i valori termici dell’acqua della Florida – spiega Manzello – sono di 2 gradi Celsius sopra la norma già da un paio di settimane.

(afp)

Uno studio pubblicato dal NOAA nel 2022 ha mostrato come le malattie e lo sbiancamento dovuti alla crisi del clima abbiano già eroso il 70 per cento del reef della Florida. E quest tra l’altro si traduce in una potenzialmente enorme perdita economica per uno stato dove il reef genera miliardi di dollari di introito per la sua capacità di attirare turisti e amanti della pesca.

Katey Lesneski, che monitora “Mission: Iconic Reefs”, un progetto targato NOAA che aspira al pieno recuper di sette aree di reef nelle Keys, ha verificato il bleaching nello scorso weekend. Racconta di aver visto lo stadio iniziale del fenomeno in coralli fino a 18 metri di profondita in banco subito al largo della costa di Islamorada. “I coralli erano molto più chiari del normale, di regola mostrano vigorosi toni di gialli, verdi, marroni e arancio. A vederli, sembrava che qualcuno li avessee cosparsi di candeggina”.