Alice Franchi non sta mai ferma, passa da un’aula all’altra del Campus Einaudi di Torino, corre ad aiutare gli attivisti dei Mapa, a trovare le foto o le informazioni che chiedono i giornalisti, ad accogliere un nuovo arrivato, a organizzare gli incontri quando serve. Viene da Pistoia, dove è attivista nei Fridays For Future locali, ed è uno dei punti di riferimento di Fridays For Future Italia.
Lei che è incaricata di tenere i contatti con la stampa, si dice preoccupata per come a livello mediatico troppo spesso viene ignorata la crisi climatica, ma anche speranzosa perché a suo dire – passando soprattutto per l’aumento della consapevolezza negli adulti sui danni relativi alle emissioni e all’emergenza clima – attraverso una corretta formazione le cose potrebbero cambiare.
“Primo punto, la crisi climatica esiste e questo non va discusso“, spiega la ventiduenne. “Secondo punto, le soluzioni esistono e dobbiamo parlarne di più! Durante questa campagna elettorale mi auspico che si discuta proprio delle soluzioni. Quali? Il primo tassello che fa partire il domino per aiutare il Pianeta è essere consapevoli del problema dell’emergenza clima, dobbiamo conoscerlo: serve una formazione su cosa è la crisi climatica, una formazione che provenga da tecnici, professori, universitari, scienziati. Devono aiutarci a formare non solo i ragazzi, che già sentono la crisi e si informano, ma anche le classi di lavoratori. Se loro, quelli che tutti i giorni mandano avanti il Paese, avranno gli strumenti per indirizzarsi nella direzione giusta in modo da essere sostenibili e far parte del cambiamento e della transizione ecologica anche nel mondo del lavoro, allora verrà fatto un grande passo avanti in modo da affrontare tutti insieme questa sfida”.
Per Franchi uno dei punti chiave è anche come la politica comunica sulla crisi climatica in corso, una comunicazione che non dovrebbe passare “per slogan ma per fatti”. Si spiega meglio: “Lo scenario politico italiano è molto frammentato sulla questione ambientalista, ecologista e la giustizia climatica. C’è frammentazione nel portare avanti una narrativa su quello che per noi è davvero importante: molti partiti fanno confusione, magari parlando solo di caldo o assenza pioggia, e hanno poca consapevolezza del problema, alcuni proprio non sanno che ci troviamo in una crisi climatica che può cambiare il destino di tutti”.
Questa incertezza, questo non sapere e non comunicare correttamente da parte della politica, deve cambiare: “La mia speranza – conclude – è che queste elezioni, anche se in qualche modo anticipate e in arrivo appena dopo l’estate, siano un’occasione per parlare di clima non con slogan solo per avere una reazione emotiva e un voto, un sistema che poi di fatto annebbia il ragionamento nelle persone, ma una occasione invece per parlare di soluzioni, dalla decarbonizzazione sino a i vari metodi per ridurre le emissioni”.