La Sardegna in autunno? È tutta da camminare. Lasciata alle spalle la calura estiva, l’ampia rete di cammini che la attraversa offre l’opportunità di scoprire il lato più autentico e affascinate di quella che si propone di diventare una vera e propria isola dei cammini. Sette gli itinerari principali, che toccano praticamente tutta la Sardegna seguendo antichi percorsi legati alla religiosità popolare, passando da piccoli borghi, siti archeologici, luoghi dei miti, miniere, tratti di costa incontaminata e ambienti naturali di rara e a volte severa bellezza. Non fatevi spaventare dalla lunghezza dei singoli cammini che, comprese le diverse varianti, possono raggiungere – come quello di Santu Jacu ( San Giacomo) che attraversa tutta l’isola da sud a nord – anche i 1600 chilometri.

È sempre possibile scegliere brevi tratti, selezionando magari quelli più adatti alle proprie gambe e ai propri interessi. Un consiglio? Raggiungete il piccolo paese di Noragugume, uno dei Borghi autentici d’Italia in provincia di Nuoro, e iniziate a farvi affascinare dalle tre chiesette situate nel centro storico. La meno bella esternamente, frutto di una ricostruzione del secondo dopoguerra, sorprende il visitatore con un vero e proprio tesoro: la piccola statua seicentesca della Fanciulla di Noragugume. Scoperta sotto le vesti di una Madonna dormiente, raffigura una giovane morta che indossa gli abiti tradizionali sardi. Nelle campagne intorno al centro abitato incontriamo il menhir Sa Perda ‘e Taleri, alto più di 4 metri e databile intorno al 3300-2500 a.C, e il maestoso nuraghe Tolinu, che conserva ancora sia la torre che il bastione.

Procedendo lungo il cammino di Santu Jacu verso nord, lungo l’antica via romana della “ia de Logu”, si attraversa la piana di Ottana, dove è possibile ancora ammirare la riservata Gallina Prataiola, fino a raggiungere l’abitato di Bolotana che si annuncia con la suggestiva chiesetta cinquecentesca di San Bachisio, con i suoi insoliti bassorilievi scolpiti un po’ ovunque nella trachite rossa. Dal vasto prato che circonda la chiesa si ammira un ampio panorama sulla piana e sulle montagne del Marghine.

Da qui il cammino segue un’antica via della transumanza che attraverso colline olivetate, boschi incantati dove ammirare il foliage, vecchie carbonaie, circoli megaliti vecchi di 5000 anni e punti panoramici a oltre 1100 metri d’altezza, conduce alla perla del patrimonio storico-culturale e ambientale di Badde Salighes. Qui si può visitare la curiosa Villa Piercy, recentemente recuperata dall’abbandono ed egregiamente gestita di un gruppo di intraprendenti guide locali, che prende il nome dall’ingegnere Gallese al quale venne affidata la costruzione della principale ferrovia sarda. Oltre alla villa, con alcune sale affrescate e scampoli di una narrazione che da questo angolo isolato della Sardegna porta alla grande storia europea, vale la pena visitare il vasto Parco Botanico con specie vegetali autoctone e provenienti da tutto il mondo, tra le quali l’unico Abete di Spagna presente sull’isola e una suggestiva galleria di alberi di Bosso.

Noragugume (NU). Sa Perda de Taleri

Noragugume (NU). Sa Perda de Taleri

 

Poi, dopo avere attraversato la piana di Santa Lucia, il cammino porta al borgo medioevale di Rebeccu, un villaggio fantasma (frazione di Bonorva), abbandonato dai suoi abitanti e oggi trasformato in un semplice e accogliente albergo diffuso. Non fatevi spaventare dalla leggenda che circola sulla principessa Donoria, ritenuta una strega autrice di una maledizione dopo essere stata cacciata dal villaggio, e fermatevi a dormire qui per godere del panorama dall’ampia terrazza, delle notti stellate e della rilassante passeggiata fino all’antica fonte nuragica Su Lumarzu, immersa nel verde e ancora attiva. Rebeccu è una piacevolissima sosta da fare prima di addentrarsi nella valle dei Nuraghi, dalla quale emergono i crateri dei vulcani spenti del Meilogu, dove si cammina tra emergenze archeologiche. Come la Tomba dei Giganti di Sa Pedra Longa a Torralba, il dolmen Sa Coveccada a Mores – ritenuto il più grande del Mediterraneo – , la necropoli di monte Pira e diverse nuraghe – tra i quali la complessa Funtana – nel territorio del comune di Ittireddu.

In quest’ultima località sono assolutamente da vedere anche l’antica chiesa duecentesca posta ai margini del paese e dedicata a San Giacomo ( raffigurato in una bella statua seicentesca) e il Civico museo archeologico ed etnografico che, nei pressi del palazzo comunale, propone al visitatore un coinvolgente viaggio attraverso la storia di queste terre. Una passeggiata nel centro storico del paese permette di ammirare diverse sculture contemporanee, la chiesa di origine bizantina di Santa Croce e – poco lontano- addirittura la caldera di un vulcano spento del Monte Lisiri. Con negli occhi il fascino di Ittireddu termina il nostro piccolo viaggio su uno dei tanti Cammini di Sardegna. Accessibili non solo in autunno ma quasi tutto l’anno – meglio evitare i mesi più caldi -, e in costante processo di rinnovamento e definizione, per migliorare il servizio ai camminatori che desiderano scoprire il volto più vero dell’isola a passo lento.