A Torino, nei giorni più caldi dell’anno, centinaia di giovani cercheranno una cura condivisa per il Pianeta bollente. Una medicina che passa per una strategia: quella utile a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica all’azione necessaria contro le emissioni e l’avanzata della crisi climatica, contro le ingiustizie sociali e climatiche. Lo scopo finale è anche prepararsi a due eventi cruciali: lo sciopero mondiale per il clima previsto per il 23 settembre e la COP27 che in autunno si terrà in Egitto. Così, con lo spirito di ritrovarsi dal vivo e discutere, approfondire, confrontarsi e imparare, nel capoluogo torinese da oggi sino al 29 luglio si svolgeranno in contemporanea due eventi: il raduno internazionale dei Fridays For Future e  il primo Climate Social Camp.

Il primo è di fatto l’incontro di tutti gli attivisti europei e non solo, gli stessi che nel 2019 si diedero appuntamento a Losanna in un primo grande raduno ma poi a causa della pandemia non riuscirono più a programmare eventi dal vivo. Il secondo è invece un vero e proprio campeggio al Parco della Colletta dove i ragazzi in arrivo da tutta Europa, circa un migliaio, dormiranno in tenda e daranno vita a una serie di incontri, workshop e anche momenti ricreativi.

All’intera cinque giorni è prevista la partecipazione di almeno 500 attivisti provenienti da oltre 45 paesi. In città sono già arrivati rappresentati dall’Uganda sino al Brasile mentre Greta Thunberg, la giovane svedese che con il suo primo “sciopero per il clima” ha ispirato il movimento Fridays For Future non sarà presente. Da tempo Greta ha scelto, a livello di comunicazione, di farsi da parte per lasciare spazio ai volti e i rappresentati soprattutto dei giovani che vivono nei paesi  “Mapa” (Most ffected peoples and areas), i più colpiti dagli effetti della crisi climatica: per questo motivo probabilmente anche a Torino la svedese non salirà sul palco preferendo dare voce ad altri, esattamente come è accaduto in passato anche con la sua “collega” e amica Vanessa Nakate di FFF Uganda.

A Torino, città che in questo luglio torrido ha sfiorato i 40 gradi e mostra un Po sempre più in secca simbolo della crisi idrica che sta vivendo l’Italia, gli attivisti in arrivo da tutto il mondo si confronteranno all’interno di una serie di workshop, dibattiti e laboratori necessari per programmare le battaglie necessarie per contrastare la crisi climatica, sempre ricordando – come ha scritto Greta sui social – che quella che stiamo vivendo “non è “la nuova normalità”. La crisi climatica continuerà a intensificarsi e a peggiorare fintanto che metteremo la testa sotto la sabbia e daremo la priorità al profitto e all’avidità rispetto alle persone e al Pianeta”.

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Durante la cinque giorni inoltre sono previsti una serie di incontri al Campus Luigi Einaudi, eventi a cui prenderanno parte scrittori, giornalisti, esperti del Cnr e docenti universitari. Tra i temi in programma nei vari incontri quello della decarbonizzazione, della sopravvivenza dei popoli indigeni, l’importanza della riforestazione, l’ “eco-ansia”, la questione dei rifugiati climatici, la nuova tassonomia verde in Europa e tanto altro. Tra gli invitati a parlare anche Stefano Geuna e Guido Saracco, rettori dell’Università di Torino e del Politecnico, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, Michele De Palma, segretario Fiom e in un panel previsto per venerdì 29 e dedicato all’informazione anche diversi direttori di giornali tra cui Maurizio Molinari della Repubblica, Riccardo Luna di Green&Blue, Massimo Gianni de La Stampa e tanti altri.

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La sera, al Climate Social Camp, spazio poi a una serie di attività ludiche, musicali (previsto un incontro con La Rappresentate di Lista e altre band) e sportive con lo scopo di fare gruppo fra i presenti, ma anche di coinvolgere la cittadinanza. Infine, venerdì mattina è previsto il consueto sciopero del clima che questa volta si trasformerà in una manifestazione dal respiro internazionale con lo scopo di ricordare che un altro respiro, quello della Terra, sta finendo se “non invertiremo presto la rotta dell’emergenza climatica in corso” sostengono da Fridays For Future.